giovedì 30 settembre 2010

Svizzera, "padroni a casa nostra" e gli italiani diventano topi, ratti!

La svolta xenofoba e razzista che sta dilagando in Europa colpisce oggi anche gli italiani che vivono nel nord della Lombardia e che votano in massa Lega Nord. Da alcuni giorni in Canton Ticino (Svizzera) è iniziata una campagna mediatica che definisce ratti gli italiani che da Como, Varese, Milano e Novara vanno a lavorare in Svizzera. Ecco il testo della campagna:
“Stiamo arrivando a quota 45.000 frontalieri, un quarto della forza lavoro in Ticino. Significa che tutti i ticinesi potrebbero lavorare, ma non possono farlo perché muratori, operai, camerieri, impiegati, infermieri, ricercatori, professori dalla vicina Italia, sottopagati e comunque ben contenti di portarsi a casa stipendi che al loro paesello nemmeno si sognano (adesso poi che l’euro è in caduta libera…) gli portano via il posto da sotto il naso. E non veniteci a dire che gli svizzeri non vogliono fare più certi mestieri: se non ci fossero migliaia di pendolari che giorno e notte arrivano da Como, Varese, Milano e Novara ad occupare fabbriche, negozi, banche (sono anche lì) e ristoranti, gli svizzeri sarebbero ben contenti di non andare a timbrare.”
Le immagini che hanno invaso le strade e i mass media sono indicative. Nei cartelloni ci sono tre topi. Anzi, tre ratti. Il primo si chiama Fabrizio, vive a Verbania, ma fa il piastrellista in Ticino. Il secondo si chiama Bogdan. È rumeno. Non ha né un domicilio, né un lavoro. Il terzo si chiama Giulio. E come Tremonti è un avvocato italiano. Sono loro i protagonisti, i ratti da eliminare.
Sul sito (http://www.balairatt.ch/), da poco attivo in rete, potete rendervi conto che il tono della comunicazione è esplicito e come alcuni commentatori hanno già affermato: forse un po’ troppo (?).
Quindi riassumendo, in Italia e soprattutto nelle “valli bossiane” c’è la stigmatizzazione dello straniero, del Rom, del diverso che diventa il capro espiatorio di questa crisi economica mentre in Svizzera…

In Svizzera la questione è un po’ diversa. L’attacco xenofobo contro i nostri concittadini “padani” è lanciato non certo per le ragioni esposte nella campagna (i ratti che si mangiano il formaggio svizzero) ma per difendersi contro l’attacco che l’Unione europea sta facendo al segreto bancario e ai “paradisi fiscali alpini”, come li ha definiti il Ministro Tremonti pochi giorni fa in un convegno.
Il meccanismo è chiaro e limpido: voi attaccate il caposaldo della nostra economia (il segreto bancario) e noi vi rispondiamo attaccando i vostri concittadini che vengono ogni giorno a lavorare qui da noi.
Significativo è certo il fatto che negli altri Cantoni nessuno si sia mai immaginato di fare una campagna simile contro i frontalieri tedeschi o francesi. Una ragione forse c’è, la Lega Nord nostrana ha di fatto promosso e aiutato la nascita di una formazione leghista in Ticino, ora stiamo raccogliendo i frutti di tanto “lavoro”: i nostri concittadini che lavorano in Svizzera (e ne conosco diversi che sono leghisti sfegatati) sono dipinti come dei topi, dei ratti!
Siamo vicini a quei nostri concittadini che purtroppo subiranno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi soprusi e angherie e invitiamo il Ministero degli Esteri ad intervenire immediatamente ma chiediamo sempre a quei quasi 45.000 nostri concittadini che lavorano in Ticino di riflettere su quanti danni ha fatto la politica xenofoba prodotta negli ultimi anni dalla Lega Nord di Bossi. Forse bisogna smetterla di applaudire chi continua ad affermare: “padroni a casa nostra”. di Carlo Berini, Associazione Sucar Drom e Articolo 3 Osservatorio sulle discriminazioni

mercoledì 29 settembre 2010

Ue, la Commissione apre la procedura d'infrazione contro la Francia

La Commissione Ue ha preso «la decisione di principio» di aprire una procedura d'infrazione contro la Francia per mancato rispetto della legge europea sul caso dello smantellamento dei campi Rom.
Bruxelles di conseguenza invierà una lettera di messa in mora, ovvero il primo passo della procedura di infrazione, a Parigi per invitarla a prendere provvedimenti in materia. La lettera dovrebbe essere inviata nel corso del mese di ottobre insieme al pacchetto delle altre procedure di infrazione che la Commissione apre mensilmente ma, ha precisato la portavoce della Commissione europea, la missiva potrebbe non essere inviata se la Francia fornirà a Bruxelles un calendario preciso con misure dettagliate entro il 15 ottobre.
La Commissione europea sta anche analizzando la trasposizione della direttiva del 2004 sulla libera circolazione anche negli altri Stati membri dell'Unione e, «se sarà il caso» invierà altre lettere di messa in mora a quei Paesi che a suo giudizio non dovessero rispettare la normativa Ue. da Corriere della Sera

