A Napoli un anno fa, il 13 maggio 2008, una folla di “bravi cittadini” assaltava gli insediamenti di famiglie rom in via Argine a Ponticelli. Una serie continuata di pogrom a colpi di molotov e spranghe di ferro contro le “case” di famiglie, presenti da tanti anni. A Napoli le associazioni hanno scritto: noi non abbiamo dimenticato e non dimenticheremo… Altri ci ricordano il pretesto utilizzato per scatenare tanta ferocia.
Le immagini di quegli avvenimenti hanno fatto indignare tutto il mondo. Non l’Italia, dove in molti hanno emulato i “bravi cittadini” napoletani e dove il Governo in carica ha preso delle decisioni razziste che hanno portato alla protesta tutte le organizzazioni internazionali.
Oggi ad un anno da quelle drammatiche vicende nulla è cambiato. Le stesse famiglie rom che sono scappate da Ponticelli vivono ancora in una situazione di grave emergenza abitativa. L’unica azione messa in campo dal Governo italiano è stata quella di censire i Rom e i Sinti, in alcuni casi violando tutte le norme italiane ed europee.
Dal censimento è emerso che i Rom e i Sinti a Milano, Roma e Napoli sono pochissimi. Erano stimati 60mila e anche più ma il censimento ha offerto un dato ben diverso, circa 12mila persone. Eppure il Presidente del Consiglio ha prolungato a tempo indefinito lo stato di emergenza per dare la possibilità ai Prefetti di concentrare tutti i Sinti e i Rom in grandi campi di rieducazione. Uno scandalo.
Possiamo fare un confronto nel comportamenti dello Stato italiano di fronte a due diverse emergenze abitative, figlie tutte e due di “responsabilità diffuse” nelle istituzioni: i “campi nomadi” e il terremoto in Abruzzo. Nel primo caso si vogliono perpetrare gli sbagli fatti in sessant’anni e dopo circa un anno abbiamo Cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari che vivono in situazioni abitative vergognose per uno Stato che si definisce civile. Nel secondo caso si è approntato immediatamente un piano casa per superare l’emergenza e attivare progetti a lungo termine che possano offrire dignità alle persone.
A qualcuno sembrerà azzardato l’accostamento ma non è così. Tutte le istituzioni internazionali accusano l’Italia di non aver offerto a Rom e Sinti i diritti goduti dalla nascita da tutti i Cittadini occidentali. Le responsabilità di questa situazione sono diffuse e coinvolgono tutte le forze politiche che hanno guidato l’Italia in questi anni. Nessuno escluso.
L’Italia anche oggi non ascolta le raccomandazioni internazionali (Onu, Consiglio d’Europa, Osce, Parlamento europeo) e continua a perpetrare politiche di discriminazione e di segregazione. Anche oggi ad un anno da fatti che l’Europa occidentale non vedeva dall’ascesa del nazifascismo. Una vergogna!
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