Martedì 11 aprile scorso, nella Sala
del Regno dei Testimoni di Geova di Mantova, la Commemorazione della
morte di Gesù è stata celebrata per la prima volta in sinto cìb (lingua sinta) coinvolgendo la comunità sinta presente sul territorio
mantovano. Subito dopo il tramonto, i ventitré presenti, di cui
quindici di origine sinta, hanno potuto riflettere su ciò che è
stato esposto da un breve discorso inerente gli effetti positivi del
sacrificio di Cristo.
In apertura, il presidente
dell'adunanza Simone Vella, ha dato in lingua sinta il benvenuto e ha
invitato i presenti a intonare un cantico. Dopo aver pronunciato la
preghiera iniziale ha indicato il tema del discorso biblico: Iam
rikonoscenti par koa ke Kristo kardàs mendar - Mostriamo
riconoscenza per quello che Cristo ha fatto per noi-.
Simone D’Agostino (in foto) ha preso la parola.
Nell’introduzione del discorso ha evidenziato che quella era una
speciale occasione e la loro presenza dimostrava che erano
riconoscenti per il più nobile atto d’amore mai compiuto - iam
krol kai in ketani oské kamaia ke u Baro Deval Jahvé ginela ke iam
rikonoscenti par koa baro atto ke kardàs mendar-. Ha aggiunto: “In
questo stesso giorno, circa 2.000 anni fa, Gesù Cristo diede la
propria vita per liberarci dalla condanna del peccato e della morte”
- kava divas 2.000 bers fa, Gesù diàs peskar gipe par ta mukel
mendar du pekato e du murape -.
D’Agostino ha inoltre sottolineato
che Gesù stabilì che i suoi discepoli tenessero una cerimonia molto
semplice e che dovesse essere celebrata una volta all’anno “Gesù
kamiàs ke pengar discepoli rekarenas ia kulto but semplice para ta
na bistardenpe peskur sakrificio ke kardàs mendar, ia volta in dur
bers (Luca 22: 19, 20)”.
Un aspetto che D’Agostino ha
sviluppato è relativo al perché avevamo bisogno di essere liberati.
Ha spiegato: “Adamo, u primo rom, islo dinglan leste ia posibilità
ta cel gildo par sempre, kaia oportunità is pur ta vel, se sunelas
pur Baro Deval. Na kardàs u kamiàs u Deval, Adamo nasadis i
posibilità ta cel sido, kuando poi viàs dat i condana du mule vias
trasmesa anke ar peskar ciave ( romani 5:12)” - Adamo, il primo
uomo, aveva davanti a sé la prospettiva di vivere in eterno, questa
prospettiva si sarebbe concretizzata se avesse ubbidito a Dio. Con la
sua disubbidienza, Adamo vide sfumare la prospettiva di vivere per
sempre. Quando poi diventò padre, la condanna della morte fu
trasmessa anche ai suoi figli (Romani 5:12) -.
D’Agostino ha quindi domandato: "Isli
ià posibilità ke krol ke vien dop Adamo cenas mukli dia pengar
kondana ke vies par leste?” - C’era qualche speranza che i
discendenti di Adamo potessero essere liberati dalla condanna che
avevano ereditato? -. La risposta è stata: “Kokaro u kardàs du
Gesù kon peskur murape, diasli i posibilità ta cen mukli (Matteo
20:28; Efesini 1:7). Jahvè biciadàs peskur ciavo oske kun pasela u
Deval ilo i gidi par sempre (Giovanni 3:16)” - Potevano essere
liberati grazie al sacrificio di riscatto di Gesù Cristo, provveduto
da Dio (Mt 20:28; Ef 1:7). Geova mandò il suo unigenito Figlio
perché chiunque esercitasse fede in lui potesse ottenere la vita
eterna (Gv 3:16) -.
D’Agostino ha quindi esclamato: “I
sukar ke sunelpe ke Gesù cias disposto ta sufraren e marel par ta
delmi i gipe” - È estremamente toccante che Gesù sia stato
disposto a soffrire e morire al posto nostro per darci la vita -.
Al termine del discorso, subito dopo
aver ascoltato le preghiere di Jovitza Jacupovic per il pane e Simone
Vella per il vino secondo quanto riportato in 1 Corinti 11: 23-25, vi
è stata la cerimonia del passaggio del pane e del vino secondo la
maniera in cui lo fece Gesù con gli undici fedeli apostoli la sera
prima di essere messo a morte.
Simone D’Agostino ha quindi concluso
il discorso chiedendo: “U ime ta kara per ta dimostrarà
rikonoscenza?” - Cosa dobbiamo fare per mostrare riconoscenza? -.
Ha quindi esortato con queste parole finali: “Jahvè kamela ke
karaia parte da pengar familia. U kardas Gesù menghe, ci permete ta
velmit ia relazione con pengar dat: u Baro Deval Jahvé. Ime ta kara
i penela pur pengur ker (1 Timoteo 3: 14, 15) U baro Deval Jahvé
kamela ke vivaren karai u kamela… e delmi a vas par ta karelo!
Kuando iam tele, pitravaia mengur zii, mengalo kon kroll mengur zii!
Konsularen tu mengar fede in dur Baro Deval i ta pringiarenlo fedar.
Fedar pringiaraia u Baro Deval Jahvé e pengur ciavo Gesù, fedar i
kamaili. Gian sempre ku kulto, miga pena para okasioni importanti ar
kaia. In dur prosimi divas continuaràs ta hoavas pur peskro
sakrificio kon gratitudine.” - Geova desidera che facciamo parte
della sua famiglia di adoratori .Il sacrificio di Gesù ci permette
di stringere un rapporto del tutto particolare con il nostro
amorevole Padre celeste. Occorre rispettare le regole della sua casa
(1Tm 3: 14, 15). Dio vuole che viviamo secondo le sue norme, perciò
ci aiuterà a farlo. Quando siamo scoraggiati, apriamogli il nostro
cuore pregando fervidamente. Consolidate la vostra fede in Dio
approfondendo la conoscenza che avete di lui. Più conoscerete Dio e
Cristo, più li amerete. Assistete regolarmente alle nostre riunioni,
non solo in occasione di eventi speciali come questo. Nei prossimi
giorni continuiamo a riflettere sul suo sacrificio con riconoscenza
-.
Infine Simone Vella, presidente
dell’adunanza, ha chiuso l’avvenimento con un cantico e una
preghiera finale.
I sinti e le sinte presenti |
Questa prima
Commemorazione in lingua sinta si è organizzata grazie
all’iniziativa del ministro itinerante dei Testimoni di Geova Ivo
Di Blasio , supportato da Simone D'Agostino. L'adunanza è stata
condotta dallo stesso Simone D'Agostino e da Jovica Jacupovic,
appartenenti alla minoranza linguistica sinta e rom. Ha inoltre
contribuito all’evento, sempre in lingua sinta, Simone Vella pur
non essendo un'appartenente alla minoranza linguistica.
Ivo Di Blasio, ministro itinerante dei Testimoni di Geova |
Nei giorni precedenti a questo evento
oltre 8 milioni di volontari Testimoni di Geova di tutto il mondo, in
240 nazioni hanno invitato le persone a partecipare a questo
speciale avvenimento, la Commemorazione della morte di Gesù Cristo.
Lo scorso anno oltre 20 milioni di persone hanno accettato l’invito
ad assistere a questo momento di riflessione e quest’anno anche gli
appartenenti alla minoranza linguistica sinta hanno avuto modo di
farlo nella propria lingua del cuore. di Simone D'Agostino
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