venerdì 16 aprile 2010

Amnesty International, firma contro il "piano nomadi"

Continua la campagna di sensibilizzazione di Amnesty International sulla situazione dei Rom. Dopo la presentazione del documento “Stop agli sgomberi forzati dei rom in Europa”, diffuso giovedì 8 aprile dall’associazione, in occasione del secondo summit dell’Unione europea sulle problematiche inerenti i rom, la sezione italiana di Amnesty International lancia per il 17 e il 18 aprile una raccolta di firme per chiedere al sindaco e al prefetto di Roma la sospensione e la revisione del “Piano nomadi”.
Evitare che il “modello Roma” sia la soluzione da imitare nelle altre città, scelte partecipate con le comunità rom interessate, preparazione agli sgomberi con informazioni preventive e soluzioni alternative adeguate sono solo alcuni dei punti dell’appello che verrà diffuso il prossimo fine settimana in numerose piazze italiane. Da Milano a Palermo, da Forlì a Catania: in moltissime piazze d’Italia sabato e domenica si potranno raccogliere le firme contro il “Piano nomadi” del Comune di Roma, avviato il 31 luglio 2009. è questo il primo “programma” sviluppato attraverso i poteri speciali ai prefetti previsti dal decreto governativo del maggio 2008 che ha decretato “l’emergenza nomadi” in Lombardia, Campania e Lazio e successivamente in Piemonte e Veneto.
Un piano che prepara la strada allo sgombero forzato di migliaia di Rom e al trasferimento della maggior parte di essi, ma non tutti, in campi ampliati o di nuova costruzione nella periferia di Roma. Oltre 6.000 rom, oggi residenti in un centinaio di campi sparsi sul territorio della Capitale, verranno “spostati” in 13 campi. «Un provvedimento che avrà effetti disastrosi - spiega Riccardo Noury di Amnesty international - e che metterà a rischio le relazioni sociali che le diverse comunità hanno stabilito nei territori, senza garantire il rispetto del diritto a non essere discriminati e ad avere una soluzione alternativa adeguata: primo tra tutti la scolarizzazione dei bambini che verranno allontanati dalle proprie scuole di riferimento e dai propri compagni».

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