Milano, l'Opera Nomadi chiede il ritiro immediato del provvedimento di sgombero per un centinaio di Cittadini italiani

Venerdì scorso, nel tardo pomeriggio,è stato recapitato da Agenti del Comando di Polizia Locale un provvedimento di espulsione dal campo comunale di via Idro alla quasi totalità delle persone regolarmente residenti, oltre un centinaio, tutti Rom italiani, che entro 48 ore dovrebbero abbandonare l’area in assenza di qualsiasi altra alternativa abitativa.
Il provvedimento, a firma del Direttore Centrale alle Politiche Sociale, Carmela Madafferi, una delle più chiacchierate Dirigenti dell’Amministrazione Comunale, in applicazione del Regolamento dei campi nomadi comunali, contesta ad alcune dei soggetti presenti la responsabilità di piccoli reati personali addirittura risalenti a 25 anni fa!!!, estendendo quindi gli effetti “previsti” a tutti gli appartenenti il nucleo familiare (ma i “reati” sono perseguibili, in genere dall’Autorità Giudiziaria…, personalmente o collettivamente nel nostro Paese???).
In pratica, da domani mattina, oltre cento persone, bambini che da anni frequentano le scuole della zone, adulti, anziani e ammalati dovrebbero abbandonare le case che abitano dall’inizio degli anni ’90 (ma la loro permanenza in zona è attestata addirittura dai primi anni ’70).
Chiediamo che la vicenda venga portata al più presto all’attenzione del Consiglio Comunale perché né sospenda l’esecutività e poi né disponga il ritiro.
Denunciamo uno degli atti di violenza amministrativa più grave che stia per essere commesso ai danni di cittadini milanesi, dalle conseguenze imprevedibili sul piano sociale e in palese contrasto con tutte le più elementari norme del diritto civile, inutile ad affrontare “l’emergenza nomadi” (che recentemente anche il Ministro degli Interni Maroni ha definito “conclusa”), indecente sul piano morale.
Chiediamo che venga fatta luce sugli interessi che gravitano sull’area in questione (quella di via Idro), i costi di realizzazione di eventuali nuove opere di “assistenza” e i beneficiari, poiché riteniamo che la “cacciata”, ma qui sarebbe meglio dire la “deportazione” dei cittadini rom milanesi sia anche strettamente legata all’oscuro intreccio di interessi privati e pubblici, “caritatevoli” e non, ai danni dei soggetti più deboli della città. di Consiglio direttivo, Opera Nomadi Milano

Mantova, è nata la Cooperativa Labatarpe

A Mantova si è costituita la “Labatarpe Società Cooperativa” (lavoro, nella lingua dei sinti lombardi). La Cooperativa si è iscritta alla Camera di commercio di Mantova e ha indicato come attività prevalente il trasporto merci su strada.
L’obiettivo primario che ci si è posta l'Associazione Sucar Drom è quello di offrire un nuovo impulso all’attività lavorativa di compravendita di materiale ferroso, svolta da diverse persone appartenenti alla minoranza dei sinti italiani. Ma nell’oggetto sociale della cooperativa sono state inserite altre quindici possibili forme di lavoro (gestione del verde, gestione di servizi ambientali, servizi di vigilanza, commercio del materiale ferroso, gestione impianti sportivi, servizi di pulizie...).
Attualmente i sinti mantovani che svolgono questa attività lavorativa hanno una capacità penetrazione nel mercato del materiale ferroso molto, molto bassa. In sintesi devono i loro guadagni dalla raccolta dai privati, contadini e da piccole quantità cedute da aziende. L’analisi fatta dal dirigente dell’ex Municipalizzata di Mantova è che questi lavoratori aggrediscono l’1/2% del mercato attuale del materiale ferroso in Provincia di Mantova. L’obiettivo che si pone la cooperativa è di aggredire tutto il mercato del materiale ferroso.
In questo momento la Cooperativa (regolarmente iscritta alla camera di commercio) ha la possibilità di acquistare, trasportare e vendere il materiale ferroso considerato come bene da chi lo produce. Ma ha anche la possibilità di svolgere diversi servizi sia per gli Enti locali che per le Ditte private.
Per contatti: Cooperativa Labatarpe, telefono 0376 360643, cellulare 333 3715538.

martedì 28 settembre 2010

Roma, presentati alla Camera dei Deputati i concerti di musica Rom dell’Orchestra Europea per la Pace

