martedì 4 novembre 2014

Torino, lettera aperta a Gramellini

Egregio dr. Gramellini, mi lasci dire che il suo commento di sabato 25 ottobre alla notizia dello “sdoppiamento” della linea di autobus n. 69 nel Comune di Borgaro mi ha proprio sconcertato. E per più di un motivo.

In primo luogo perché lei afferma che il provvedimento preso dal sindaco . Proprio così ha detto: . Ma come ricorda? Non lo ricorda per nulla:è proprio apartheid, bello e buono apartheid! Cioè esattamente l’opposto delle integrazione che lei afferma essere l’unica soluzione possibile del problema. Peccato però che essa richieda tempo,lei lamenta. E quindi, nelle more, poiché non ci si può limitare a e ,va bene istituire una “navetta”, che faccia la spola, senza fermate intermedie,tra il campo nomadi e il capolineae farci viaggiare i Rom e solo i Rom,riservando la linea 69 solo ai non Rom, cioè ai gagé, abolendo la fermata del 69 all’altezza del .


Ma si rende conto che così l’apartheid è completa? I Rom, che già sono segregati nel , vengono segregati anche sui mezzi pubblici di trasporto! Perché non è vero, dr. Gramellini, che . Invece sono proprio tutti eguali: sono brutti, malsani, degradati, dei veri e propri luoghi di segregazione etnica dove vengono rinchiuse a forza le comunità di una minoranza linguistica, a cui, dopo averla ricoperta con cumuli di prevenzioni e pregiudizi, non vengono riconosciuti nemmeno i diritti elementari, quali il rispetto della dignità personale, il diritto ad abitare civilmente, a procurarsi di che vivere con un lavoro normale. Non vivono di espedienti per scelta, ma per necessità. Nessuno infatti dà lavoro a un maschio Rom; e ad una donna Rom non si affida nemmeno la pulizia delle scale di un piccolo condominio.

Non rispettano le leggi? Assai spesso è vero, come per ogni sottoproletariato: è arduo infatti rispettarle se non si può vivere che di espedienti. Ma quante volte si attribuiscono ai Rom colpe e comportamenti che non sono loro e quante volte si ingigantiscono fatti senza dubbio riprovevoli e si trasformano singoli episodi in prassi generalizzate. A riprova, lei stesso cita l’episodio di un padre che a Borgaro smarrisce un bambino ed accusa i Rom di averlo rapito; io gliene potrei citare tanti altri a dimostrazione di quanto frequente e grave sia la propalazione di notizie false a carico dei Rom; mi limito a due: il pogrom della Continassa e l’uccisione a Roma nel 2008 della signora Reggiani, che, attribuita ad un Rom, dette la stura a una violenta campagna mediatica antizigana; l’uccisore, però,un tal Mailat, Rom non era.

E veniamo alla vicenda che ha motivato lo “sdoppiamento” della linea 69. In quel che lei ha raccontato senza dubbio c’è del vero, comportamenti insopportabili ed inaccettabili da parte dei Rom certamente ci sono stati. Ma da come lei l’ha riferita si potrebbe pensare che tutti i giorni i Rom, saliti sull’autobus 69, sputassero in faccia ai vecchi e bruciassero e tagliassero i capelli alle ragazze. Le sembra verosimile? Lo ha verificato? E per quanto tempo sarebbe durata questa storia?
Per l’esperienza che ho di un mondo che frequento abbastanza, penso che la contrapposizione tra i due fronti si sia andata costruendo progressivamente e che la tensione tra i due, innescata chissà da quale episodio, sia andata via via crescendo insieme ai gesti di intolleranza e di offesa, senza che nessuno sia intervenuto per gestire una situazione sempre più pesante. Fin quando è esplosa in modo eclatante. Quanto meno ci sono state inerzia ed incuria da parte di chi ha tra i suoi compiti istituzionali quello di darsi carico della coesione sociale, specialmente quando e dove ci sono sacche di disagio grave.

