mercoledì 14 ottobre 2015

Per il riconoscimento della minoranza rom e sinta, per superare i “campi”, il pregiudizio e la discriminazione


Rilanciamo la campagna SE MI RICONOSCI MI RISPETTI, promossa da 43 associazioni rom e sinte con la raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare “NORME PER LA TUTELA E LE PARI OPPORTUNITA’ DELLA MINORANZA STORICO-LINGUISTICA DEI ROM E DEI SINTI”.

Il superamento dei campi ghetto, della loro logica segregazionaria, della distribuzione di soldi pubblici a enti assistenziali e associazioni e fondazioni varie il cui compito si esaurisce nel lasciare le cose come stanno senza che nulla si risolva per rom e sinti - dal lavoro alla casa alla scuola alla salute – è un traguardo che non si realizza senza una legislazione nazionale che superi l’attuale frammentazione regionale e affronti e risolva la specificità di una minoranza diffusa su tutto il territorio nazionale e di più antico insediamento.

Le 43 associazioni hanno condiviso il lavoro dei giuristi del convegno internazionale tenuto alla università Bicocca di Milano con la partecipazione delle associazioni rom e sinte italiane che si è condensato in un disegno di legge depositato presso il Senato (ddl 770 del senatore Palermo). Sarebbe stato più facile – e più comodo - limitarsi a raccogliere qualche adesione a questo ddl tra parlamentari, docenti ecc. attenti e disponibili su questo tema, invece abbiamo scelto la strada della legge di iniziativa popolare.

1 commento:

stylus ha detto...

Una volta, c'era bisogno della lingua scritta che confermasse l'esistenza di una minoranza linguistica; oggi, c'è ancora bisogno della lingua scritta per dire che esiste una minoranza linguistica? I nuovi mezzi di comunicazione creano documenti in continuazione: i social network non sono fatti solo di parole ma - e soprattutto - di immagini e in maniera sempre maggiore di video. Non c'è più bisogno, secondo me, che la lingua sia scritta. L'origine della lingua italiana si attribuisce alle prime scritture della lingua, in quanto "carta canta", e, siccome carta canta, uno scritto diventava testimonianza più o meno duratura dell'esistenza di una lingua. La lingua parlata non aveva una testimonianza così efficace come quella scritta. Oggi però i nuovi mezzi digitali della comunicazione permettono di lasciare testimonianza anche alla lingua parlata. E che bella lingua! Evviva!