Presso la prestigiosa sala del Mappamondo di Montecitorio sono stati presentati il 20 settembre alla stampa i concerti di musica rom che Alexian Santino Spinelli e il suo gruppo e l’Orchestra Europea per la Pace terranno giovedì 7 ottobre al Consiglio d’Europa a Strasburgo , giovedì 18 novembre al Parlamento Europeo a Bruxelles e, in prima nazionale, al Teatro Fedele Fenaroli di Lanciano (Ch) sabato 6 novembre. Il titolo dei concerti è: Romano Drom viaggio concerto nella musica rom.
La conferenza stampa è stata moderata dal Dott. Roberto Tumbarello addetto stampa del Consiglio d’Europa a Roma che ha introdotto l’On. Jean Leonard Touadì, Parlamentare dell’Italia dei Valori, il Sindaco di Lanciano, Avv. Filippo Paolini, Alexian Santino Spinelli, compositore dei testi, delle musiche e degli arrangiamenti e il direttore d’orchestra M° Luciano Di Giandomenico.
I concerti rappresentano una novità artistica assoluta in quanto l’orchestra classica non assorbe la musica rom ma interagisce con essa. Questi eventi si assumono in questo preciso momento, alla luce dei recenti episodi politici, il grande compito di ribadire la necessità di una Europa unita, solidale e senza discriminazioni a cui l’Orchestra Europea per la Pace e Alexian Santino Spinelli e il suo gruppo non si sottraggono.

Questo messaggio di fratellanza e di pace sarà diffuso, attraverso un’arte originale e suggestiva, in tutta Europa a partire dai luoghi istituzionali più importanti. E’ emerso con chiarezza che la valorizzazione artistica, rappresenta un’importante mezzo di integrazione sociale e di scambio culturale al di là dei pregiudizi e dei luoghi comuni. na risposta univoca all’ondata di xenofobia che sta investendo l’Europa pericolosamente che ha la necessità di ritrovare se stessa e i principi su cui si è fondata.
L’Europa, mosaico culturale, è anche un mosaico musicale e ogni popolo è custode di ritmi e di stili che si sono rinnovati attraverso i secoli. A questo ricco mosaico culturale europeo anche i Rom, originari dell’India del Nord, hanno dato il loro apporto, con colori e forme distinti. Questi concerti, con il loro spessore artistico e la loro originalità, attraverso le composizioni e l’esecuzione di Alexian Santino Spinelli e il suo gruppo è un ulteriore contributo alla cultura europea da parte dei Rom.

lunedì 27 settembre 2010

Milano, il Comune vuole cacciare i Rom italiani residenti da vent'anni

La presente viene inviata a nome delle famiglie di Rom italiani che da oltre 20 anni abitano nel campo comunale di via Idro 62. Dal maggio dell'anno scorso si parla dello sgombero del nostro campo, ma in tutto questo tempo nessuno ci ha mai detto quando e come sarebbe avvenuto lo sgombero, e soprattutto quale sarebbe stato il nostro destino, di cittadini italiani che in questa zona risiedono, lavorano, mandano a scuola i figli.
Questa mattina si sono presentati i vigili, notificando ad una ventina di famiglie (la quasi totalità del campo) un vero e proprio avviso di sfratto, esecutivo entro 48 ore.
Difatti, in base ad una interpretazione del "Regolamento delle aree destinate ai nomadi nel territorio del Comune di Milano" [art. 12 par. a)], consegnatoci l'anno scorso, chi ha commesso reati perde "l'autorizzazione all'ammissione e permanenza" nel campo e "l'assegnazione del modulo abitativo", e con lui tutto il nucleo famigliare.
Questo Regolamento è stato oggetto di diverse contestazioni, sia a livello italiano che da parte della Comunità Europea. Nessuno di quanti hanno ricevuto la notifica si è mai macchiato di reati particolarmente gravi, trattasi in buona parte di reati giudicati sospesi o di accattonaggio. A qualcuno vengono addirittura contestati reati commessi negli anni '70. Reati comunque antecedenti l'entrata in vigore di questo regolamento.
E' una misura a nostro giudizio crudele e ingiusta, soprattutto quando riguarda tutto il nucleo famigliare. I nostri bambini hanno appena ricominciato l'anno scolastico. E' lesivo dei diritti fondamentali della persona.
Noi, cittadini italiani, non abbiamo alcun posto dove andare, né riusciremo a trovarlo in 48 ore. A meno di non doverci accampare per protesta davanti a Palazzo Marino o alla Casa della Carità.
Comunicato delle famiglie del campo comunale di via Idro 62

Per informazioni:
Fabrizio Casavola, 347-717.96.02 o info@sivola.net
Antonio Braidic, 338-771.28.56

