martedì 17 giugno 2008

Pacchetto sicurezza: le osservazioni dell'ASGI

Pubblichiamo le osservazioni dell’ASGI sul decreto del presidente del consiglio dei ministri del 21 maggio 2008 recante la dichiarazione dello stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel territorio delle Regioni Campania, Lazio e Lombardia e sulle successive ordinanze del 30 maggio 2008. Per leggere il documento completo…
Preliminarmente si osserva che il d.p.c.m. 21 maggio 2008 non prevede alcun tipo di specifica misura, fa riferimento soltanto a generiche situazioni di estrema precarietà degli insediamenti nomadi di tre Regioni, allude soltanto a problemi di ordine pubblico e non precisa quale sia l’obiettivo che si vorrebbe raggiungere mediante il ricorso a mezzi e poteri straordinari per il superamento dell'emergenza.
Successivamente le tre ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 maggio 2008 prevedono poteri sostanzialmente identici in capo ai 3 commissari straordinari nominati tra i Prefetti. I loro poteri si concentrano essenzialmente nel coordinare il monitoraggio, il censimento, il risanamento e l’eventuale sgombero dei campi nomadi e l’apertura di altri, mentre il reperimento di altre e più idonee soluzioni abitative resta secondario.
Con riguardo al d.p.c.m. del 21.5.2008 va rilevato che appare emesso al di fuori delle previsioni normative sulle quali ha preteso di basarsi. Si ricorda, infatti, che la legge 225/92, istitutiva del Servizio nazionale della protezione civile, all’art. 2 “Tipologia degli eventi ed ambiti di competenze” delinea compiutamente l’ambito entro il quale possono essere adottate misure di protezione sociale.

