giovedì 8 marzo 2012

Vita Mia, Parla

Oggi, 8 marzo 2012, promuoviamo la lettura - spettacolo “Vita Mia, Parla” curato da Dijana Pavlovic e Giuseppe Di Leva sulla storia della poetessa jenisch Mariella Mehr. La lettura-spettacolo è interpretata da Dijana Pavlovic e George Moldoveanu. La lettura-spettacolo è già stata presentata in diversi teatri italiani e chiediamo a tutte le nostre lettrici ma sopratutto a tutti i nostri lettori di promuoverlo nella propria Città. Per contatti: ics@sucardrom.eu.

Quanto dolore può sopportare un essere umano? C’è una dose per ciascuno? Una quantità per la vita? Oltre quale soglia la persona si spezza? E come mai qualcuno si spezza producendo grande letteratura? Mariella Mehr, nata nel 1947, ha subito nei primi anni di vita terribili abusi che l’hanno ferita per sempre nel corpo e nell’anima.

La persecuzione dei sinti e degli jenische, in Svizzera, che proietta l’ombra di Porrajmos (l’olocausto rom e sinto) fin quasi all’inizio degli anni ottanta, la investe in pieno. Sua madre, lei e suo figlio ne saranno vittime. Mariella si “salva” grazie all’attività politica e giornalistica e più tardi a quella letteraria. E tuttavia la “salvezza” non è guarigione, le ferite interne vengono continuamente riaperte, quelle “esterne” pesano sulla vita di ogni giorno.

Questo spettacolo è fatto di scrittura poetica che è insieme memoria e sofferenza.

In una vecchia valigia piena di polvere ci sono tutti i ricordi di una famiglia distrutta. Nelle cartelle gialle, messi ben in fila gli atti della Pro Juventute che riguardano Maria Emma Mehr e Mariella, sua figlia. Ci sono le lettere che madre e figlia si sono scritte senza averle mai ricevute. Ci sono i diari di Mariella che contengono tutte le sue sofferenze.

Mariella in uno struggente monologo affronta la sua storia e quella di sua madre, che sono anche la storia di un popolo intero. Dopo essere diventata una grande scrittrice e paladina dei diritti del popolo Jenische, cerca di fare i conti con se stessa, con la rabbia e con il dolore che non la abbandonano mai.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusi signor Carlo mi aiuta a trovare dove si parla di questo atto civico?
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_marzo_14/investito-dopo-furto-preso-rom-pietro-mazzara-2003679738365.shtml
Lei cosa dice?, cercare di inseguire e speronare un'auto della polizia si può definire un tentato omicidio?
E se avessero risposto sparando(secondo me lecitamente visto che si attentava alla vita) scommetto che oggi qui ci sarebbero migliaia di articoli pronti a parlare di discriminazione, vero?
In realtà la discriminazione la fate voi qui, siete allo stesso livello di giornali come Libero, urlate dove pare a voi ma nascondete(manco foste voi i colpevoli) queste notizie

Carlo Berini ha detto...

Gentile Anonimo, nessuna censura.

se fosse un lettore più attento si accorgerebbe del cambiamento di strategia sul web della nostra associazione già da due anni.

Su questa pagina siamo passati da circa 1.000 post all'anno a circa meno della metà. Non perchè non affrontiamo più tanti temi ma perchè riteniamo più interativo discutere di certe notizie sui social network: facebook e twitter.

In particolare nell'ultimo anno stiamo utilizzando sempre più twitter che è più immediato e fruibile per le notizie.

In media pubblichiamo una quindicina di approfondimenti al mese su questa pagina e circa 150 notizie (commentandole) su twitter e circa 200 su facebook.

Sul caso in questione abbiamo pubblicato immediatamente su facebook la notizia, commentandola con un comunicato in cui abbiamo condannato il gesto scellerato e abbiamo fatto le condoglianze alla famiglia del Vigile Urbano.

Rimane irrisolta la questione dell'etnicizzazione delle notizie. Se lo stesso fatto fosse accaduto per esempio a Toronto in Canada e un giornalista nel suo articolo avesse indicato la presunta appartenenza etnica della persona che si ritiene abbia commesso un reato, sarebbe scattata la denuncia penale per il giornalista. Quando si dice un Paese Civile, ci pensi...

Anonimo ha detto...

Mi faccia una cortesia, prima di rispondere col solito cliché perda almeno due minuti a leggere di cosa si sta parlando, altrimenti rischi di fare la figura barbina di questo caso.
Giusto per dire quanto ne avete parlato!

Carlo Berini ha detto...

Mi scusi ha ragione.

Secondo lei cosa dovremmo dire se un sinto o un rom è accusato di un omicidio colposo?

Non siamo mai intervenuti quando delle persone sinte e rom erano vittime e non abbiamo nulla da dire se avviene al contrario.

Anonimo ha detto...

Mi scusi se insisto ma, a parte che se lei considera questo omicidio colposo, domani troverà orde di razzisti che entrano con suv giganteschi per i campi rom con la certezza che al massimo è omicidio colposo!
Tralasciando questa differenza di vedute, il grosso problema che travalica la responsabilità PERSONALE di questo delinquente è la GRANDE rete di complicità che ha permesso a questo individuo di nascondersi per tanto troppo tempo.
rComplicità che, stando a ciò che viene dichiarato dalle forze dell'ordine, ha coinvolto diversi campi in cui questo personaggio ha goduto di protezione e ospitalità.
Questo mi scusi, ma la fa diventare responsabilità non + personale.
Poi faccia lei, la coscienza è la sua, a me basta averle insinuato un dubbio sulla linea editoriale.

Carlo Berini ha detto...

Io ho fiducia nella magistratura.

Penso che se vi sono state delle complicità (non mi risultano avvisi di garanzia) debbano essere punite come è giusto che sia.

Nella porta accanto alla mia nel condominio dove abito, spacciavano droga. Non me ne sono accorto fino a quando non li hanno arrestati. E con me erano increduli tutti quelli che abitano nel condominio.

E ancora, quando ero ragazzino andavo a giocare a casa di un amico tutti i giorni, a pochi passi da casa mia. Era una base delle brigate rosse...

Sono forse stato complice? No, anche se ero lì.

La responsabilità, nel caso da lei citato, non è di tutti i rom di Milano che abitano in un cosidetto "campo" ma, se la Magistratura l'accerterà, la responsabilità sarà personale di chi l'ha aiutato sapendo che era ricercato.

in ultimo, questo spazio web non ha una linea editoriale perchè non è un prodotto editoriale. postiamo il 99% di quanto ci inviano le persone che ci leggono.

Anonimo ha detto...

Non ho detto che tutti gli abitanti di tutti i campi sono responsabili.
Noto con piacere che in questo caso ha fiducia nella magistratura, cosa che ad esempio nel caso del rogo di torino non rilevavo.
Comunque anche in caso di complicità le responsabilità restano personali.
I suoi esempi però sanno di giustificazione da unghie sul vetro.
Un conto è non accorgersi di cosa fa il vicino, un altro è proteggere e avvisare un assassino.
Ma vedo che abbiamo punti di vista distanti, probabilmente sono corretti i suoi.