Lancio di sassi, manganellate e auto in fiamme. Gli scontri fra alcune decine di Rom del campo regolare di via Triboniano e le forze dell'ordine sono scattati alle quattro del pomeriggio. I Rom volevano raggiungere Palazzo Marino, sede del Comune, per protestare contro l'annunciato sfratto delle 700 persone che abitano il campo. Polizia e carabinieri hanno impedito il corteo, non autorizzato, ed è nata la tensione: bombole del gas scagliate contro gli agenti e lancio di bottiglie, a cui le forze dell'ordine hanno risposto con lacrimogeni e cariche "di alleggerimento". Il Comune aveva accettato di ricevere una delegazione di sette rom.
Dopo due ore di incidenti, fra i 90 agenti si contano 20 contusi e quattro feriti medicati in ospedale. Le associazioni, che hanno sostenuto la protesta dei rom, riferiscono di un uomo colpito alla testa, di una bambina con un braccio ferito da una manganellata e di un altro bimbo con il volto urticato dai lacrimogeni. Un rom è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. "Ci hanno picchiati - dice Maria, 32 anni, bosniaca - noi abbiamo difeso il campo" (guarda il video...). Il timore è che le violenze possano bloccare l'accordo fra Comune, prefettura e privato sociale che prevede lo svuotamento dei campi, con aiuti alle famiglie rom per trovare casa.
"Il campo va sgombrato subito", dice il leghista Davide Boni, presidente del consiglio regionale. E se il vicesindaco Riccardo De Corato punta il dito contro i centri sociali, "che fomentano la rivolta", don Virginio Colmegna, capo dell'associazione che gestisce il campo, parla di "tensioni che rendono ancora più difficile l'integrazione, in una situazione di vuoto politico che ha trasformato la gestione dei rom in problema di ordine pubblico". di Davide Carlucci e Franco Vanni
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