In particolare, gli articoli 36 e 44 di detto disegno di legge sollevano grandi preoccupazioni. Infatti prevedono che non potrà ottenere l’iscrizione anagrafica nel proprio Comune colui che abita in un luogo che non è in regola con le condizioni igienico sanitarie stabilite dalle norme sanitarie vigenti.
In Italia molte organizzazioni si stanno mobilitando affinché questa norma non venga approvata: essa infatti colpisce le fasce più deboli della popolazione. A maggior ragione, debbono mobilitarsi quelle aree (e il Molise è tra queste) dove molto spesso la mancanza dei “requisiti” non è una colpa dei cittadini, ma è l’effetto di situazioni indipendenti dalla loro volontà: ad esempio il terremoto.
In Italia l’anagrafe è sempre stata un “fotografia della realtà”: un modo per conoscere la “vera” situazione della popolazione. Invece, se venisse introdotto il principio che ogni iscrizione anagrafica deve essere preceduta da una verifica della “idoneità” dell’alloggio, questo costituirebbe un incentivo alle dichiarazioni anagrafiche false. E ci sono fondati dubbi sulla costituzionalità di una norma che incide direttamente sui diritti fondamentali della persona.
Va aggiunto che proprio la “veridicità” della situazione anagrafica ha permesso, nel corso dei decenni, di dare la priorità ai più bisognosi quando di tratta di stilare le graduatorie per l’assegnazione delle case popolari.
Per questo motivo, aderendo all’appello delle associazioni Sucar Drom e Fio.PSD, mi rivolgo a tutti i Parlamentari molisani di ogni parte politica affinché siano depennati gli articoli in questione. di Fiora Luzzatto, docente di “Organizzazione del servizio sociale”
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