Buccinasco (MI), basta con le strumentalizzazioni

A Buccinasco, alle porte di Milano, è in corso da anni un avanzato esperimento, volto a consolidare l’inclusione sociale di un’ampia famiglia di Sinti lombardi (ex giostrai), già presenti nel Comune dal 1980, e ivi residenti dal 1991, benché qualcuno continui strumentalmente ad agitare il mito dei ‘nomadi’. La sperimentazione ha coinvolto, in vent’anni, diverse Amministrazioni di diverso orientamento, le quali hanno mantenuto una costante positiva attenzione. Al punto che esiste in Comune un tavolo, presieduto da un assessore, per affrontare i problemi della comunità sinta...
E vi è un finanziamento, disposto nel 2009 coi fondi del Ministero dell’Interno, e gestito dal Prefetto, per completare i lavori nel Quartiere Terradeo, come localmente si chiama il villaggio sinto.
Improvvisamente, in estate, questa vicenda è salita a pretestuosi onori di cronaca, a causa d’una interrogazione in Consiglio regionale, basata evidentemente su informazioni inesatte, sull’esistenza, in terreno di proprietà comunale, nel Parco Sud, di alcune casette in legno senza fondamenta (arditamente definite ‘ville’!), in attesa di formale autorizzazione. Realizzate fra il 1994 e il 2004, documentate al Parco e alla Prefettura, su di esse, non certo per responsabilità dei sinti, ancora non è stato raggiunto un accordo di regolarizzazione, secondo le leggi vigenti, nonostante una procedura avviata più volte, dal centrosinistra e poi dal centrodestra.
L’area è stata assegnata con delibera (1994, centrodestra); vi è un contratto decennale tra famiglie e Comune, che prevede diritti e doveri dei contraenti (2005, centrosinistra); il campo è stato ampliato e ristrutturato secondo gli standard dei campeggi; la Provincia ha finanziato blocco servizi, collegamenti acquedotto e fogne.

La comunità è ben inserita, seguita da un’assistente sociale e da una sanitaria, oltre che dall’associazione creata da sinti e volontari. Non v’è nessun problema di convivenza, né di scolarizzazione (quest’anno due ragazzi alle superiori), quelli di salute sono nella norma; non c’erano quasi più nemmeno problemi di lavoro: ne sono tornati a causa della crisi, tanto che abbiamo persino avuto un cassintegrato. Pressoché unanime il sostegno delle forze politiche locali e di buona parte della popolazione.
Ma c’è chi vorrebbe caricare sulle spalle deboli d’una minoranza, spesso (ma non qui!) emarginata, il mancato risultato d’una serie di procedure avviate da anni da più amministrazioni, che senza inevitabili lungaggini burocratiche avrebbero già risolto il problema.
Che questo possa essere il principale problema di Buccinasco, può pensarlo solo chi chiude gli occhi su ben altre questioni. Ma forse molti italiani sono migliori di certi amministratori. di associazione ApertaMente di Buccinasco

venerdì 24 settembre 2010

Mantova, arriva il Festival Dosta!

Piacere di conoscervi!
Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano “zingari” o “nomadi”.
Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono veramente.
Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri, accattoni… ma non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno commesso degli sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di mira da discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.
In Europa siamo in dodici milioni, in Italia molto meno, circa 100.000. In maggioranza siamo Cittadini italiani dal 1871 ma alcuni di noi vengono dalla ex Yugoslavia e dalla Romania: scappati dalla guerra o dalla miseria.
Provate ad immaginare di non poter avere documenti (anche se i vostri e genitori sono nati in Italia), di non poter chiedere lavoro o continuare a studiare per questo motivo, di dover aspirare al massimo a vivere in un container o in una roulotte… di essere allontanati se entrate in un bar, di essere oggetto di battute e scherno… che vita sarebbe? La vita di molti di noi al momento.
Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra. Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi che occupiamo alle periferie delle città, in ghetti che chiamano “campi nomadi”.
La campagna DOSTA (“Basta” nella lingua romanes), promossa dall’UNAR, può rappresentare la possibilità di superare quel muro del pregiudizio che circonda la nostra gente.
Noi vi tendiamo una mano, metteremo in piazza frammenti della nostra cultura, vi sorprenderemo con il calore della nostra musica, le emozioni delle nostre danze e lo faremo in una serie di eventi che si snoderanno per tutta Italia, accompagnati da seminari e conferenze, mostre fotografiche e proiezioni video, momenti di riflessione in cui ci racconteremo a voi.
Venite a conoscerci. Vi aspettiamo a Mantova:

Venerdì 8 ottobre, ore 21.00, Teatro Bibiena
CONCERTO: DJANGO'S CLAN
Nel centenario della nascita di Django Reinhardt, genio della musica jazz europea, un concerto che ne ripercorre l'arte e la tecnica per vivere la musica e l'arte del più grande musicista sinto

Sabato 9 ottobre, Teatreno (piazza don Leoni, di fronte stazione fs)
- ore 10.30, SPETTACOLO TEATRALE “LETTERA” della compagnia Theatre Rom, rivolto alle scuole superiori;
- ore 17.00, Dibattito pubblico
- ore 19.30, Aperitivo
- ore 21.15, SPETTACOLO TEATRALE “LETTERA” della compagnia Theatre Rom

INGRESSO GRATUITO
E' consigliata la prenotazione, scrivere a sucardrom@sucardrom.191.it

Gli eventi sono organizzati dall’associazione Sucar Drom e dalla Federazione Rom Sinti Insieme, in collaborazione con: l'UNAR, l'Assessorato alle politiche Sociali della Provincia di Mantova, il Comune di Mantova e l'Istituto di Cultura Sinta.


