Un anno fa Nicolas Sarkozy aveva lanciato il cosiddetto “giro di vite” contro i rom arrivati in Francia dall'Est Europa, in particolare dalla Romania. L'azione del Presidente francese aveva fatto scattare la reazione dell'Unione Europa che aveva stigmatizzato e censurato una direttiva del Governo francese che colpiva direttamente un gruppo etnico, appunto i rom immigrati. Dopo un anno sono stimati in Francia circa 15.000 rom immigrati, ovvero lo stesso identico numero presente prima dell'azione scellerata di Nicolas Sarkozy.
In un anno sono stati messi in azione 9.000 rimpatri “volontari”. Ad ogni persona sono stati dati euro 300,00. La spesa totale di questa politica ha portato all'esborso di quasi tre milioni di euro senza contare il costo per gli abbattimenti delle baraccopoli (di nuovo presenti) e per il costo del personale. Il risultato è che la stragrande maggioranza delle persone è ritornata dopo qualche giorno dal rimpatrio. L'Indipendent scrive: «Ginel, 42 anni, un rom che vive in un “campo” ad Aubervilliers, a Nord di Parigi, era una delle persone che ha ricevuto i 300 € per tornare in Romania. "Sono andato a visitare la mia famiglia e poi ripreso l'autobus per tornare", ha dichiarato all'Agence France-Presse. "Abbiamo ancora la speranza di trovare una vita migliore qui in Francia." I dati suggeriscono la repressione della polizia è stata controproducente, perchè ha portato ad emarginare più che mai i rom».
Inoltre, oggi il Presidente francese è politicamente attaccato da tutti i lati. Dal centro e dalla sinistra perchè si è spostato troppo a destra e dalla destra perchè la situazione è rimasta esattamente eguale a quella di dodici mesi fa. Un fallimento totale anche perchè è stato contestato anche da tutte le istituzioni internazionali, Vaticano compreso.
In sintesi: diritti umani calpestati, nessun vantaggio politico in casa, censura nel consesso internazionale, bidonville ancora presenti con l'aggiunta di uno spreco di denaro pubblico inusitato.
La problematica, se quindicimila persone possono chiamarsi una problematica, va affrontata con serietà e non con la demagogia xenofoba. Si devono costruire percorsi personalizzati sui temi fondamentali (lavoro e casa) che possono pure contemplare il rimpatrio ma questo deve essere assistito. Ovvero, c'è bisogno di una forte partnership tra le Istituzioni francesi e rumene ma anche con il privato sociale francese e rumeno per costruire appunto percorsi seri lavorativi e abitativi nella stessa Romania. di Carlo Berini
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