Licenziati i due dipendenti della Lidl
di Follonica, in provincia di Grosseto, che hanno commesso un crimine
d'odio sequestrando due donne rom nel box dell'immondizia. I due
ridevano e filmavano la scena mentre una di loro, Margherita, si
disperava. Plaudiamo l'iniziativa della direzione della Lidl Italia
che ha ritenuto inaccettabile il comportamento dei suoi dipendenti.
Alla fine del febbraio scorso due donne
entrano nel box dell'immondizia del supermercato LIDL a Follonica e
iniziano a rovistare nei cassonetti per trovare qualcosa da mangiare.
Tre dipendenti arrivano e le chiudono dentro, imprigionandole e
filmano la scena per una quarantina di secondi, mentre una delle due
donne, Margherita (in foto), urla disperata.
La Lidl Italia era subito intervenuta
affermando in una nota: «Siamo venuti a conoscenza del video diffuso
in rete. Prendiamo le distanze senza riserva alcuna dal contenuto del
filmato che va contro ogni nostro principio aziendale. Lidl Italia si
dissocia e condanna fermamente comportamenti di questo tipo.
L'azienda sta verificando le circostanze legate al video e si avvarrà
di tutti gli strumenti a disposizione, al fine di adottare i
provvedimenti necessari nelle sedi più opportune».
Matteo Salvini, segretario della Lega
Nord, rilancia il video chiedendosi “cosa ha da urlare questa
disgraziata” e poi lancia sui social “#ruspa”. Al contrario
diversi politici e intellettuali avevano immediatamente condannato l'accaduto. Il Sindaco di Follonica afferma: «Quello che mi ha
colpito maggiormente è stata l’indifferenza di questi due ragazzi
che hanno dimostrato la totale inconsapevolezza di quello che si fa
in una sorta di dissociazione di se stessi». Uno dei dipendenti,
iscritto alla CGIL; è stato immediatamente sospeso dal sindacato.
Quando i dipendenti della Lidl vengono
inquisiti per sequestro di persona, Matteo Salvini apostrofa come
“frugatrici” le due donne e si schiera apertamente con chi ha
commesso il crimine d'odio offrendo la tutela legale della Lega Nord.
Massimo Dalema afferma: «Chi incoraggia la violenza è una minaccia
per la società e una minaccia per la democrazia. Salvini rientra in
questa categoria». Mentre Roberto Saviano scrive un fondo su
Repubblica dal titolo «Scusate se parlo ancora dei deliri di Salvini».
Intervengono le associazioni sinte e
rom con una lettera sottoscritta da 28 organizzazioni chiedendo al
Governo italiano di impegnarsi seriamente nel contrasto
all'antiziganismo, all'Ordine dei Giornalisti di fermare la
propaganda antizigana e alla Lidl Italia di punire i responsabili del
crimine d'odio.
Qualche giorno fa la Lidl Italia ha
licenziato un dipendente e non ha rinnovato il contratto ad un
secondo dipendente resosi responsabile del crimine d'odio. Sucar Drom
ha immediatamente plaudito l'azione della Lidl Italia che ha dato
concretezza ai propri principi aziendali.
I crimini d'odio (hate crime) sono
sempre più in ascesa in Italia, insieme ai discorsi d'odio (hate
speech). Nell'articolo "Delitti d'odio e hate speech: il punto sull'Italia" si riportano i dati rilevati dall'OSCE. In Italia i
crimini d'odio rilevati dalle autorità sono stati 56 nel 2010, 472
nel 2013 e 596 nel 2014. Le 596 segnalazioni del 2014 hanno un
movente razzista o etnico in 413 casi, un movente religioso in 153
casi; sono riferiti all’orientamento sessuale in 27 casi e alla
disabilità in 3 casi. I reati razzisti includono 1 omicidio, 34
aggressioni, 11 danni alla proprietà, 9 casi di furto e rapina, 4
casi di vandalismo, 52 minacce, 3 casi di disturbo alla quiete
pubblica e 299 casi non specificati. Guardando al “movente”,
prevalgono i delitti che hanno avuto una matrice razzista o “etnica”
(61.4%) o uno sfondo religioso (19,8%). Gli altri delitti segnalati
sono riconducibili all’orientamento sessuale (15,7%), all’identità
di genere (0,69)% o alla disabilità della vittima (1,9%).
Secondo il report sui crimini d'odio
licenziato da Lunaria le denunce dei crimini d'odio non rispecchiano
le reali dimensioni del fenomeno: vi sono infatti elementi di
contesto che non favoriscono la denuncia di questo tipo di reati: un
clima culturale, sociale e politico ostile nei confronti dei migranti
e dei rifugiati e di alcune minoranze. In particolare, le persone
appartenenti alla minoranza rom e sinta difficilmente denunciano i
crimini d'odio per sfiducia nelle istituzioni italiane.
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