Dopo le giornate alla Basilica di San Paolo dello scorso aprile e la solidarietà diffusa della città alla condizione disumana delle comunità rom e a seguito dell’intervento della Caritas che ha risolto solo per qualche mese il problema di un riparo in una struttura d’accoglienza, ecco la cronaca della persecuzione sistematica agita nei confronti di circa duecento persone, per lo più donne e bambini, cittadini della stessa Comunità Europea che condanna le politiche discriminatorie italiane.
Rom di nuovo in fuga, di nuovo terrorizzati
Maria piange, i suoi figli intorno. E’ l’immagine dell’ottavo giorno di persecuzione. L’immagine della dignità attaccata ora dopo ora, secondo dopo secondo. La dignità di portare ogni giorno i figli a scuola, ogni alba di questo ingiusto mondo, puntuali, da un estremo diverso della città. Dopo una notte in balia di energumeni pagati dai contribuenti con guanti neri in pelle, coltelli e seghe per tagliuzzare le tende, anche con dentro bambini. Sirene lampeggianti che tampinano, inseguono, addirittura impediscono di prendere la metropolitana.
E’ la dignità di 5 tende comprate in una settimana con i risparmi di un lavoro in nero e sottopagato. E’ la dignità data dall'ammirazione degli insegnanti, del dirigente scolastico e da altri genitori.
Dopo il presidio sotto il V Dipartimento dello scorso 29 settembre (dopo lo sgombero dell'insediamento di via Salaria come da comunicato Popica Onlus), le sgombrate e gli sgombrati si sono sparpagliati in tanti rivoli, ma continuano ad essere colpiti. “Noi vi seguiamo” hanno sentenziato gli uomini in divisa nel cuore della notte, per nulla imbarazzati dalla presenza di due operatrici sociali ed una professoressa delle superiori. Non servono neanche le lettere inviate al dottor Scozzafava dalle scuole dei ragazzini rom.
Un blocco di circa 60 delle 200 persone sgomberate a via Salaria si insedia a via Papiria, zona Lucio Sestio.
Sgombero.
I restanti spezzoni, con meno bambini al seguito, dormono in cartoni ancora a Salaria, vicino al fiume. Svegliati dalle torce nel buio, scappano, si rii-accampano, la mattina girano per Roma a cercare di racimolare qualcosa per la cena. Poi buio, si ricomincia con le torce delle guardie.
Sgomberi.
Il blocco di via Papiria si accampa nel cosiddetto “canalone” di via di Centocelle, altrimenti noto come ex “Casilino 700”.
Sgombero.
La sera seguente ci si accampa in un bosco sperduto nei pressi del capolinea del 38, a Vigne Nuove. Ormai si vaga per la city senza neanche più capire dove ci si sdraia con il buio.
Ieri durante le docce di un gruppo presso la struttura concessa da una associazione, sgombero e inseguimento nei confronti di chi è rimasto a presidiare anche quest'ultimo accampamento.
Per la notte sparpagliamento in due tronconi, sempre più frammentati e nascosti.
“Vorremmo essere tutti insieme, perché abbiamo paura, ma non possiamo”.
Sono pronti però a riunirsi, in 200 e più, con tanti gagè, per rialzare la testa, per dire basta. Tutte e tutti saranno nelle strade già il 15 ottobre, con cartelli e striscioni, ad urlare la rabbia al fianco delle romnia e dei rom.
Come assemblea cittadina Vertenza Rom condanniamo con forza l’ abuso di potere da parte delle forze dell’ordine, che durante le loro “operazioni di sgombero” non permettono a nessuno di aprire bocca, non spiegano cosa stia succedendo, sbraitano contro le persone ordinando di sparire, di disperdersi in fretta, ricorrendo anche a veri e propri inseguimenti con le volanti. Azioni indegne di un paese che si dice democratico.
Uno dei rappresentanti istituzionali sempre presente agli sgomberi di questi giorni ha commentato parole testuali : "[fare gli sgomberi] è come tagliare l'erba del prato... il problema è a che altezza si taglia". Lasciamo da parte qualsiasi considerazione.
A fronte di quanto esposto come assemblea di solidali invitiamo tutte e tutti ad unirsi a chi sta subendo tante infamie e a partecipare alle mobilitazioni dei prossimi giorni in risposta alle persecuzioni razziste in atto nella città del famigerato “piano nomadi”, costato ad oggi più di 34 milioni di euro (secondo quanto denuncia l'Associazione 21 luglio) spesi per l’istituzione di ghetti etnici e per la persecuzione sistematica delle comunità rom, costituita, è bene ricordarlo, per la gran parte, da cittadini nati o residenti in Italia da decenni. di Assemblea cittadina Vertenza Rom
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