mercoledì 29 settembre 2010

Milano, l'Opera Nomadi chiede il ritiro immediato del provvedimento di sgombero per un centinaio di Cittadini italiani

Venerdì scorso, nel tardo pomeriggio,è stato recapitato da Agenti del Comando di Polizia Locale un provvedimento di espulsione dal campo comunale di via Idro alla quasi totalità delle persone regolarmente residenti, oltre un centinaio, tutti Rom italiani, che entro 48 ore dovrebbero abbandonare l’area in assenza di qualsiasi altra alternativa abitativa.
Il provvedimento, a firma del Direttore Centrale alle Politiche Sociale, Carmela Madafferi, una delle più chiacchierate Dirigenti dell’Amministrazione Comunale, in applicazione del Regolamento dei campi nomadi comunali, contesta ad alcune dei soggetti presenti la responsabilità di piccoli reati personali addirittura risalenti a 25 anni fa!!!, estendendo quindi gli effetti “previsti” a tutti gli appartenenti il nucleo familiare (ma i “reati” sono perseguibili, in genere dall’Autorità Giudiziaria…, personalmente o collettivamente nel nostro Paese???).
In pratica, da domani mattina, oltre cento persone, bambini che da anni frequentano le scuole della zone, adulti, anziani e ammalati dovrebbero abbandonare le case che abitano dall’inizio degli anni ’90 (ma la loro permanenza in zona è attestata addirittura dai primi anni ’70).
Chiediamo che la vicenda venga portata al più presto all’attenzione del Consiglio Comunale perché né sospenda l’esecutività e poi né disponga il ritiro.
Denunciamo uno degli atti di violenza amministrativa più grave che stia per essere commesso ai danni di cittadini milanesi, dalle conseguenze imprevedibili sul piano sociale e in palese contrasto con tutte le più elementari norme del diritto civile, inutile ad affrontare “l’emergenza nomadi” (che recentemente anche il Ministro degli Interni Maroni ha definito “conclusa”), indecente sul piano morale.
Chiediamo che venga fatta luce sugli interessi che gravitano sull’area in questione (quella di via Idro), i costi di realizzazione di eventuali nuove opere di “assistenza” e i beneficiari, poiché riteniamo che la “cacciata”, ma qui sarebbe meglio dire la “deportazione” dei cittadini rom milanesi sia anche strettamente legata all’oscuro intreccio di interessi privati e pubblici, “caritatevoli” e non, ai danni dei soggetti più deboli della città. di Consiglio direttivo, Opera Nomadi Milano

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