LA CAMPAGNA DOSTA!
L’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, nell’ambito delle sue attività istituzionali ed in collaborazione con le principali associazioni rom e sinte, ha lanciato per l’anno 2010 la Campagna DOSTA, una grande iniziativa di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle comunità rom in Italia.
La Campagna DOSTA (“Basta” in lingua Romanì) è stata già promossa dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea nell’ambito del terzo programma congiunto “Equal Rights and Treatment for Roma”. La campagna DOSTA è stata già realizzata con successo in cinque paesi dell’Europa dell’Est: Albania, Bosnia e Herzegovina, Montenegro, Serbia, Slovenia ed Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, mentre è di prossima presentazione la campagna in Francia e Bulgaria. La Campagna non è mai stata diffusa in Italia e intento dell’UNAR sarà quello di studiare strumenti, metodologia e messaggi costruiti dalla campagna, per un loro adattamento in lingua italiana contestualizzato all’ambito storico e culturale italiano, oltre alla promozione e valorizzazione di eventi e prodotti realizzati da associazioni rom e sinte rivolte alla sensibilizzazione sulle difficoltà di inclusione sociale, abitativa, educativa e lavorativa delle comunità Rom.
La Campagna è stata pensata e condivisa con le principali reti di associazioni rom e sinte in Italia: la Federazione Rom e Sinti Insieme, la Federazione Romanì, UNIRSI. Le associazioni operano all’interno di un Tavolo di coordinamento ROM istituito e coordinato dall’UNAR e collaborano alla pianificazione della campagna e alla progettazione e realizzazione degli eventi previsti, in collaborazione con le istituzioni locali coinvolte dalle iniziative.
Obiettivo generale della Campagna è quello di favorire la rimozione degli stereotipi e pregiudizi nei confronti delle comunità rom e sinte attraverso una strategia globale di confronto e conoscenza reciproca.
Obiettivi specifici della Campagna saranno quelli di:
- favorire una migliore conoscenza della cultura Rom e del suo contributo nella storia europea attraverso mostre e spettacoli, premi, seminari e conferenze, eventi pubblici e campagne sui media;
- promuovere un confronto diretto con la realtà rom ed i rischi di discriminazione ed esclusione sociale attraverso percorsi formativi per il mondo del giornalismo e gli enti locali, tavoli di lavoro e occasioni pubbliche di dibattito

mercoledì 22 settembre 2010

Se la destra con i Rom si aggroviglia

Mentre la minoranza xenofoba di Jimmie Akesson, depurata dalle componenti razziste e naziste, entrava trionfalmente nel Parlamento di Stoccolma ad ingombrare il passo alla maggioranza conservatrice del premier Reinfeldt, l’Europa non aveva ancora smaltito la sbornia anti-rom, ubriacata da un Sarkozy capace di dare il meglio nel peggio (alla Bossi, per intendersi) e di trascinare alla rissa le istituzioni dell’Unione, a partire da una Commissaria sventata, Madame Reding, a cui, nel fuoco della polemica, era sfuggita la differenza tra un’espulsione collettiva e una deportazione di massa.
Ma se il cattivismo di Sarkò non è parente del nazismo e le migliaia di rom incentivati a sloggiare dalla “paghetta” (300 euro per gli adulti, 100 per i bambini) corrisposta loro dal governo francese non somigliano al mezzo milioni di zingari ammazzati nei campi di sterminio nazisti, allora va tutto bene? Allora ha ragione Monsieur le Président, con la sua politica delle espulsioni per target etnici, che è sembrata, anche ai meno malevoli, più interessata a rintuzzare la concorrenza lepenista che a risolvere un problema di ordine pubblico?
Insomma, ha ragione chi nello schieramento liberal-conservatore europeo sostiene che non è possibile arginare l’esplosione della destra xenofoba e razzista senza soddisfare, almeno in parte, i sentimenti che ne alimentano il successo? Perché è questo, alla fine, che Berlusconi ha scelto di dire, schierandosi, senza alcun interesse per la dimensione istituzionale dello scontro, dalla parte di Sarkozy, contro quella di Barroso e della cancelliera Merkel. Ed è questo anche il senso dell’affinità elettiva che il premier ostenta per l’alleato leghista.
Eppure la questione dei rom è paradigmatica dei nodi che la politica dovrebbe imparare a sciogliere, anziché aggrovigliare. E della capacità che le classi di governo dovrebbero dimostrare nel maneggiare questioni “estreme”, senza scadere nell’estremismo o nell’opportunismo cinico. Sulla vicenda dei rom, ha quindi senso provare a ragionare non partendo dal caso francese, di cui molti si è discusso, ma da quello italiano, che per certi versi è ancora più significativo.Il pregiudizio contro gli "zingari" non è solo diffuso, ma “giustificato” da una speciale diffidenza per una minoranza, che la superstizione popolare sospetta da secoli di stregoneria e confidenza col Maligno, ma che le statistiche giudiziarie non aiutano purtroppo a presentare, agli occhi dell’opinione pubblica, come una minoranza “qualunque”. Così l’immagine dei rom non solo accresce la loro marginalità, ma consolida il pregiudizio contro di loro, fino ad “autorizzarne” una declinazione razziale, come se fossero, nel loro complesso, un tumore sociale e ciascuno, individualmente, una cellula attiva, capace di replicare e diffondere il male. di Carmelo Palma, continua a leggere...

