mercoledì 29 luglio 2009

Roma, le politiche di integrazione partoriscono sgomberi

Mentre il nostro Ministro Maroni continua a raccontare balle a destra e a sinistra, non si fermano le azioni di sgombero contro le famiglie sinte e rom. Queste azioni vengono effettuate in spregio sia alla legislazione italiana che alla legislazione europea.
Infatti, prima di uno sgombero non viene mai notificata l’ordinanza nominativa (come prescrive la legge), di conseguenza non è dato mai il tempo alle persone di presentare l’eventuale ricorso alla Magistratura. E si badi bene in molti casi stiamo parlando di Cittadini italiani.
La cosa più grave è che quasi mai viene offerta una soluzione abitativa alternativa, in spregio alla Costituzione e alla Legge 328/2000, anche nei casi in cui siano presenti minori, molte volte in tenera età. Nei rarissimi casi in cui viene proposta una soluzione alternativa, questa presuppone la divisione delle famiglie. Un po’ come avveniva per gli schiavi neri nei mercati dell’America schiavista. Si offre la comunità alle donne con bambini piccoli e tutti gli altri in strada. Anche ragazzi e ragazze sono ancora dei minorenni. Le donne in comunità sono mantenute per qualche giorno e poi si incomincia a minacciare di sottrarre i figli piccoli, perché comunque la comunità ha un costo che le amministrazioni comunali non vogliono sostenere.
Ma ritorniamo alla cronaca di ieri. A Roma sono state sgomberate con questi metodi incivili diverse famiglie dalla Polizia di Stato. L’azione si è svolta nell'ambito dei controlli svolti dalla Questura di Roma per monitorare i “campi nomadi” non regolari sorti nella Capitale. In particolare, gli agenti hanno controllato e smantellato due insediamenti scoperti nella zona di via dell'Esperanto e via di Decima e altri due nella zona di via dei Ciceri e via dell'Imbarco, alla Magliana. Naturalmente delle famiglie nessuna notizia...

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