Roberto Malini e Dario Picciau (in foto), co-presidenti con Matteo Pegoraro del Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale per i diritti umani, hanno ricevuto in data 12 febbraio 2010 una notifica di decreto penale di condanna, con pena detentiva commutata in gravosa sanzione pecuniaria.
Nel decreto penale, emesso dal Tribunale di Pesaro – Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari in data 5/11/2009, si condannano gli attivisti per il reato p. e p. dall’art. 110, 340 c.p., perché, il 20 dicembre 2008, “in concorso tra loro, cagionavano l’interruzione o comunque turbavano una operazione di polizia, finalizzata all’identificazione di tre cittadini stranieri, pronunciando espressioni ingiuriose e denigratorie nei confronti del personale dell’U.P.G.S.P. – Questura di Pesaro-Urbino operante ed ingerendosi nella sua attività”.
“E' l'ennesimo episodio di abuso da parte delle autorità da noi subito a Pesaro” commentano i co-presidenti del Gruppo. “Nel 2008 e nei primi mesi del 2009 siamo stati ripetutamente convocati in Questura a causa della nostra attività umanitaria a sostegno della comunità Rom locale".
Dopo le rimostranze dell'organizzazione relative ai continui sgomberi di famiglie Rom senza alcuna assistenza e dopo la protesta contro l'espulsione illegittima di rifugiati afghani richiedenti asilo dal territorio pesarese, il Questore ha notificato a Roberto Malini un avviso orale, con la seguente motivazione: 'Visto che i Rom sono notoriamente delinquenti, ritengo che il Gruppo EveryOne sia parte di un'associazione per delinquere e lo invito a cessare tale attività'.
Successivamente gli attivisti di EveryOne sono stati oggetto di diversi episodi di intimidazione, mentre sono proseguite le azioni durissime mirate ad allontanare i Rom dalla città. L'atteggiamento del Questore e il programma anti-Rom condotto da istituzioni e autorità pesaresi sono stati oggetto più volte di interrogazioni parlamentari, fino al trasferimento del Questore in altra località.
In seguito al recente sgombero in pieno inverno delle ultime famiglie Rom rifugiate a Pesaro, EveryOne ha depositato un esposto alla Procura della Repubblica presso lo stesso Tribunale di Pesaro, segnalando sia le violazioni dei diritti umani, sia la manifesta ostilità nei confronti degli attivisti. "Attendevamo da parte della Procura un'indagine sugli abusi commessi dalle autorità locali nei confronti della comunità Rom," proseguono Malini, Pegoraro e Picciau, "abusi che hanno condotto a lutti, a causa della precarietà in cui persone gravemente malate si sono trovate improvvisamente, aborti spontanei - dovuti allo stress e alla paura da parte delle puerpere di fronte a tanti agenti armati - e a gravi emergenze umanitarie. Invece, le stesse autorità hanno fatto uso di uno strumento giuridico che esiste solo in Italia e viola l'articolo 24 della nostra Costituzione. E' una condanna senza processo, un altro mezzo intimidatorio che colpisce gli attivisti che si occupano di Diritti Umani e che consente all'affermazione non veritiera di un agente di polizia di diventare legge, senza contraddittorio. Da parte nostra, siamo consapevoli che rischiamo di entrare in un buco nero giuridico, ma abbiamo deciso di presentare opposizione al decreto e continuare a opporci in ogni grado, a costo di dover giungere davanti alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo. E' un principio fondamentale di civiltà e democrazia che non riguarda solo questo episodio, ma l'attivismo internazionale nel suo complesso, con gli innumerevoli ostacoli e pericoli che incontra per difendere la vita e la dignità dei più deboli".
Riguardo al caso in oggetto, Roberto Malini e Dario Picciau raccontano che "la sera del 20 dicembre 2008 un agente stava parlando in tono sprezzante con un ragazzo di etnia Rom mentre il suo collega attendeva in auto, davanti a un bar, che gli venissero serviti panini e bibite. Abbiamo salutato il giovane, Nico Grancea, ricevendo dal primo agente l'invito, con modi bruschi e frasi provocatorie, a presentare i nostri documenti. Trattiamo da anni con le forze dell'ordine e abbiamo abbastanza esperienza per non rispondere alle provocazioni. L'agente ha scritto i nostri dati senza notificare alcunché. I magistrati, nelle indagini, non hanno verificato i fatti né presso il proprietario del bar né ascoltando il signor Grancea o noi attivisti. Il Gip di Pesaro ha quindi deciso per la 'condanna senza processo'".
"Con il nostro ricorso e le opportune azioni a tutela del nostro operato" prosegue EveryOne, "intendiamo sensibilizzare le autorità preposte alla salvaguardia degli operatori umanitari affinché si mettano a punto organismi efficaci a difesa degli attivisti, costretti a operare in condizioni difficilissime".
Il 14 febbraio 2010 il caso di Malini e Picciau è stato reso noto dal co-presidente di EveryOne Matteo Pegoraro anche nel corso della 5th FrontLine Platform for the Protection of Human Rights Defenders, a Dublino, dove il Gruppo EveryOne era stato invitato, unica organizzazione dell'Unione europea, fra i 100 difensori dei diritti umani nel mondo a rischio di persecuzione e di vita per il proprio impegno civile. “La FrontLine Foundation, che si occupa di proteggere gli attivisti per i diritti umani in tutto il mondo, in cooperazione con le Nazioni Unite e le istituzioni europee,” spiega Pegoraro, “ha preso in carico il caso e presto anche l’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani Navi Pillay e lo Special Rapporterur sulla situazione dei Difensori dei Diritti Umani, Margaret Sekaggya, interverranno sull'abuso giudiziario, che non ha precedenti nell'attivismo europeo. Ci batteremo" continua Pegoraro, “con l'obiettivo che i due attivisti, impegnati da anni in difficili campagne per i diritti delle minoranze, non siano oggetto di una tale violazione, tanto più se si considera che, in qualità di co-presidenti di EveryOne, operavano a Pesaro su mandato degli uffici dell'on. Mohacsì al Parlamento europeo, proprio per indagare sul comportamento delle autorità nei confronti del popolo Rom in Italia. Invitiamo, a nome del nostro Gruppo," conclude Pegoraro, "tutta la società civile, i partiti e gli uomini politici più attenti ai diritti fondamentali, le associazioni e le organizzazioni per i diritti umani e civili e le istituzioni democratiche europee a esprimere la loro ferma protesta per un atto che va contro tutte le Carte sui diritti fondamentali dell’individuo e le disposizioni internazionali in materia di protezione e libertà di azione e di movimento degli attivisti per i diritti umani". da Gruppo EveryOne
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