Esso, infatti, stabilisce che “1. Ai fini dell'attività di protezione civile gli eventi si distinguono in:a) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi
attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; b) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione comportano l'intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria; c) calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari.
Evidente è il riferimento ad eventi naturali o indotti dall’uomo, laddove in entrambi i casi il denominatore comune è il rischio di situazioni di pericolo per il territorio inteso come elemento naturale.
Nessun richiamo né riferimento è contenuto, in alcuna delle previsioni normative della legge 225/92, a situazioni derivanti da forme di convivenza della popolazione, condivise o non condivise che siano.
Inoltre, il successivo art. 5 della legge 225/92, nel delineare la facoltà per il Presidente del Consiglio dei ministri di dichiarare lo stato di emergenza, fa richiamo espresso ad una situazione eccezionale, tale da consentire l’uso di poteri straordinari di intervento anche in deroga alle ordinarie previsioni , attuabili mediante “ordinanze emanate in deroga alle leggi vigenti devono contenere l'indicazione delle principali norme a cui si intende derogare e devono essere motivate”.
Con il d.p.c.m. “nomadi” è stata dichiarata una situazione di emergenza, e dunque attribuiti poteri extra ordinem, in riferimento a situazioni – gli insediamenti abitativi da popolazioni rom e sinti – che non solo non hanno nessuna caratteristica di pericolosità per il territorio inteso come ambiente naturale, ma che certamente non hanno neppure caratteristiche oggettive di eccezionalità e straordinarietà.
Al contrario, le nuove previsioni amministrative, invertendo la ratio legis, fanno diventare eccezionale non tanto una situazione “da protezione civile” quanto una parte di popolazione: quella rom e sinti.
Per altro verso, l’adozione di strumenti straordinari per una parte specifica della popolazione – quella rom e sinti – evoca dannate esperienze del passato che l’Italia pareva avere superato.
Invero, l’emergenza dei Rom non può dirsi tale perché il degrado e l’abbandono della condizione dei Rom è strutturale da decenni, tanto da essere stata oggetto di condanna da vari Organismi internazionale, non da ultimo ad opera del Comitato ONU per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale – CERD e dal Comitato europeo dei Diritti sociali.
In generale si può affermare, senza tema di essere smentiti, che da troppo tempo nel nostro Paese i Rom ed i Sinti sono divenuti, in quanto gruppo etnico-culturale, oggetto di sistematiche violenze ed aggressioni verbali e fisiche, anche nelle forme estremamente violente che caratterizzano gli sgomberi dei campi sosta, con distruzione dei beni personali, manifestazioni aperte di disprezzo e maltrattamenti sulle persone.
Nei confronti dei Rom e dei Sinti quegli stereotipi negativi che una società democratica dovrebbe progressivamente superare sono divenuti, al contrario, un sentire comune che non appare più ostacolato dalla pubblica autorità, e che trova, anzi, alimento in un clima politico e culturale che tollera o addirittura incita, anche in modo esplicito, al razzismo, alla violenza e all’esclusione.
Il doveroso perseguimento delle condotte illecite dei singoli non può in alcun modo costituire pretesto per tollerare o giustificare una tale ondata di violenza generalizzata.
Occorre ribadire che il principio della responsabilità penale individuale costituisce il fondamento dello Stato di diritto e che l’eliminazione di ogni forma di attribuzione di caratteristiche, inclinazioni o responsabilità basate sull’appartenenza etnico-culturale costituisce il principale valore dell’Europa democratica. Oggi questo pilastro della civile convivenza rischia di essere scosso da atteggiamenti politici irresponsabili, determinando conseguenze imprevedibili.
Va ricordato che l’Italia è stata più volte oggetto di pesanti critiche in sede internazionale, ed in particolare da parte del Comitato ONU per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale – CERD - per la politica di segregazione attuata tramite i cosiddetti “campi nomadi” ovvero per la mancanza di politiche attive di contrasto alla discriminazione di tale popolazione, che, giova ricordarlo, non supera in tutta Italia le 200mila persone, di cui parte rilevante costituito da cittadini italiani.
Un’effettiva tutela dei diritti umani fondamentali esige la reazione a questo clima d’intolleranza ponendo in essere ogni forma d’iniziativa utile al fine di riaffermare lo Stato di diritto.
Perciò il Governo dovrebbe non tanto emanare provvedimenti straordinari emergenziali quando assumere immediate misure finalizzate a fare cessare il clima di impunità che circonda le crescenti violenze e dovrebbe definire ed attuare un piano nazionale di tutela della popolazione Rom, che preveda altresì il superamento dell’anacronistica formula dei campi sosta a favore di interventi di inclusione sociale nelle comunità locali.
In proposito occorre ricordare che assai significativa anche per l’Italia è la disciplina del diritto all’abitazione nella Carta sociale europea revisionata, promossa dal Consiglio d’Europa, firmata a Strasburgo il 3 maggio 1996.
L’art. 30 della Carta afferma il diritto alla protezione contro la povertà e l'emarginazione sociale, per rendere effettivo il quale gli Stati si impegnano sia “a prendere misure nell'ambito di un approccio globale e coordinato per promuovere l'effettivo accesso in particolare al lavoro, all'abitazione, alla formazione professionale, all'insegnamento, alla cultura, all'assistenza sociale medica delle persone che si trovano o rischiano di trovarsi in situazioni di emarginazione sociale o di povertà, e delle loro famiglie” sia “a riesaminare queste misure in vista del loro adattamento, se del caso”.
