giovedì 1 luglio 2010

Roma, il progetto di Alemanno inizia a mostrare tutti i suoi limiti

Mentre a Milano la situazione è drammatica a Roma si iniziano ad intravedere i problemi che saranno sempre più evidenti nei prossimi mesi. Alemanno ha seguito con due varianti positive la strada indicata da Rutelli e Veltroni. In sintesi si vogliono istituire alcuni grandi insediamenti (campi nomadi) fuori dal Raccordo anulare, dove concentrare tutti i Rom e forse anche i Sinti capitolini. L’obiettivo che ci si pone è quello di rieducare i Rom e i Sinti per poi inserirli nella società. Di fatto un progetto di assimilazione.
Le varianti positive introdotte da Alemanno, rispetto a quanto fatto da Rutelli e da Veltroni, sono due: incontrare e dialogare direttamente con i Rom e i Sinti e iniziare un percorso di regolarizzazione dello status di tanti Rom immigrati, in particolare per quelli della ex Yugoslavia.
Questa politica di assimilazione forzata non ha precedenti nell’Europa del dopo guerra anche se molti dei progetti europei di inclusione sociale sono riconducibili a questa logica di assimilazione. Questi progetti sono tutti falliti, in Europa qualcuno inizia a capirlo e sono sempre più evidenti i segnali che si sta cambiando rotta. I progetti funzionano quando si valorizzano le ricchezze di cui sono portatori i Sinti e Rom nel lavoro e nell’abitare. E contemporaneamente si fanno conoscere e si promuovono le ricchezze culturali dei Sinti e dei Rom. Senza dimenticare le politiche di partecipazione diretta, scolastiche, sanitarie e di contrasto alle discriminazioni.
I problemi che incominciano ad evidenziarsi a Roma sono ben sintetizzati nell’articolo pubblicato oggi da Il Tempo:

“nei campi l'atmosfera è esplosiva. Risse e accoltellamenti sono - quasi - all'ordine del giorno in via di Salone. Ed è scattato l'allarme. Tra i primi provvedimenti c'è un rafforzamento del presidio della polizia municipale che sorveglia l'insediamento, invocato anche dagli stessi abitanti del campo. Solo ieri sera un bosniaco e un romeno sono stati accoltellati nel campo dopo una lite con quattro o cinque abitanti romeni, tuttora ricercati. Le vittime non sono gravi. A puntare il dito contro un gruppo di romeni sono i «coinquilini» bosniaci. «I romeni si ubriacano, creano problemi e picchiano gli altri», denunciano alcuni rom dell'insediamento. «Da stasera (ieri sera, ndr) aumentano gli agenti della polizia municipale che presidiano l'area, per garantire una maggiore sicurezza all'interno dell'insediamento e nelle zone circostanti», ha spiegato il delegato capitolino del sindaco alla Sicurezza Giorgio Ciardi, commentando gli ultimi episodi di violenza avvenuti nel campo in questi giorni.”
Non è facile vivere in un “campo nomadi” come quello di via del Salone che insieme a quello di Castel Romano sono i primi due esperimenti di questo progetto. Prima di tutto non esiste privacy e questo comporta il dover rinegoziare ogni giorno con i “vicini” di casa ogni passo quotidiano. In secondo luogo le condizioni di vita non sono ottimali, certo meglio che vivere in baracca, ma gli spazi sono così stretti che “i conflitti da condominio” si amplificano a dismisura. In terzo luogo nulla di quello che sei e di quello che vorresti fare è preso in considerazione dagli operatori sociali che però non offrono nessuna alternativa credibile. Questa situazione si aggrava dal fatto che le persone hanno la chiara sensazione che la situazione non cambierà molto presto. Si aggiunga che tutte le forme di ghettizzazione portano le persone a sentirsi escluse e in alcuni casi recluse (vedi il caso di Soweto in Sud Africa) alimentando frustrazione e rabbia che porta inevitabilmente alla violenza.
La stragrande maggioranza dei romani leggendo l’articolo de Il Tempo, affermeranno: noi gli diamo un aiuto ma loro non lo meritano, sono dei violenti che dobbiamo tenere lontani dalle nostre case. E questo complicherà sempre di più il progetto portato avanti da Alemanno, perché nessuno vorrà avere come vicini di casa i Rom. Il risultato sarà sempre lo stesso: il progetto dell’Amministrazione comunale perderà sempre più la sua forza propulsiva e si arriverà a dire “è colpa loro, noi ci abbiamo provato ma non c’è niente da fare”. Speriamo che Alemanno si accorga quanto prima che il progetto iniziato da Rutelli e Veltroni è sbagliato.

7 commenti:

Marco Giani ha detto...

