''Profonda preoccupazione per le azioni che l'amministrazione comunale sta attuando negli ultimi due anni allontanando, in più di 400 sgomberi forzati e con un altissimo costo economico (più di 6 milioni di euro), le comunità rom dagli insediamenti informali con il fine esclusivo di spostarle da una parte all'altra della città fino al successivo, inutile, inefficace e illegale sgombero.''
Ad esprimerla l'Associazione 21 luglio sottolineando che nei giorni scorsi il Comune di Roma ha ripreso il piano degli sgomberi che ha coinvolto le comunità rom e sinte della capitale. ''Si tratta - spiega l'Associazione - della prima importante azione successiva alla sentenza del Consiglio di Stato che aveva dichiarato la «illegittimità» dello stato di emergenza riferito alla presenza degli «insediamenti di comunità nomadi»''.
Secondo quanto precisano i rappresentanti dell'Associazione, il 24 febbraio le forze di polizia hanno proceduto allo sgombero di un insediamento informale in zona Laurentina - Acqua Acetosa Ostiense e alla distruzione di alcune abitazioni abitate da famiglie rom in zona Tor Sapienza.
Lunedì 27 febbraio, invece, sono state abbattute una dozzina di baracche vicino all'insediamento di via del Baiardo e circa 60 persone tra cui donne e bambini sono state allontanate. Il presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale, Fabrizio Santori, le ha definite ''presenze invadenti e sgradevoli'' e prosegue anche ieri la distruzione delle abitazioni in prossimità di via del Baiardo.
''L'Associazione - sottolinea - ha piu' volte segnalato come le azioni di sgombero condotte dalle autorita' romane fossero svolte in maniera illegale e senza rispettare quanto stabilito da norme e convenzioni internazionali. Recentemente autorevoli voci hanno denunciato le gravi violazioni riscontrate in Italia''. Per questa ragione l'Associazione 21 luglio, domenica 4 marzo, presso il teatro Valle Occupato di Roma, lancerà un appello nazionale: ''Il diritto all'alloggio non si sgombera''.
All'appello, come primi firmatari, hanno già aderito intellettuali italiani, scienziati e artisti riconosciuti e apprezzati per il loro impegno sociale. L'appello promuove una mobilitazione della società civile italiana contro le azioni che il Comune di Roma, violando i più elementari diritti umani e incurante delle raccomandazioni europee, sta pianificando da tempo contro le comunità rom e sinte.
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