L’art. 31 della Carta in particolare per garantire l'effettivo esercizio del diritto all'abitazione impegna gli Stati a prendere misure destinate:
1. a favorire l'accesso ad un'abitazione di livello sufficiente;
2. a prevenire e ridurre lo status di"senza tetto"in vista di eliminarlo gradualmente;
3. a rendere il costo dell'abitazione accessibile alle persone che non dispongono di risorse sufficienti.
Sul punto l’Italia è stata condannata con la decisione adottata il 7 dicembre 2005 dal Comitato europeo dei Diritti sociali (Centro Europeo per i Diritti dei Rom – ERRC - reclamo n. 27/2004) per ciò che riguarda l’accesso alla casa per i Rom a seguito di un reclamo presentato da associazioni di Rom.
Il Comitato ricorda che l’art. 31 mira alla prevenzione dello status di senza casa e delle sue conseguenze sulla sicurezza personale e sulla salute dell’individuo: il diritto all’abitazione assicura l’inclusione sociale e l’integrazione degli individui nella società e contribuisce all’abolizione di disuguaglianze socio-economiche.
Afferma, inoltre, che il Governo italiano, persistendo nella sua pratica di mettere rom e sinti nei campi, ha fallito nel prendere in considerazione tutte le differenze rilevanti o di prendere misure adeguate per assicurarsi che essi abbiano accesso ai diritti e ai benefici collettivi che devono essere disponibili a tutti.
Il Comitato, perciò, rileva che l'Italia non ha dimostrato di prendere misure adeguate per assicurarsi che ai rom e ai sinti vengano offerte abitazioni in quantità e di qualità sufficiente ai loro bisogni particolari, né di assicurarsi, o di aver preso misure per assicurarsi che le autorità locali stiano adempiendo alle loro responsabilità al riguardo.
Per questa ragione, il Comitato giudica che la situazione costituisca una violazione dell'art. 31§1 visto congiuntamente all'art. E della Convenzione, che prevede che i diritti previstiti dalla Carta devono essere garantiti senza qualsiasi distinzione basata in particolare sulla razza, il colore della pelle, il sesso, la lingua, la religione, le opinioni politiche o ogni altra opinione, l'ascendenza nazionale o l'origine sociale, la salute, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, la nascita o ogni altra situazione.
Il Comitato ritiene anche illegittima la pratica degli sgomberi forzati, delle minacce di allontanamento, la distruzione sistematica di proprietà e l'invasione delle abitazioni dei rom e sinti da parte delle autorità italiane e ritiene, altresì che l’Italia, come ogni Stato parte della Carta, sia vincolato al principio di eguale trattamento per i rom e sinti per quanto riguarda l’accesso ad abitazioni pubbliche.
Per queste ragioni, il Comitato conclude unanimemente che la scarsità e l’inadeguatezza dei campi sosta per Rom e Sinti nomadi costituisce una violazione dell’art. 31§1 della Carta, letto congiuntamente all’art. E, che gli sgomberi forzati e le altre sanzioni ad essi associati costituiscono una violazione dell’art. 31§2 letto congiuntamente all’Art. E, che la mancanza di soluzioni abitative stabili per rom e sinti costituisce una violazione dell’art. 31§1 e dell’art. 31§3 della Carta, letti congiuntamente all’art. E.
Sulla base di questa condanna il Consiglio d’Europa ha chiesto al Governo italiano:
1) di conoscere i progressi realizzati al fine di garantire un’offerta quantitativa e qualitativa di alloggi idonei a soddisfare i bisogni dei Rom e come le autorità locali si siano impegnate ad adempiere gli obblighi loro incombenti a questo riguardo;
2) di indicare le misure adottate per garantire che le procedure di sfratto (o espulsione) siano svolte nel rispetto della dignità delle persone coinvolte e che siano garantite soluzioni alternative di rialloggio;
3) di conoscere le misure prese per migliorare le condizioni abitative dei Rom al fine di garantire soluzioni abitative permanenti, inclusa la possibilità di accedere concretamente agli alloggi popolari, tenendo in considerazione la loro particolare situazione;
4) di indicare, ove possibile, i dati statistici diretti a consentire una valutazione concreta dei progressi realizzati al riguardo.
Sulla base di tali precise condanne e richieste della Comunità europea ed internazionale, anziché emanare ordinanze straordinarie e prevedere figure altrettanto straordinario, meglio sarebbe che il Governo operasse sulla base dei seguenti punti:
1) effettuare un piano nazionale per l’integrazione sociale dei Rom, presentando all’Unione europea domande per il finanziamento di determinati progetti di integrazione sociale dei Rom presenti in Italia;
2) elaborare, anche con il contributo di esperti e delle associazioni dei Rom, una legge statale sulla minoranza Rom che tenga conto delle tutele necessarie sulla base delle peculiarità culturali degli appartenenti a tale minoranza, della loro eterogenea condizione giuridica (italiani, cittadini di altri Stati membri dell’Unione europea, cittadini di stati extracomunitari, apolidi, rifugiati), della loro eterogenea condizione abitativa (stanziali o nomadi), dei diritti e doveri fondamentali di ogni persona e delle giuste esigenze di tutela della sicurezza di ogni persona, italiana o straniera;
3) esigere che i diritti fondamentali dei Rom siano comunque rispettati in ogni Stato dell’Unione europea e che ogni Stato membro dell’Unione europea adotti misure attive e promozionali di sostegno ed integrazione sociale dei Rom che vivono sul suo territorio per evitare che una strutturale dimenticanza dei locali sistemi di Welfare o atti di discriminazione non prevenuti e repressi dalle locali autorità diventino una forma più o meno diretta di incentivo all’emigrazione verso altri Stati membri dell’Unione, ferma restando la libertà di circolazione, soggiorno e stabilimento dei cittadini dell’Unione europea in ognuno degli Stati membri.