Grazie per l'articolo che in buona parte condivido.
Mi permetto solo di aggiungere che la situazione di Salone è ulteriormente peggiorata dall'arrivo di circa 250 rom da Casilino 900, frutto della finta collaborazione istituzioni-rom che non hanno mantenuto ciò che avevano promesso (la creazione di un nuovo luogo di accoglienza fatto dagli stessi Rom)dividendo gli abitanti di Casilino in campi già esistenti e già troppo grandi e sovrappopolati. I megacampi non sono una soluzione, con buona pace di sindaci e Kapò.
P.S.: i permessi di soggiorno per motivi umanitari li concede la Commissione territoriale e la Questura, non il sindaco...

Carlo Berini ha detto...

ciao Pasola2000, il problema a cui si è dovuto confrontare Alemanno è dove fare gli insediamenti perchè dopo una campagna elettorale giocata anche sui "campi nomadi", è impossibile trovare le altre due localizzazioni neccessarie. quindi si è deciso di utilizzare via del Salone e l'ex cie per trovare una sistemazione alle famiglie che vivevano al Casilino 900 (operazione elettorale per le regionali). e non tutte hanno trovato posto, alcune vagano...
per quanto riguarda i permessi di soggiorno, è certo che è la Questura e la Coommissione territoriale a rilasciarli (status di rifugiato o status di apolidia) ma è indubbio che Alemanno ha dato il la all'operazione.
ciò che non capisco sono le proteste per le "schedature". da quanto mi risulta non ci sono in atto a Roma schedature ma semplicemente tutti gli immigrati vengono accompagnati in Questura per fare regolare domanda di permesso di soggiorno e di conseguenza vengono prese le impronte e vengono fatte le fotografie. il punto sarà: a quanti sarà rilasciato il permesso di soggiorno? non vorrei che alla fine venissero tutti espulsi.

Yuri Del Bar ha detto...

notizia di questa mattina
http://roma.repubblica.it/dettaglio-news/roma-11:02/2114

Marco Giani ha detto...

grazie per la risposta. In realtà Casilino è stato diviso in vari altri campi (Candoni, Camping River...) promettendo cose (permanenza di 5-6 mesi ecc.) che non sono state e non potranno essere mantenute.
Per ciò che riguarda le "schedature", non è esattamente come lei dice: "tutti gli immigrati vengono accompagnati in Questura per fare regolare domanda di permesso di soggiorno e di conseguenza vengono prese le impronte e vengono fatte le fotografie", ma: tutti i rom che vivono in un determinato campo (siano essi extracomunitari, comunitari o italiani), a prescindere dal loro stato di regolarità o dal possesso di documenti, sono condotti all'ufficio immigrazione, gli vengono prese le impronte (a TUTTI, anche se già in possesso di regolari documenti di identità), poi fotografati (singolarmente e in gruppi familiari). Poi a coloro che sono privi di soggiorno gli fanno fare domanda di asilo politico che sarà successivamente analizzata. Quindi, come capirà, è un pochino differente...
Sulle espulsioni vedremo. Inizialmente hanno provato a cacciare alcuni Rom da Salone, ma con una buona difesa si sono salvati. Per il momento alcuni soggiorni sono stati rilasciati

Carlo Berini ha detto...

ciao Pasola2000, a sucar drom non risulta che Rom o Sinti italiani siano stati schedati. è vero però che abbiamo un rapporto diretto quotidiano solo con i Sinti di Roma. chiedo: chi Rom o Sinto italiano è stato schedato?
se fosse successo, sucar drom è pronta a intervenire, come è già stato fatto quando i Sinti hanno rifiutato la scedatura della Croce Rossa e abbiamo incontrato l'ex Prefetto Mosca, concordando una diversa modalità.

Marco Giani ha detto...

17:52 06 LUG 2010

(AGI) - Roma, 6 lug. - Il presidente della commissione Politiche sociali e Servizi alla Persona del Comune di Roma, Giordano Tredicine, propone "di inserire i dati relativi ai nomadi presenti nel territorio di Roma all'interno del registro per le persone senza fissa dimora firmato questa mattina dal ministro Roberto Maroni. I dati che l'amministrazione ha raccolto grazie alle operazioni di fotosegnalamento", prosegue il vice capogruppo del Pdl in Consiglio comunale, "potrebbero essere messi a disposizione della direzione centrale per i servizi demografici con l'obiettivo di creare un sistema centrale per monitorare il fenomeno a livello nazionale". (AGI)

Carlo Berini ha detto...

ciao Pasola2000, ho sentito questa settimana tutti i Sinti nei campi di Roma e nessuno è stato fotosegnalato.
quanto alla proposta di Tredicine, nulla di nuovo. la normativa era stata inserita nel decreto sicurezza proprio per questa ragione: un mega censimento etnico per chi vive nei cosiddetti "campi nomadi". il regolamento non l'ho visto ma dalle notizie stampa mi sembra che non potranno farlo. perchè i dati li potranno essere utilizzati sono per le statistiche demografiche ma prepariamoci al peggio.
noi di sucar drom ci stiamo preparando per portare tutto alla corte costituzionale....