Su di un punto però sono d’accordo con lei: per . Verissimo. Infatti,occorrerebbe anzitutto che fossero le istituzioni per prime a rientrare nel rispetto delle norme e della legalità, eliminando i campi nomadi (la cui illegittimità è stata solennemente sancita da sentenze del Consiglio di Stato e della Corte di Cassazione) ma non semplicemente abbattendoli e lasciando all’addiaccio chi in qualche modo vi aveva trovato rifugio. E poi occorrerebbe un’opera intelligente e sistematica di avvicinamento tra gagé e Rom, perché si conoscano e si riconoscano reciprocamente, superino diffidenze e sospetti, scoprano l’infondatezza di pregiudizi e prevenzioni o per lo meno li ridimensionino.

E’ questo che avrebbero dovuto fare, anche prima, il sindaco e l’ assessore di Borgaro e che lei, in mancanza, avrebbe dovuto consigliare loro, e non solo a loro, commentando la vicenda. Questo ci si aspetta dai media, in particolare da una trasmissione come Che tempo che fa e da chi, come lei, vi svolge un ruolo di maitre à penser. di Nino Lisi, Cittadinanza e Minoranze

8 commenti:

Anonimo ha detto...

"Non rispettano le leggi? Assai spesso è vero, come per ogni sottoproletariato: è arduo infatti rispettarle se non si può vivere che di espedienti. Ma quante volte si attribuiscono ai Rom colpe e comportamenti che non sono loro e quante volte si ingigantiscono fatti senza dubbio riprovevoli e si trasformano singoli episodi in prassi generalizzate"

scuse
condividione degli atti illegali
condanna di chi subisce gli atti dei rom

Siete fantastici!
sinceramente a leggervi uno non può che odiare i rom!

Sono anime candide incolpevoli, quando sbagliano lo fanno perchè gli altri li obbligano!

Ad esempio se occupano case abusivamente, privandone altri, la colpa è degli altri(la cosa divertente è che pur di occupare sopportano di vivere in un appartamento, cosa che VOI dite inaccettabile per le loro usanze quando gli è stato proposto questo!)
Se sfruttano, compranopestano e puniscono invalidi per l'elemosina la colpa è della società che li obbliga a questo!

SVEGLIATEVI!!!!
rappresentate lo 0,007 % della popolazione eppure TUTTI i giorni siete sulla cronaca!

forse una riflessione e una sana autocritica almeno sulla comunicazione dovreste farla!

PS
come sempre, vigliaccamente, non risponderete!
Eppure vorrebbero essere critiche costruttive alla vostra dubbia capacità di comunicare

Anonimo ha detto...

Trovo che questo spazio vi rappresenti perfettamente.
Volete il confronto, uno scambio equo ma poi di fatto non accettate nessun confronto.
Come da tradizione volete dagli altri ciò che voi non siete disposti a dare:un confronto!
Auguro a questo spazio tanta fortuna ma sinceramente se è solo una pagina di propaganda senza nessun confronto, nessuno scambio d'idee(chiaramente basato sull'educazione e la correttezza) resterà uno spazio sterile.
Buona vita, buona strada

u velto ha detto...

Noi discutiamo con chi vuole seriamente cercare soluzioni.

Baucho ha detto...

Ciao a tutti,
sono stato un assiduo lettore del blog di Tiscali e per un po' anche di questo che ogni tanto torno a rileggere.
Vorrei chiedere: quali sono i problemi?
Ciao e grazie.

u velto ha detto...

Un bus separato per i rom e alcuni articoli apparsi su La Stampa.

Baucho ha detto...