Una barbarie che parla alla sinistra

Se almeno a sinistra si fosse capaci di fare esercizio di decentramento, forse si coglierebbero la gravità di ciò che accade in Europa e l’affinità con alcune delle tendenze che condussero alla catastrofe. E allora suonerebbe meno infondato l’allarme delle rare cassandre che da alcuni anni cercano di richiamare l’attenzione sul razzismo di massa che dilaga in Italia e in Europa e sulla temibile saldatura fra razzismo di Stato e razzismo popolare.
Quando si prende di mira una minoranza (non una qualsiasi, ma i rom, cioè le vittime storiche, insieme agli ebrei, della discriminazione, della persecuzione e dello sterminio europei), attribuendole caratteri essenziali –che siano intesi come razziali, sociali o culturali è irrilevante- non si sa mai dove si va a finire.
Quando si stigmatizza e si discrimina, si vessa e si perseguita quella minoranza negandole diritti umani fondamentali, in realtà mettendone in dubbio la stessa qualità umana, la strada è spianata per ogni genere di avventura autoritaria (per non dire totalitaria).
Esemplare è il caso della patria dei Diritti dell’Uomo divenuta terreno delle scorrerie razziste di un mediocre presidente-sceriffo e dei suoi accoliti: ansiosi di sottrarre ai lepenisti lo scettro di difensori di legge-e-ordine, convinti di fronteggiare gli effetti sociali della crisi economica e la perdita di consenso con la frusta strategia del capro espiatorio, in ciò favoriti da chi a sinistra ha spianato loro la strada.
Conviene ricordare che il primo disegno di legge “contro il velo islamico”, in realtà contro i musulmani, fu presentato da un socialista; e che comunista è il presentatore della legge “contro il burqa”, approvata dal parlamento francese pochi giorni fa. di Annamaria Rivera, continua a leggere...

lunedì 20 settembre 2010

Niente sofismi, sui Rom è razzismo

Che storia è? Che cosa è accaduto? Guerra della Repubblica francese contro gli zingari? Tutto è possibile, sappiamo che conta la paura, pesa il pregiudizio e che la politica è fatta anche di quel brutto ingrediente che è il populismo, ovvero la voglia di piacere alle maggioranze facendo qualcosa di cattivo e di ingiusto ai danni delle minoranze. Ma due cose non tornano in questa vicenda. La prima è che la presenza nomade degli zingari, gitani, rom dura da secoli in Europa, come testimoniano storiografia, letteratura, poesia, musica, folklore, proverbi e costumi. Ci sono sempre momenti in cui qualcuno crede di scoprire ciò che c’è sempre stato e pensa di denunciarlo come intollerabile. La seconda è che i rom gitani o zingari dispersi per l’Europa sono pochissimi. Poche decine di migliaia di persone in comunità (campi) che spesso non arrivano a cento persone.
Come è possibile che un fatto così antico e così piccolo colpisca prima l’attenzione, poi l’ira, infine produca l’editto di cacciata dal Paese del presidente di una grande Repubblica? La cosa è ancora più difficile da capire perché il Paese è la Francia e il presidente è Sarkozy. Era sempre sembrato in grado di tenere in equilibrio il suo temperamento nervoso di uomo iperattivo con le esigenze di personaggio al sommo delle istituzioni francesi.
Certo, alcuni aspetti del suo passato politico non sono un buon preannuncio, come le violenze di tipo leghista scatenate anni fa dalla sua polizia nelle banlieu parigine, contro giovani figli di immigrati, cittadini francesi. Ma, da presidente del Paese che si identifica con il valore della libertà e dei diritti civili, Sarkozy aveva dimostrato di saper tenere a distanza le squilibrate spinte a certi tipi di azione e persecuzione della destra di Le Pen e dei suoi eredi. Che storia è? Che cosa è accaduto? Guerra della Repubblica francese contro gli zingari? Tutto è possibile, sappiamo che conta la paura, pesa il pregiudizio e che la politica è fatta anche di quel brutto ingrediente che è il populismo, ovvero la voglia di piacere alle maggioranze facendo qualcosa di cattivo e di ingiusto ai danni delle minoranze. Ma due cose non tornano in questa vicenda. La prima è che la presenza nomade degli zingari, gitani, rom dura da secoli in Europa, come testimoniano storiografia, letteratura, poesia, musica, folklore, proverbi e costumi. Ci sono sempre momenti in cui qualcuno crede di scoprire ciò che c’è sempre stato e pensa di denunciarlo come intollerabile. La seconda è che i rom gitani o zingari dispersi per l’Europa sono pochissimi. Poche decine di migliaia di persone in comunità (campi) che spesso non arrivano a cento persone.