A.S.G.I. - Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione
Segreteria Organizzativa - telefono/fax +39 0432 507115 - cell. 347 0091756 - e-mail: info@asgi.it
Sede legale a Torino, via Gerdil n.7 – 10100 - telefono / fax 011 4369158 - e-mail: segreteria@asgi.it

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Dei 25 rom arrestati in via Chiesa Rossa non si dice nulla. Rapinavano interi tir, forse anche in questo caso si sta dalla loro parte. Qui in questo blog non si ha più qual'è il senso della legalità

u velto ha detto...

ciao Anonimo, gli articoli da te citati sono l'esempio eclatante di come la stampa in Italia sia capace di creare "mostri".
sulla base di alcune voci si costruisce un articolo che criminalizza delle persone che non sono ancora state condannate da nessun tribunale ma tu, lettore, sei subito sicuro che sono colpevoli.
hai visto compiere un reato da queste persone arrestate? hai una persona a te vicina che ha subito un reato da queste persone arrestate?
se la risposta è no, capirai che è difficile sostenere la loro colpevolezza.
certo noi non siamo in Inghilterra, dove prima di pubblicare certi articoli si aspetta il giudizio della magistratura ma comunque un codice deontologico sarebbe utile.
inoltre, in questo spazio web si è sempre dichiarato che chi è colpevole deve pagare, così come pagano tutti i Cittadini.
...nel frattempo però c'è chi è stato eletto dai Cittadini e si sente perseguitato dai giudici e per questo fa una nuova legge.
Noi ci vergognamo di essere italiani!

Anonimo ha detto...

E' intollerabile come qui si cerchi ad ogni costo di difendere l'indifendibile. Abbiamo gente che rubava qualsiasi cosa. Allora tutta la refurtiva che è stata trovata nel campo cos'era? E' piovuta dal cielo tutta quella roba??!!

u velto ha detto...

Attendiamo serenamente il verdetto dei giudici. Sono tantissimi i casi in cui la presunta refurtiva si trasforma nel processo in un eccesso di zelo di qualche appartenente alle Forze dell'ordine.
Ma ripetiamo se i giudici riterranno colpevoli queste persone, dovranno pagare il loro debito con la giustizia come qualsiasi altro Cittadini.
Se però non si arriva alla condanna anche solo per alcuni di loro aspetteremo invano una retifica dalla stampa e anche da te che già oggi li ritieni colpevoli.

Anonimo ha detto...

Tutto è da vedersi restiamo con il fatto che tutto ciò è stato ritrovato in un campo nomadi! E non a casa mia o di qualche milanese

Anonimo ha detto...

Purtroppo sucar difende l'indifendibile solo quando fa comodo.
Da una parte accusa per delle proposte(che non piacciono anche a me...eppure sono in linea con l'allarme riportato dalla magistratura sui troppi processi...ma vale anche quello, come per berlus, solo quando fa comodo)
Sucar aspetta la condanna definitiva, eppure mi risulta che ci siano articoli in cui si accusano dei ragazzi di aver pestato e insultato una giovane,altri una famiglia e infine quelli relativi ad un medico....ma li la proverbiale attesa di giudizio non c'è..vero???
La cosa + ridicola e drammatica è che sucar non lo fa come gioco sporco, ma è così pieno di rancore da essere realmente convinto di quello che qua sopra dice.
Purtroppo non si rende conto che questo atteggiamento non può che nuocere.
Ben altro valore avrebbero avuto le parole se avessero rilevato quante persone risultano coinvolte a dispetto della popolazione del campo....ma i rom, lo dice sucar, non rubano(ne la vita, ne i bambini, ne gli oggetti, ne gli spazi) ...è incredibile abbiamo il popolo superiore e non ce ne siamo accorti.
Probabilmente da ciò che scrive sucar i rom non sono esseri umani ma due o tre livelli sopra....ma questa non è discriminazione.

