Circa 150 persone, tra Rom e attivisti dei centri sociali, si sono scontrati, nel pomeriggio di giovedì, a Milano con le forze dell'ordine fuori dal campo rom di via Triboniano. I Rom volevano raggiungere Palazzo Marino, per manifestare contro lo sgombero del campo previsto entro il 30 giugno. Le forze dell'ordine hanno impedito il corteo, scatenando la protesta: i sassi e le bottiglie lanciate dai rom hanno ferito 25 agenti.
I Rom hanno messo in strada alcune masserizie a cui poi hanno dato fuoco, incendiando anche un furgone ed un'auto portate dagli stessi manifestati sul posto. Gli scontri sono continuati anche all'interno del campo per cui un cordone di poliziotti ha impedito a chiunque di uscire o entrare. I contusi sono anche tra i manifestanti a cui si erano aggiunti i ragazzi dei centri sociali.
Secondo Dijana Pavlovic, vicepresidente della Federazione Rom Sinti Insieme "una bimba è rimasta ferita e probabilmente ha un braccio rotto per una manganellata. Il campo è stato chiuso e circondato dalla polizia: nessuno può entrare, nessuno può uscire". Le forze dell'ordine, dopo gli scontri, hanno infatti "ricacciato" nel campo i manifestanti. Anche agli operatori della Casa della Carità, che svolgono un quotidiano servizio di assistenza in via Triboniano, dopo i disordini è stato impedito di entrare nel campo.
Il leghista Davide Boni, presidente del Consiglio regionale della Lombardia, ha intanto chiesto l'immediato e definitivo sgombero del campo. Uno dei manifestanti è stato arrestato dai carabinieri per resistenza a pubblico ufficiale. da TGcom, guarda le foto...
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