Sabato 25 febbraio alle ore 15.00 oltre 20 pattuglie di carabinieri hanno circondato da ogni lato il campo della Monachina, sull'Aurelia. Alcuni di essi, muniti di giubbotti antiproiettile, con le pistole sguainate e i mitra in pugno, hanno fatto irruzione nel campo, obbligando tutti i residenti a consegnare i documenti, uscire dalle case e riunirsi in uno spiazzo centrale. Lì la popolazione è stata divisa in tre gruppi: le donne con i bambini, i maschi adulti, i ragazzi e le ragazze tra i 10 e i 15 anni.
È quindi iniziata la procedura di accertamento dell’identità, durata un’ora e mezzo, nel corso della quale i maschi adulti sono stati fotografati. Sono state effettuate numerose riprese video ed effettuate perquisizioni intorno alle baracche, che non hanno dato alcun esito.
Per tutto questo tempo l’intera popolazione del campo, donne, uomini e bambini, è stata costretta ad attendere in piedi, al freddo, nello spiazzo in cui era stata concentrata, il termine dell’operazione (pur potendo recarsi sotto scorta alla toilette).
I bambini sono rimasti fortemente traumatizzati, anche per i ripetuti gesti intimidatori (perfino con i mitra) tenuti non solo nei confronti degli adulti ma anche nei confronti di alcuni di loro: il disprezzo dei diritti dei bambini rom in quanto bambini è stato del resto denunciato da varie associazioni e anche dall'Unicef.
Alla fine, alla Monachina, tre uomini sono stati portati in questura perché privi di documenti (non sono riconosciuti dallo Stato italiano, pur essendo nati qui e non avendone, quindi, altri): due sono stati poi rilasciati, uno trattenuto in stato di arresto per precedenti penali.
Quale è la ragione di tale spiegamento di forze, dell’ostilità feroce e ostentata, di un trattamento così disumano oltre che illegale, anche dopo che una Sentenza del Consiglio di Stato ha riconosciuto illegittime le procedure dell'"Emergenza nomadi"?
Questo è purtroppo è solo l’ennesimo episodio di violenza ai danni dei residenti della Monachina, una comunità pacifica da sempre oggetto di pressioni, prepotenze e intimidazioni, anche a mezzo stampa, da parte dei politici e delle forze di pubblica sicurezza.
A queste persone viene negato da anni, dalle amministrazioni di centrodestra e di centro sinistra, l’accesso all’energia elettrica. Un diniego illegale, motivato da pregiudizi razzisti e da calcolo politico. Essi inoltre, pur abitando un’area in cui si sono insediati su indicazione dell’autorità pubblica, sono costantemente minacciati di sgombero, senza che gli venga offerta una valida alternativa abitativa.
In questo quadro, la brutale irruzione del 25 febbraio potrebbe preannunciare lo sgombero del campo, recentemente annunciato da esponenti dell’amministrazione capitolina, e il trasferimento della popolazione nei disumani «campi autorizzati» previsti dal «piano nomadi».
Denunciamo con forza la persecuzione spietata di cui sono vittime i residenti del campo della Monachina, e in particolare i Rom, e invita tutte le associazioni di base e del volontariato a prendere posizione e a reagire insieme contro queste gravi e reiterate violenze. di Monteverde Antirazzista
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