PS
io le dichiarazioni fatte da sucar per i rom non le farei per gli italiani...troppo poca fiducia io o troppa sucar?

u velto ha detto...

ciao Xpisp, il tuo commento ci sembra pretestuoso e diffamante, certo non meritorio di una risposta.

Anonimo ha detto...

Scusa, Xpisp, ma io nel post sul medico di Brescia (gli altri non li ho trovati) non leggo commenti di Sucardrom che diano per scontata la verità dell'episodio. Tu sì?

Senza contare che nessuno cerca di usare singoli episodi di cronaca come quello per montare campagne discriminatorie anti-Italiani o giustificare pogrom contro chi parla la lingua di Dante, in base a generalizzazioni indebite. Purtroppo avviene esattamente il contrario per i rom e i sinti: nell'immaginario collettivo, un (sospetto) ladro rom diventa "i rom, popolo di ladri! Fuori di qui!!!", e la caccia alle streghe è presto servita.

Magar

Anonimo ha detto...

Vedi magar, sucar si offende e fa quello che meglio gli riesce, lancia il sasso e poi si erge sull'altura dell'intoccabile.
Tu leggi quello che vuoi, i titoli hanno la loro importanza.
Si parla di pogrom per un fatto avvenuto a ponticelli in un caso ben chiaro e con basi malavitose....ma si sa mafia e italiano sono la medesima cosa.
Ti trovi in uno spazio dove è stata applicata la censura arbitraria e faziosa(i commenti che insultavano il nemico gagè erano ben accolti) con punte di accuse che di fronte a richieste di spiegazioni sono sparite.
Ti trovi in uno spazio dove fino a prima del caso di ponticelli(a proposito di revisionismo) urlava la discriminazione che imopediva il lavoro ai rom, che impediva la scolarizzazione, che non dava case popolari, ecc.
Caso di ponticelli e subito si scopre che i rom vanno a scuola e quindi spostarli creerebbe problemi, si scopre che lavorano nella quasi totalità, si scopre che le case non le vogliono, vogliono i campi, quei campi che fino al giorno prima erano sinonimo di discriminazione.

“Questa nuova violenza contro le famiglie Rom è spaventosa e deve sollevare la protesta della società civile” commentano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau.
“Quello che è avvenuto a Rebecca e alla sua famiglia è sintomatico del clima, ormai fuori controllo nel nostro Paese, di odio e intolleranza nei confronti del popolo Rom. Purtroppo non si tratta affatto di un caso isolato, ma dell'ennesimo gravissimo episodio di violenza, ai danni di una famiglia innocente, che rimarrà impunito e annuncia tempi davvero oscuri per l'Italia”."

queste non sono prese di posizioni?
Non mi risulta ci sia stato un processo neanche su questo caso ma i colpevoli ci sono, come , se ben ricordi, in questo spazio si è riusciti a dare dei nomi ai colpevoli del rogo di Opera, colpevoli che non mi risulti neppure la magistratura abbia trovato.
Ma qui il colpevole è stato trovato.

comunque Magar ti riporto le frasi di Sucar:"certo noi non siamo in Inghilterra, dove prima di pubblicare certi articoli si aspetta il giudizio della magistratura ma comunque un codice deontologico sarebbe utile"

Bene come mai Sucar non applica i medesimi metodi?
Nel caso di brescia l'articolo è stato riportato mi risulta.
Se l'articolo è per degli arresti fatti dalla polizia a dei rom non va pubblicato perchè razzista mentre in questo caso si?
Vedi linearità?
io trovo giusto pubblicare sia uno che l'altro....ma io discrimino...mica sono lineare come chi si offende e si arroga il diritto di censurare solo quello che infastidisce lui usando scuse discutibili e .....

