"Azioni concrete contro la discriminazione, la povertà, e l’esclusione dei Rom in Europa". Le chiede all’Unione europea Amnesty International, durante il secondo summit Ue sui Rom e sui Sinti che si sta concludendo a Cordoba.
"Nonostante la massiccia discriminazione nei confronti di milioni di rom in tutto il continente, l’Ue non sta chiamando gli Stati membri a rispondere delle loro azioni quando questi vengono meno alle loro responsabilità" denuncia Claudio Cordone (in foto), segretario generale ad interim di Amnesty International.
"I leader europei – aggiunge - devono adottare un piano d’azione concreto per affrontare le violazioni dei diritti umani che colpiscono le comunità rom. Devono prendere posizione contro gli attacchi razzisti e le espressioni di odio e assumere iniziative efficaci per porre fine alla discriminazione nell’accesso agli alloggi, all’educazione, ai servizi sanitari e all’impiego”.
Insieme ad altre associazioni di rom e sinti e organizzazioni non governative, Amnesty ha documentato come in diversi Paesi europei le autorità non proteggano le comunità rom dalla discriminazione da parte di soggetti pubblici e privati.
Il rapporto “Stop forced evictions of Roma in Europe”, pubblicato ieri, evidenzia come le comunità rom e sinte siano oggetto di sgomberi forzati.
Il rapporto parla anche dell’Italia, e in particolare del “Piano Nomadi” avviato lo scorso luglio a Roma, che prevede la distruzione più di cento accampamenti rom nella Capitale. Si stima, spiega l’associazione, che seimila persone saranno spostate, senza un’adeguata consultazione, in solo tredici campi, nuovi o ampliati, in periferia. Il Piano Nomadi, denuncia Amnesty, lascerà senza casa più di mille rom. da Stranieri in Italia
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