Come è possibile che un fatto così antico e così piccolo colpisca prima l’attenzione, poi l’ira, infine produca l’editto di cacciata dal Paese del presidente di una grande Repubblica? La cosa è ancora più difficile da capire perché il Paese è la Francia e il presidente è Sarkozy. Era sempre sembrato in grado di tenere in equilibrio il suo temperamento nervoso di uomo iperattivo con le esigenze di personaggio al sommo delle istituzioni francesi. Certo, alcuni aspetti del suo passato politico non sono un buon preannuncio, come le violenze di tipo leghista scatenate anni fa dalla sua polizia nelle banlieu parigine, contro giovani figli di immigrati, cittadini francesi. Ma, da presidente del Paese che si identifica con il valore della libertà e dei diritti civili, Sarkozy aveva dimostrato di saper tenere a distanza le squilibrate spinte a certi tipi di azione e persecuzione della destra di Le Pen e dei suoi eredi. di Furio Colombo, continua a leggere…

Altro che zingari

Il mondo dei Rom e Sinti è un mondo complesso, diversificato, transnazionale e paradigmatico, con tanti valori positivi ma anche tanti con aspetti negativi.
La realtà romanì di oggi viene da lontano e si trascina dietro di sé secoli di persecuzioni, di mobilità coatta, di ingiustizie e di discriminazioni che hanno determinato una cultura della sopravvivenza e del precariato perenne che di fatto ha contribuito a una scarsa volontà di legarsi ad un territorio e di sentirsi parte di una società maggioritaria. Ogni comunità si è trincerata dietro la propria cultura e la propria identità rifiutando l'esterno. Grazie ai rapporti endogamici e ai valori legati alla indissolubilità della famiglia e della solidarietà, rom e sinti sono riusciti a sopravvivere in una società che hanno sempre sentito estranea e repressiva.
Questo sentirsi "altro" ha determinato lo scarso rispetto che i rom e sinti hanno dei gagè (non-rom) e di tutto ciò che gli appartiene, visti più come nemici che come fratelli. Molti rom e sinti, soprattutto italiani e di antico insediamento, hanno raggiunto un grado elevato di inclusione sociale tanto da non essere più considerati un problema, ma dentro di loro continuano a sentirsi "altro" e vivere la sindrome di accerchiamento al pari dei rom di recente immigrazione che vivono nei campi nomadi, veri e propri ricettacoli di attività illegali che creano una economia di sopravvivenza vincolante e deleteria. Gli effetti sull'opinione pubblica sono devastanti poiché la ghettizzazione provoca reazioni a catena: degrado materiale e morale, annientamento culturale, frustrazione, rassegnazione e disillusione sono alla base di attività di micro e macro criminalità, dal furtarello alla ricettazione, dallo sfruttamento della prostituzione allo spaccio di droga. L'opinione pubblica reagisce agli effetti ma non comprende le cause.
Occorre che questi nodi vengano al pettine per migliorare la situazione di tutti nell'interesse di tutti. Certamente non sarà semplice far superare ai rom e sinti, che per anni sono stati sottoposti anche al più becero assistenzialismo, la cultura della sopravvivenza e la sindrome dell'accerchiamento, ma allo stesso tempo occorre informare correttamente l'opinione pubblica sulla storia e sulla cultura romanì al di là dei preconcetti e delle mistificazioni. L'integrazione è come l'amore: si fa in due. di Santino Spinelli, continua a leggere…

