mercoledì 8 luglio 2009

Achille Serra, il Tar dimostra l’iniquità delle norme per i Rom e i Sinti

''Sottoporre i nomadi a un regime di ispezione continua e indiscriminata è cosa ben diversa dal combattere la criminalita' - che indubbiamente si annida in alcuni dei loro campi - con strategie lecite e democratiche. E il Tar non ha potuto ignorare questa differenza, la stessa che corre tra una politica seria sulla sicurezza e la campagna di paura e allarmismo alimentata ad arte dall'attuale governo''.
Lo afferma dalle pagine dell'Unità, Achille Serra, vicepresidente della Commissione Difesa e membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia e sulle altre associazioni criminali, commentando la sentenza del Tar del Lazio che ha accolto alcuni punti del ricorso contro l''ordinanza del censimento' nei campi nomadi - che prevedeva anche il prelievo delle impronte digitali - presentato dall'associazione European Roma Rights Centre Foundation, assieme a due abitanti di un campo nomadi alle porte della Capitale.
''Il Tribunale del Lazio - spiega Serra - ricorda anzitutto che nel nostro ordinamento i rilievi segnaletici sono riservati a 'persone pericolose o sospette', o a quanti 'non sono in grado o rifiutano di provare la loro identità' e costituiscono 'strumenti invasivi della libertà personale' cui non si può ricorrere 'nei confronti dei minori di età ed in assenza di una norma di legge che autorizzi il trattamento dei dati sensibili da parte di soggetti pubblici'. La sentenza poi interviene sulle disposizioni che disciplinano il controllo degli accessi ai campi da parte di un presidio di vigilanza, norme - afferma Serra - che avrebbero trasformato i campi in una sorta di prigioni a cielo aperto''.
Ricordando di aver a suo tempo egli stesso ''sollecitato più controlli sui campi nomadi'', il Prefetto specifica però che quei controlli 'avrebbero dovuto iscriversi in un quadro di riforme tese ad agevolare l'integrazione di tali comunità nella nostra società. Le 'dogane' che la maggioranza tenta oggi di istituire si spingono ben oltre''.
''Le disposizioni sui campi nomadi come la legge sulla sicurezza appena varata - conclude - rispondono perfettamente al diktat della tolleranza zero: annunci altisonanti senza alcun effetto concreto su problemi del Paese. Dopo tanto chiasso siamo al punto di partenza: la vita dentro i campi nomadi continuerà come prima e lo stato di emergenza decretato dal Consiglio dei Ministri un anno fa' diventerà cronico''. da ASCA

2 commenti:

Anonimo ha detto...

I will not approve on it. I think warm-hearted post. Expressly the title attracted me to study the unscathed story.

u velto ha detto...

????