L’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia (IDEA) / Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di piazza Marconi n. 8, ospita l’evento “Campus Rom, c’era una volta Savorengo Ker”, mostra multimediale che racconta due esperienze di ricerca realizzate dal collettivo Stalker/ON in collaborazione con le comunità Rom della capitale. L’inaugurazione è il 15 giugno 2009, la mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 21 giugno 2010.
Due anni di lavoro, vissuti tra intese e malintesi, che hanno visto nascere progetti coraggiosi e sogni condivisi, narrati dalla mostra fotografica Campus Rom e dal documentario, presentato in anteprima assoluta, C’era una volta… Savorengo Ker, la Casa di Tutti.
Mostra fotografica Campus Rom. Il racconto, attraverso lo sguardo eterogeneo di diversi fotografi, di “Campus Rom, oltre i campi nomadi” (fotografie di: Simona Caleo, Giorgio de Finis, Max Intrisano, Massimo Percossi, Maria Stefanek, Maria Teresa Bovino, Hector Silva Peralta, Alessandro Imbriaco). Un progetto di ricerca transdisciplinare, formazione reciproca, progettazione e azione condivisa, attivato, da Stalker/Osservatorio Nomade, insieme a diverse comunità rom di Roma, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Urbani della Facoltà di Architettura di Roma Tre ed altre organizzazioni cittadine, nazionali e internazionali, per affrontare l’emancipazione civile, culturale, economica, sociale e abitativa dei Rom, verso il superamento della realtà dei campi nomadi in Italia. Lo scopo dei fotografi è stato quello di documentare l’intervento diretto nello spazio urbano e narrare il processo costantemente aperto e fluido di attraversamento e superamento delle barriere tra le varie culture, e le energie che si sono sviluppate dando vita ad un’arte combinatoria in grado di rendere percettibile una comunità “invisibile”.
Anteprima assoluta del documentario “C’era una volta…Savorengo Ker: la casa di tutti” (regia di: Fabrizio Boni, Giorgio de Finis; produzione: In Iride Sfoggio 2009; durata: 55 minuti). Savorengo Ker (che in lingua romanés significa “la casa di tutti”) è un progetto sperimentale di costruzione partecipata realizzato nell’ex campo rom Casilino 900. È la storia di un’idea semplice e coraggiosa, divenuta il simbolo di emancipazione di una comunità emarginata. Il progetto è stato ospitato alla Biennale di Architettura di Venezia, è stato visitato da numerosi parlamentari europei, recensito dalla stampa internazionale e dibattuto nelle accademie di mezzo mondo, ma a Roma, dove la casa è stata costruita e presentata, ha incontrato solo ostilità e inutili polemiche. Ora quella casa non c’è più.
Tavola rotonda del 15 giugno. Insieme ad antropologi e architetti, ai rappresentanti delle comunità Rom e delle associazioni che operano sul territorio, si discuterà delle conseguenze del nuovo piano nomadi a Roma e delle proposte per superare il dispositivo dei campi rom, nel tentativo di individuare tematiche e strategie capaci di sottrarre il dibattito in corso dalla trappola dell’emergenza sociale.
Intervengono: Stefania Massari (direttrice dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia); Emilia De Simoni (antropologa, Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia); Barbara Terenzi (coordinatore Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani); Mirsad Sedjovic, Hakja Husovic, Bayram Hasimi, Nenad Sedjovic, Klej Salkanovic (direttori dei lavori della casa Savorengo Ker); Najo Adzovic (Coordinatore di Rom a Roma); Graziano Halilovic (presidente Roma Onlus); Giorgio Piccinato (ex direttore del DIPSU); Francesco Careri (Stalker/ON, DIPSU); Lorenzo Romito (Stalker/ON); Marco Solimene (antropologo); Fabrizio Boni e Giorgio de Finis (autori del film “C’era una volta...Savorengo Ker, la casa di tutti”). Il dibattito potrà essere seguito in diretta streaming su www.irida.it
Per contatti: campusrom.indexurbis@gmail.com
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