Mi spiace solo che chi predica tanto bene....non sia capace di applicare un minimo dei principi che chiede agli altri.
Si parla di giornali che non ritrattano(a parte che non è un problema che colpisce solo i rom) ma perchè dovrebbero farlo loro quando non è capace di spiegare i perchè neppure uno spazio come sucar?

Anonimo ha detto...

Xpisp, le tue contestazioni mi paiono parecchio pretestuose, per vari motivi.

1) Il commento che riporti (peraltro non di Sucardrom) non dice che Tizio, Caio e Sempronio sono colpevoli e devono marcire in galera, dice che c'è stata un'aggressione razzista ad una ragazzina rom, e questo è riportare i meri fatti accertati, commentandoli. Così come nessuno nega sia avvenuta una rapina, ma aspetta prima di dare per condannati gli indagati.

2) Che in Italia ci sia un clima ormai fuori controllo di odio e intolleranza contro i Rom mi pare evidente.

3) Il pogrom di Ponticelli aveva base malavitose, ma questo non lo rende meno pogrom: anche perché la camorra ha potuto facilmente manipolare una popolazione già inquinata dall'odio. (Nota: quella popolazione è anche, per metà, la mia popolazione, quindi spero non sospetterai in me livore anti-gagè)

4) Capisco benissimo la scelta di Sucardrom di postare la notizia del le voci sul medico bresciano, ma non quelle sui rapinatori.
Una rapina è una faccenda privata, non ha rilevanza "politica" (nel senso migliore e più vasto del termine: Amnesty International fa "politica"): quei rapinatori, se sono colpevoli, non agivano spinti da odio anti-italiano, stiamo parlando di un mero caso di cronaca.
Al contrario, ogni episodio di razzismo ha pesante rilevanza sociale, soprattutto se indice di un clima di intolleranza dilagante.

5) Inoltre, come già detto prima, i casi di cronaca nera che coinvolgono Rom e Sinti sono stati strumentalizzati per giustificare provvedimenti discriminatori contro tutti i Rom (anche quelli onestissimi, che hanno il solo torto di essere nati dell'etnia sbagliata!).
Gli episodi di razzismo invece non sono serviti a giustificare gratuiti attacchi a tutti gli italiani, compresi quelli non razzisti.

Magar

Anonimo ha detto...

P.S. Per la precisione, la nota al punto 3) vuol dire che io sono tutto gagè, e che in particolare sono per metà napoletano, come la gente di Ponticelli. E come i camorristi che li hanno aizzati...

Magar

Anonimo ha detto...

.......................

la libertà di pensiero è un'ottima cosa...non condivido al 100% il tuo però lo rispetto...cosa che i signori di questo spazio non hanno fatto e come si può leggere poco sopra in un altro articolo continuano a minacciare di fare.
In fondo che differenza c'è, il tuo commento non mi piace lo elimino, tu cittadino rom non mi piaci ti allontano....il metodo è il medesimo.
ps
non sono proprio d'accordo che il furto è un reato così di poco conto.
Nella vita l'importante è non rubare se non rubi non commetterai mai atti contro l'uomo.
Se infatti non rubi la vita, la dignità, la libertà, la tranquillità, ecc sarai un uomo buono.....ma evidentemente della tranquillità dei gagè importa proprio poco a tutti.
Comunque da quello che si evince sia dagli articoli letti sia dai servizi...direi che questa era un'associazione a delinquere....che è un pò diverso.
Ma chiudiamo gli occhi e lasciamo che questi pochi insudicino anche gli innocenti con l'appoggio dichiarato di sucar...complimenti, ottima scelta.


ps
il commento sucar lo ha fatto suo....altrimenti perchè riportarlo con così tanta importanza?
Vuoi che ti vada a prendere l'articolo sui "bravi milanesi"?
o anche in questo caso bisogna distinguere?