L’Italia si è persa, la bestia è scatenata

L’Italia si è persa, la bestia è scatenata. Dopo i fatti della fine dell’anno scorso a Opera (MI), qualcuno si era illuso che la politica e la società civile potessero aprire gli occhi sulla situazione dei Rom e dei Sinti in Italia ma si sbagliavano!
Abbiamo assistito inermi ad un continuo di interventi che ricordano in maniera speculare la Germania degli anni Trenta. Politici, preti, intellettuali: tutti a dichiarare che i Rom e i Sinti devono essere rieducati e se non si riesce bisogna cacciarli, “cosa possiamo fare, sono loro che non vogliono integrarsi”.
Oggi siamo di fronte ad un Paese in larga misura razzista e xenofobo, pronto allo scatto finale verso un nuovo Porrajmos, l’olocausto dei rom e dei sinti. Forse senza le camere a gas ma sicuramente pronto a distruggere culturalmente le minoranze mai riconosciute sinte e rom: i “campi” ci sono già. Certo nessuno parla più di “questione razziale” ma tutti parlano di “questione culturale”.
Il tutto scatenato da un delitto che ha travolto un Paese già pronto alla deriva razzista. A nulla sono valse le parole del capitano di Vascello Giovanni Gumiero quando ha detto: “sappiamo e dobbiamo distinguere le persone, un rom da un rom, un romeno da un romeno, un italiano da un altro italiano”. Il Governo si è fatto prendere dalla furia e il Paese l’ha seguito.
Oggi qualcuno fa una timida retromarcia ma il danno è fatto. Il centro-destra compatto blocca le “ronde”, dopo averle promosse e benedette. Il centro-sinistra è allo sbando...
La Chiesa è in silenzio, lontani sono i pronunciamenti che hanno fatto tremare il Paese e indirizzare la politica.
Le associazioni rom e sinte, alcuni politici e intellettuali sono considerati dementi e irresponsabili. Il potere vuole le loro teste su un piatto per offrirle alla folla inferocita, nella cerimonia di purificazione nazional/popolare.
I Rom e i Sinti sono soli, come sempre. Anche a Mantova, dove per la prima volta un Sinto è stato eletto in un Consiglio Comunale. di Alessio Bacchi