giovedì 28 aprile 2011

Brescia, tutti uniti: dosta!

Circa 500 persone, nonostante il maltempo e la giornata prefestiva, si sono ritrovati in piazza Loggia a Brescia sabato 23 aprile per poi muoversi in corteo nel centro di Brescia e partecipare alla manifestazione “Tutti Uniti” indetta dalla Federazione Rom e Sinti Insieme.
In piazza, oltre a Rom e Sinti di buona parte del Nord Italia (Brescia, Bergamo, Mantova, Vicenza e tante altre città ancora), solidali e antirazzisti di diverse realtà, partiti e sindacati confederali e di base.
Parola d’ordine della manifestazione: “Tutti uniti per difendere i diritti umani, per la salvaguardia della dignità umana e contro ogni forma di discriminazione e razzismo, per rivendicare il diritto ad essere una minoranza riconosciuta con doveri e diritti, per la realizzazione di microaree abitative e definitive, per il rispetto dei nostri lavori tradizionali e delle nostre culture, per una scuola senza discriminazione razziale, per dire di NO ai patti ingannevoli e razziali che trasformano i Sinti e i rom in capri espiatori per fini politici…vogliamo manifestare pacificamente per denunciare i soprusi che subiamo continuamente.
«La nostra è una liberazione mancata perché rom e sinti sono sempre stati schiavi»: con questa denuncia Renato Henich, presidente associazione Sinti italiani di Brescia e pastore evangelico spiega il perché di un corteo di Rom e Sinti in occasione delle celebrazioni del 25 aprile.
Iniziativa particolare per diversi aspetti: dapprima perché indetto da Sinti che sono Cittadini italiani e da Rom immigrati che però in molti casi sono nati a Brescia. Cittadini “speciali” per la durezza e la costanza delle discriminazioni e dei luoghi comuni che li riguardano: «Siamo sempre presi come capro espiatorio, ma la responsabilità è personale, se un rom delinque, paga come lo deve fare un bresciano, senza che la colpa ricada sull'intera comunità», sottolinea Davide Casadio vicepresidente della federazione, presente insieme all'altra vicepresidente, Diana Pavlovic, di origine serba in Italia dal 1999 e residente a Milano «dove la situazione è simile a quella bresciana per il razzismo istituzionale», osserva.
Un corteo particolare: all'inizio gli organizzatori avevano pensato di restare in piazza Loggia, dove si sono trovati alle 15 e fino alle 16.30 hanno alternato interventi da un furgone, con parole dure contro l'amministrazione locale.
Ma poi la stragrande maggioranza delle circa cinquecento persone ha deciso di muoversi per le vie del centro. Così, sulle note di un violino tzigano che intona l'inno di Mameli e Bella Ciao, tra tanti «viva l'Italia», il corteo attraversa il Carmine. I manifestanti si lasciano intervistare, la voglia di comunicare è palese: «Perché Rolfi ce l'ha con noi? - si chiede Susy Grisetti, sinti di 48 anni, nata a Vicenza - da una vita in via Orzinuovi, da dove ci vogliono cacciare. La vita è sempre stata dura qui, ma mai come negli ultimi tempi». Di dura realtà parla anche Amelia Balteanu, 15 anni, che abitava in via Orzinuovi: «Sono sempre sotto attacco, anche a scuola, mi tengono lontana solo perchè sono Rom, ma noi siamo tutti umani».
Assieme ai rom e ai sinti una ventina di realtà bresciane avevano indetto il corteo: presenti rappresentati di Rifondazione, dei Cobas e dell'Usb, dei centri sociali locali e di alcune realtà antirazziste: «Pochi italiani», lamentano un po' tutti, anche se durante il percorso tanti bresciani si uniscono agli altri presenti sin dall'inizio, come Martina Melgazzi, studentessa del Calini, che ha scritto un pezzo sul campo di via Orzinuovi sul giornalino della scuola. Non poteva mancare Luigino Beltrami, storico volontario bresciano e appartenete all'associazione OsservAzione.
Accusato dai manifestanti, il vicesindaco Fabio Rolfi dichiara: «Non esiste diritto a fare quello che si vuole come pretenderebbero alcuni rom e sinti. Non esiste il diritto a non pagare utenze e tasse e a non mandare i propri figli a scuola, così come non esiste il diritto a non lavorare, vivendo sulle spalle di una città. Se si vuole vivere a Brescia, bisogna comportarsi come fanno i bresciani, rispettando le regole e non vivendo da separati, sulle spalle della comunità».
Il vicesindaco ha poi annunciato l'intenzione di proporre a Prefettura e Questura la revisione delle modalità di autorizzazione per manifestazioni nel centro cittadino.
Ma la Federazione Rom e Sinti Insieme ha replicato immediatamente al Vice Sindaco affermando che il Vice Sindaco Rolfi fa confusione, i sinti e rom chiedono il rispetto delle leggi e di essere trattati come qualsiasi altro bresciano. L'Amministrazione comunale deve smetterla di affermare il rispetto delle regole e attuare in ogni sua azione la negazione delle stesse regole. Come voler negare il diritto di manifestare a sinti e rom. Caro Vice Sindaco Rolfi: DOSTA! Basta!

1 commento:

u velto ha detto...

Per vedere le foto della manifestazione bisogna accedere alle seguenti pagine di Facebook:
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