giovedì 8 novembre 2012

Il Giornale e la scuola italiana del giornalismo xenofobo

Il Giornale ritorna sulla leggenda degli “zingari rapitori di bambini” con un pezzo da scuola italiana di quel giornalismo xenofobo e razzista (vedi questo caso) che vede appunto nel quotidiano diretto da Sallusti uno dei campioni in assoluto.

Leggendo l'articolo, scritto da Paola Fucilieri non nuova al giornalismo xenofobo, è chiaro che una persona non identificata ha scippato a una donna una borsetta che conteneva due euro e ha tentato di farsi consegnare gli anelli. Un testimone, Giuseppe Galdiero, è giustamente intervenuto bloccando l'aggressore che gli ha sparato un colpo di pistola alla gamba per divincolarsi, riuscendo così a fuggire in auto. I Carabinieri che stanno indagando dichiarano: «Abbiamo iniziato subito le ricerche dell'aggressore, ma la descrizione che abbiamo è molto vaga».

Questo il fatto di cronaca nera successo a Milano, ma Il Giornale di Sallusti titola: “Rom rapisce una bambina e spara all'eroe che la salva” senza nessuna evidenza perchè non siamo in presenza di una dinamica di rapimento e nessuno ha identificato l'aggressore.
 
La giornalista per giustificare la sua tesi utilizza una fonte: le sensazioni di Giuseppe Galdiero (ex Consigliere comunale del Pdl) che seppur con il «volto terreo e in procinto di entrare alla clinica Humanitas, ha trovato la forza per raccontare tutto alla stampa locale». Bravo il Galdiero a sventare il reato ma certe affermazioni, amplificate dalla fantasia della giornalista, sono indice di una persona che, imbevuta di stereotipi e pregiudizi, prende fischi per fiaschi. E' infatti inverosimile che si tenti un rapimento di una bambina prima scippando una borsetta, accertarsi che non ci siano soldi nella stessa e di conseguenza cercare di farsi consegnare gli anelli...

Naturalmente la giornalista ci mette del suo perchè nell'articolo esplicita il suo personale teorema razzista, insinuando preventivamente nella mente del lettore che la scomparsa di Angela Celentano ma anche quella di Denise Pipitone sia opera degli “zingari rapitori di bambini”.

Ne esce un quadro sconfortante di un certo giornalismo italiano che è sempre a caccia dell'untore rom per fomentare la paura e di conseguenza l'odio verso tutte le persone che appartengono alla minoranza più discriminata d'Europa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nel mio libro "L'Identico e il Diverso. Una genealogia del razzismo" (Faligi Editore, di prossima pubblicazione) tratto proprio questo tema, chiamato sulla scia di quanto detto anche dal prof. Roberto Escobar: "metamorfosi della paura". I rom rapiscono i bambini, i marocchini spacciano, i nigeriani si prostituiscono... e gli italiani? Gli italiani sono brava gente, impegnata a difendersi dall'assalto di queste forze ostili. Diverse da noi e quindi ostili. Espellendo le proprie paure e i propri difetti al di fuori del proprio gruppo, del Noi, si ha quasi la sicurezza che il quieto vivere non venga turbato, e sia difeso da presunti nemici dell'ordine sociale. Tutti quelli che sono come Noi sono nel giusto. Gli Altri-da-Sé vanno perseguiti e respinti perché possono crearci problemi. Questo modo di pensare, se reiterato e amplificato dai media, genera delle vere e proprie tautologie sociali, ossia delle verità indubitabili e assolute, che si impongono nella coscienza della gente con la forza del dogma. Diversamente dalle tautologie matematiche, fondate sull'evidenza, queste verità si celano dietro la PRESUNTA evidenza, ma come le matematiche appaiono impossibili da scalzare.
Stefano Airoldi
http://letterariamenteblog.wordpress.com/2012/11/06/martino/
(www.editingplus.it)