In tutta l'Europa le persone
appartenenti alla minoranza linguistica sinta e rom parteciparono
alla Resistenza per la Liberazione dal fascismo e dal nazismo. In
Italia, dopo l'8 settembre del 1943, sinti e rom fuggirono dai campi
di concentramento dove erano rinchiusi dal settembre 1940. Molti
vennero rastrellati dai fascisti e dai nazisti ed inviati nei campi
di sterminio, ma alcuni riuscirono a nascondersi e a partecipare alla
lotta partigiana anche a costo della propria vita. Questo pezzo di
storia italiana è misconosciuta anche per il disinteresse dimostrato
in questi anni dall'ANPI e dagli Istituti di Storia.
Nell'autunno del 1943 nel Nord Italia
le famiglie sinte e rom scappano dai campi di concentramento e si
nascondono. Ma alcuni lasciano le famiglie e si uniscono ai
partigiani per combattere e sconfiggere i fascisti e i nazisti. Altri
aiutano da patrioti le formazioni partigiane.
La ricerca sul ruolo svolto dalle
persone appartenenti alla minoranza linguistica sinta e rom è ancora
lontana dall'offrire un quadro completo sull'impegno in particolare
dei sinti per la sconfitta del fascismo e del nazismo. Ecco
l'elenco aggiornato delle persone che parteciparono alla Liberazione
Giuseppe “Tarzan” Catter
Partigiano combattente
Nato in Provincia di Cuneo nel 1923,
Giuseppe di mestiere faceva l'orologiaio. Si unì ai partigiani con
il nome di battaglia di “Tarzan”. A 21 anni, nel 1944, è stato
catturato dai fascisti sul Colle San Bartolomeo, nelle Alpi Liguri.
Fu portato ad Aurigo (IM) e torturato affinché parlasse. Tarzan non
parlò e venne ammazzato. A lui, eroe partigiano e Medaglia al
Valore, fu intitolata la sua Brigata combattente.
Amilcare “Taro” Debar
Partigiano combattente
Nato a Frossasco nel 1927, aveva sedici
anni quando entrò come staffetta, nelle Formazioni Garibaldi.
Sfuggito alla fucilazione, raggiunse le Langhe, dove divenne
Partigiano combattente con il nome di “Corsaro” nella 48° Bgt.
Garibaldi “Dante Di Nanni”, partecipando alla Liberazione di
Torino. Taro ricevette il diploma di Partigiano dalle mani del
Presidente Sandro Pertini.
Renato “Zulin” Mastini
Martire di Vicenza
Nato a Copparo (FE) nel 1924, svolge
l'attività di spettacolo viaggiante. Nell'agosto del 1944 con il
nome di battaglia “Zulin” entra a far parte nella seconda brigata
“Damiano Chiesa” e partecipa ad azioni della "F. Sabatucci".
Viene fucilato a Vicenza l'undici novembre 1944.
Walter “Vampa” Catter
Martire di Vicenza
Nato a Francolino di Ferrara nel 1914,
di professione circense, entra a far parte della seconda brigata
“Damiano Chiesa” con il nome di battaglia “Vampa”. Il 22
ottobre 1944 la Brigata Nera di Camposampiero irrompe nella sua
campina e lo arresta insieme a Renato “Zulin” Mastini, Lino
“Ercole” Festini e Silvio Paina. Viene fucilato a Vicenza
l'undici novembre 1944.
Lino “Ercole” Festini
Martire di Vicenza
Nato a Milano nel 1916, di professione
musicista-teatrante, entra a far parte della seconda brigata “Damiano
Chiesa” con il nome di battaglia “Ercole”. Arrestato il 22
ottobre 1944, insieme agli altri tre Martiri sinti, viene incarcerato
a Camposampiero (PD) e torturato dal famigerato fascista Nello
Allegro. Viene fucilato a Vicenza l'undici novembre 1944.
Silvio Paina
Martire di Vicenza
Nato a Mossano (VI) nel 1902, di
professione circense entra a far parte della seconda brigata “Damiano
Chiesa” grazie al Zulin. Arrestato il 22 ottobre 1944. Insieme agli
altri tre Martiri sinti dopo Camposampiero, fu trasferito a Piazzola
sul Brenta, nei sotterranei di Villa Camerini trasformati in carcere,
dove le SS proseguirono a torturarli. Torture alle quali prese parte
anche il federale Vivarelli. Viene fucilato a Vicenza l'undici
novembre 1944.
Giuseppe “Tzigari” Levakovich
Partigiano combattente
Nato a Bue in Istria nel 1902,
partecipa alla Guerra in Etiopia. Ritorna in Italia, ma la sua
famiglia, in quanto rom, è internata a Mangone (CS). Nell'estate del
1944 sua moglie Vilma viene arrestata e inviata nel campo di
concentramento a Dachau. Lui riesce a fuggire ed entra a far parte
della brigata “Osoppo” con il nome di battaglia Tzigari. History
Channel ha realizzato un documentario.
Vittorio “Spatzo” Mayer Pasquale
Partigiano combattente
Nato a Appiano sulla Strada del Vino
(BZ) nel 1927, poeta e musicista. La sua famiglia viene braccata dai
fascisti perché sinti, la madre Giovanna con la sorella Edvige
vengono arrestate e uccise nel campo di concentramento di Bolzano.
Riesce a salvarsi nascondendo la sua appartenenza alla Comunità
sinta estrekárja bolzanina e si unisce, diciassettenne, ai
partigiani in Val di Non con il nome di battaglia di Spatzo, passero
in lingua sinta.
Giacomo Sacco
Partigiano combattente
Racconta Giacomo: “Mi catturarono con
altre 17 persone mentre andavo a manghel. Al passo del Turchino ci
liberarono i partigiani. Decisi di rimanere con i partigiani, per
partecipare alla liberazione di Genova e lottare contro i fascisti e
nazisti, condividendo gli ideali dei partigiani. Fui l’unico sinto
della brigata e fui usato come staffetta. Venni a conoscenza di un
altro sinto combattente che era un capo, visto che guidava gli
attacchi.”
Rubino Bonora
Partigiano combattente. Ha combattuto
nella Divisione “Nannetti” in Friuli Venezia Giulia
Mirko Levak
Patriota. Scappato dal campo di
concentramento si unisce ai partigiani in Istria e in Friuli Venezia
Giulia
Fioravante Lucchesi
Partigiano combattente. Ha combattuto
tra Modena e Bologna nella Divisione “Modena Armando”
Osiride Pevarello
Patriota. Operò tra Padova e Vicenza.
Archilio Pietro “Balino” Gabrielli
Patriota. Operò tra Vicenza e Belluno
con il nome di “Piero”.
I Leoni di Breda Solini
Gruppo combattente formato unicamente
da sinti italiani, fuggiti dal campo di concentramento di Prignano
sul Secchia (MO), operò nel mantovano.
Questo è il secondo elenco che
pubblico dopo quello del 2013, vuole essere di stimolo alle
Istituzione che devono finanziare la ricerca storica e alle Comunità
sinte e rom a raccogliere le storie raccontate dalle nonne e dai
nonni che vissero quegli anni tremendi. Segnalo il lavoro svolto da
Irene Rui, insieme ad Erasma Vincenzina Pevarello nella ricostruzione
dell'eccidio di Vicenza e ringrazio Luca Bravi per il lavoro di
raccolta delle fonti orali fatto durante il progetto Memors. di Carlo Berini
1 commento:
Magnífico artículo. Gracias!
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