Volendo cercare una soluzione per il bus, sempre che le notizie della stampa siano veritiere, riavvolgo la questione:
- un bus a parte messo in opera dal Sindaco dopo le lamentele di alcune persone che di questo servizio pubblico fanno uso secondo il loro diritto;
- lamentele per molestie, prepotenze e anche una bruciatura di capelli con l'accendino subita da una ragazza straniera;
- atti che sembra siano compiuti da alcuni di quelli che utillizzando come è loro diritto questo servizio pubblico vanno e vengono dal così detto campo nomadi;
- quelli che vanno e vengono dal così detto campo nomadi utilizzando come è loro diritto il mezzo pubblico e pare compiano queste cose, sono raggruppati nel così detto campo nomadi con le loro famiglie anche da Nazioni diverse;
- quelle persone sono raggruppate in un così detto campo nomadi perché non si sa dove metterle dal 1975 o giù di lì, quando i loro genitori dallo sfacelo dell'allora Jugoslavia sono fuggite in Italia a causa di persecuzioni e discriminazioni.
Fosse corretta la mia analisi, quelle difficoltà di allora sono state risolte con il così detto campo nomadi, le difficoltà di adesso sono risolte con un bus separato. Il rimedio alle difficoltà, in questo caso, crea un problema, sia allora, come oggi. Le difficoltà non risolte o risolte nel modo sbagliato creano il problema!
Vi ringrazio per questa occasione che mi avete dato di chiarirmi un poco le idee, però rimangono le difficoltà. Qualche idea?...

u velto ha detto...

Dalle notizie stampa apparse negli ultimi giorni sembra che la questione sia ridimensionata di molto anche perchè dai dati dell'azienda di trasposto pubblico non è quella la linea che da più problemi ma altre.

Baucho ha detto...

Oh! Grazie! Vorrei fare alcune osservazioni. Le questioni simili a questa si guardano come se fossero un unico problema; cioè, le varie difficoltà vengono messe tutte insieme e non si sa da che parte prendere queste questioni. Mi sembra che in più occasioni le parti interessate in queste questioni abbiano ritenuto di avere tutte ragione.
Ho scomposto allora, come in questo esempio dell'autobus, la questione.
1) Le amministrazioni comunali o gli organi di vigilanza dello Stato risolvono le difficoltà quando si presentano ma forse non hanno un dialogo con le parti interessate o non mettono in dialogo le parti interessate.
2) Le persone che si trovano insieme hanno diversi modi di vedere le cose, hanno diverse aspettative su ciò che - per esempio - è il viaggio su un mezzo pubblico (qualcuno vorrà stare tranquillo e godersi il panorama, qualcun altro vorrà socializzare, qualcun altro troverà un modo per farsi notare, e via dicendo, e tutti condividono lo stesso viaggio ognuno secondo le proprie inclinazioni - nel rispetto della libertà di ognuno). Il conflitto, se dico bene, è dovuto anche qui alla mancanza di dialogo. Ci fossero invece reati, ognuno sarebbe di fronte alle proprie responsabilità e alla propria libertà e alla volontà di scelta; io penso che anche quando un modo di comportarsi può essere la conseguenza dell'abbandono o del rifiuto, una persona è sempre libera di esercitare la propria volontà, ma, nell'esercizio di autonomia e di realizzazione di sé, quello che si vuole e quello che ci si aspetta dagli altri può dipendere dalle abitudini che possono essere diverse tra un individuo e l'altro. Sono sicuro però che essere riconosciuti dagli altri è fondamentale per tutti, fin dai primi giorni di vita e sempre.
3) Alcuni modi di fare possono essere appresi per imitazione, e per sentirsi riconosciuti come persone che valgono, cioè valorizzati. Io valgo perché tu mi riconosci, e tu mi riconosci se mi comporto in un determinato modo. Mi sento di dire che valorizzare vuole dire proprio dare valore. E riconoscere che una persona ha valore è un dovere di tutti, dalla famiglia alla società, al mondo del lavoro, alle relazioni sociali. Il valore delle persone mi sembra un bene da condividere e da riconoscere.
4)Allontanare le difficoltà e limitarsi a risolvere le questioni solo quando qualcuno si lamenta o quando si avvicinano le elezioni, non fa che complicare la situazione. Pare che manchi proprio il dialogo tra gli interessati.
Il così detto campo nomadi è proprio la risultanza della mancanza di dialogo e si trasforma nella mancanza di valorizzazione delle persone.
Grazie di nuovo per questa opportunità di comprendere un po' di più queste questioni. Mi sono dilungato ma queste cose le ho pensate per merito vostro e volevo condividerle. Ciao ciao.