giovedì 11 novembre 2010

Il puro e l'impuro

Più volte mi hanno chiesto se avessi un dio in cui credere. So bene quanto sia importante per certe persone riconoscersi in una fede, in una religione, ma so anche che le religioni e le fedi possono portare all’intolleranza, al settarismo finanche a quelle persecuzioni delle quali il mio popolo è sempre stato vittima sin da quando secoli fa, partendo da un punto imprecisato nel nord dell’India, si e’ messo in cammino. E da allora non si è mai fermato.
Noi zingari non abbiamo una religione nostra, non riconosciamo un nostro dio, non possediamo un culto d’origine e neppure i sacerdoti. Pare singolare che un popolo che ha attraversato tutto il mondo non abbia coltivato, nel corso dei secoli, credenze proprie in merito ad una specifica divinità, neanche in una forma primitiva di tipo antropomorfico o totemico, ma è così. Per questo motivo la religione di noi zingari, per chi vuol averne una e desidera credere in un’entita’ superiore, e’ quella che si professa nel luogo in cui abbiamo scelto di fermarci.
Cristiani, musulmani, ebrei, buddisti; da questo punto di vista saremmo davvero l’unico popolo al mondo in grado di annullare le distanze che esistono tra le diverse fedi, ma in ogni caso c’e’ qualcosa di spirituale che ci portiamo dentro, qualcosa di nostro che ci accomuna e che ci e’ stato tramandato dai nostri nonni e dai nostri genitori e che noi, in modo inevitabile tramanderemo ai nostri figli. E’ quel mondo del soprannaturale che i gage’, i non Rom, ci attribuiscono e che da sempre ci contraddistingue. Un mondo che talvolta ci ha aiutato a sopravvivere, dando di noi l’idea d’essere in grado di dominare la magia, prevedere il futuro, il destino, la fortuna, ma che ha anche reso diffidenti le persone che, in questo nostro potere hanno interpretato qualcosa di malefico del quale diffidare, creando quei pregiudizi contro i quali ancor oggi persino chi è più emancipato, indipendentemente da quante lauree possegga, deve far conto.
Nessuno sa, comunque, come siano nati questi pregiudizi. Di certo però hanno contribuito alcune leggende legate alla religione. Noi zingari siamo sempre stati visti come popolo maledetto e per questo condannato alla fuga costante, ciò che fino al secolo scorso veniva attribuito anche agli ebrei. Secondo alcune leggende, infatti, sarebbero stati gli zingari gli unici disposti a fabbricare chiodi per la crocifissione di Gesu’ e questo ci avrebbe condannati ad una vita di stenti e sacrifici, e secondo altri racconti sarebbero stati degli zingari a negare ospitalita’ alla famiglia di Gesu’ in fuga dall’Egitto. Che perfidi che siamo! Pare che proprio che per Gesu' i miei antenati non provassero una grande simpatia, anche se chi non ci conosce bene non sa che l’ospitalità è una delle azioni a cui non veniamo mai meno, seppur raramente ci troviamo a manifestarla verso i gage’. di Chiara di Notte, continua a leggere…

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