martedì 16 agosto 2011

Pisa, sgomberare "campi" rom non è una scampagnata estiva

Così sembra dai giornali (Il Tirreno in primis), leggendo la cronaca dell’ultimo sgombero fatto a Cisanello, anche con l’intento di “truccare” la realtà dei fatti e di occultare il dramma che stanno vivendo intere famiglie rom della Città. I campi “abusivi” sono abitati da persone in carne ed ossa, con un loro vissuto , fatto di sentimenti, di storie... come qualsiasi essere umano. E’ bene ricordarlo agli amministratori della Società della “Salute” (??) e al sindaco, convinto che montare o spostare delle video camere nei punti della città, sia la stessa cosa di sgomberare rom da un posto all’altro. No, non sono la stessa cosa...
Ricuperiamo la forza di indignarci prima che sia troppo tardi, perché Pisa sta raggiungendo il primato degli sgomberi a danno delle comunità rom. So che gli appelli che invitano codesta amministrazione alla tolleranza e al rispetto dei più deboli servono a ben poco, anzi sembra gettino benzina sul fuoco: si preferisce far mostra con disinvoltura di una politica del disprezzo verso i rom in particolare, che non ha precedenti nella storia cittadina.
Proprie due sere fa a Livorno, abbiamo fatto memoria della tragedia di Pian di Rota (in foto) dove morirono 4 bambini Rom, bruciati nelle loro povere baracche. Chi guidava la preghiera ha ricordato che questo dramma è stato alimentato anche da una serie di sgomberi, che quelle famiglie rom rumene hanno subito, prima a Pisa e poi a Livorno! Essere costretti a sloggiare da un posto all’altro, dover ricominciare sempre d’accapo, abbandonati da chi invece li doveva tutelare, per poi finire a rifugiarsi in posti sempre meno sicuri.
Questi drammi hanno varie responsabilità, ma portano anche le firme delle Ordinanze di Sindaci ed Assessori, che poi recitano falsi teatrini di ipocrisia e smielata compassione verso quelle vittime, che a volte loro stessi hanno contribuito a provocare...
Faccio un appello rivolto al corpo dei Vigili Urbani di Pisa, riconoscendo il loro prezioso contributo alla cittadinanza e che spesso non sempre è compreso a sufficienza, un lavoro difficile e delicato, proprio perché sono spesso a contatto con situazioni di disagio sociale e di differenti povertà umane, per questo mi permetto di chiedervi di fare la scelta della obiezione di coscienza, di fronte all’ordine di attuare quelle ordinanze di sgomberi di accampamenti rom che comporterebbero per quest’ultimi un peggioramento delle loro condizioni di vita. Abbiate il coraggio di rifiutare ad eseguire quegli ordini, fate prevalere il senso di umanità, fatelo anche in memoria di quelle non poche piccole vittime rom che abbiamo pianto in questi anni, a Livorno, a Milano, a Roma e in altre città Italiane.
Sarebbe un segnale forte di umanità e di democrazia, non solo per la città intera ma in particolar modo un messaggio di civiltà a chi ci governa. di Don Agostino Rota Martir, Campo rom Coltano (PI)

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