Hanno lavorato sino a notte fonda i volontari della Protezione civile impegnati a San Nicolò d'Arcidano, nell'Oristanese, nelle operazioni di soccorso alla comunità rom, in grande difficoltà dopo l'incendio che ieri ha distrutto le baracche dove vivevano alla periferia del paese. Nel campo sportivo comunale sette tende fornite dal Servizio di Protezione civile della Regione e dotate di letti e biancheria sono state già montate. Il montaggio di altre tre tende sarà completato nelle prossime ore, assieme a quello di diversi gazebo per creare delle zone ombreggiate.
Sono stati utilizzati anche i locali degli spogliatoi e i servizi igienici del campo sportivo, mentre l'amministrazione comunale ha disposto già da ieri un servizio catering e, d'intesa con l'Asl, l'erogazione dell'assistenza medica ad alcune persone ammalate. La nuova tendopoli è presidiata da diversi volontari della Protezione civile. La comunità rom di San Nicolò d'Arcidano è composta da 94 persone, molti sono i bambini e diverse anche le persone anziane. Nell'incendio di ieri pomeriggio hanno perso tutti i loro averi. Con le baracche sono bruciati arredi e suppellettili e il fuoco ha incenerito anche alcuni mezzi parcheggiati nelle adiacenze. Al Comune sono già pervenute richieste di aiuto economico.
Il sindaco Emanuele Cera, che è anche vicepresidente della Giunta provinciale di Oristano e assessore provinciale con delega alla protezione civile, ha avuto un colloquio telefonico col responsabile del Servizio della Protezione civile della Regione Giorgio Cicalò, per concordare i primi interventi. Il sindaco ha ricevuto anche un'offerta di aiuto dal primo cittadino del vicino comune di Uras, Gerardo Casciu. L'amministrazione di San Nicolò d'Arcidano attende ora l'arrivo delle nuove unità abitative che saranno montate nel nell'area residenziale in fase di costruzione ormai da tempo, nell'area attigua alla baraccopoli andata in cenere ieri. I nuovi alloggi, comunque, non saranno disponibili prima di un mese e mezzo. da La Nuova Sardegna
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