Duri o buonisti l'equivoco sui Rom

Serve solo a suscitare emozioni contrapposte dividersi in duri e buonisti sulla questione dei Rom. La avvertiamo insieme come un rischio per la nostra sicurezza e come una macchia per la nostra coscienza ed è solo dipanando questa matassa e separandone i fili che riusciremo a venirne a capo. In gioco infatti c'è di sicuro la nostra difesa dalla piccola e non sempre piccola criminalità che spesso alligna nei campi nomadi, ma c'è anche la libertà di movimento dei cittadini comunitari (quando si tratta di Rom di provenienza comunitaria) e ci sono i diritti di una minoranza, che dovremmo riconoscere e che ancora non abbiamo riconosciuto.
Procediamo con ordine. Ai Rom e ai loro modi di vita eravamo abituati da decenni, ma c'è stata un'impennata delle loro trasmigrazioni verso l'Italia, la Francia e la Spagna con l'ingresso nell'Unione dei paesi dell'Est europeo nei quali le loro condizioni di vita erano divenute sempre più grame. Possiamo restituirli a quei paesi per liberarci dei loro accampamenti degradati e dei pericoli che vi scorgiamo? La materia è regolata dalla direttiva europea 38 del 2004, che è appunto quella sulla libertà di movimento dei cittadini comunitari.
È una direttiva tutta scritta in chiave di garanzia e anche se contiene disposizioni per l'espulsione, con divieto di rientro, di coloro che rappresentino una «minaccia reale, attuale e sufficientemente grave da pregiudicare un interesse fondamentale della società», è molto attenta nel delimitare il caso.
Precisa che l'esistenza di condanne penali non giustifica da sola la misura, che non la giustificano neppure «ragioni di prevenzione generale» e che, in particolare, non la si può adottare per motivi economici, e cioè per mancanza di mezzi di sussistenza. Se un cittadino comunitario ne risulta sprovvisto dopo tre mesi dal suo ingresso in un altro paese, può essere allontanato, ma non gli si può vietare il rientro.
L'ispirazione della normativa è trasparente. La si può accusare di non aver previsto quei massicci spostamenti di poveri diavoli, spesso frammisti a male intenzionati, che in concreto ci siamo trovati addosso.
Sarebbe anche ragionevole emendarla nel senso che lo stesso allontanamento per motivi economici sia accompagnato dal divieto di rientro. Ma nessuno - spero - oserebbe toccare il fondamentalissimo principio che una cosa è la mancanza di mezzi, una cosa diversa è la pericolosità sociale e che, in ogni caso, qualunque provvedimento deve scaturire da una motivazione che riguarda singole persone, non gruppi sociali.

Immaginiamo comunque di avere tutti i mezzi legali per liberarci di chi è pericoloso e anche per allontanare con più efficacia chi non ha mezzi di sussistenza. Avremmo così risolto la questione dei Rom? I Rom non sono una congerie di diseredati che si ritrovano nei campi uniti solo dalle loro precarie condizioni di vita. Sono una minoranza con tradizioni culturali e linguistiche che, per cominciare, include italiani e non italiani, comunitari e non comunitari, cristiani e musulmani, cattolici e ortodossi. Hanno vissuto per secoli allevando cavalli ed eccellendo in attività artigiane e di manutenzione, che li hanno resi in passato fiorenti. Poi si sono trovati in un mondo che non aveva più bisogno di loro, le loro comunità hanno vissuto fra difficoltà crescenti e da un lato si è estesa nelle loro file la piccola criminalità come fonte di sussistenza, dall'altro molti di loro hanno cominciato a divenire stanziali e a integrarsi nei modi di vita che noi consideriamo normali.
Decisivo è diventato a questo punto l'atteggiamento verso di loro delle nostre società, cioè di tutti noi. I diversi hanno sempre destato diffidenza, a volte vere e proprie persecuzioni. E non ne sono stati indenni i Rom, 500mila dei quali furono vittime delle camere a gas naziste insieme agli ebrei. Ma questo, in molti paesi, non è bastato a farli vedere come vittime, a cogliere i loro nuovi bisogni, ad accettarli dunque via via che loro stessi venivano accettando forme nuove d'integrazione, che pure salvaguardassero la loro identità. Eppure, dove la si è praticata, l'integrazione funziona. di Giuliano Amato, continua a leggere…

venerdì 17 settembre 2010

Sucar Drom: un grazie alla Commissione europea

L’associazione Sucar Drom ringrazia la Commissione europea e tutti i Paesi europei a partire dalla Germania che si sono schierati contro le deportazioni e le discriminazioni che purtroppo ancora oggi subiscono le popolazioni rom e sinte in Europa. Un ringraziamento particolare alla Vice presidente della Commissione europea, Viviane Reding.
In questi giorni ancora bui per Sinti e Rom abbiamo percepito un filo di luce che ci da forza e coraggio nell’andare avanti con i nostri progetti d’interazione che hanno l’obiettivo di cambiare realmente la situazione dei Sinti e dei Rom non soltanto in Italia ma anche in tutta l’Europa.
Il Governo italiano ancora una volta ha dimostrato il proprio volto discriminatorio appoggiando le politiche apertamente razziste del Governo francese, concretizzate nella circolare emessa dal Governo francese il 5 agosto 2010.
La Francia sentendosi spalleggiata continua la sua opera di deportazione e l’Italia vuole nei prossimi mesi attuare ufficialmente un eguale politica. E’ però da sottolineare che già in Italia sono in atto politiche discriminatorie come i continui sgomberi che portano intere famiglie a ritrovarsi sulla strada senza nessuna soluzione abitativa alternativa.
La grave situazione politica in cui versano i due premier, Sarkozy e Berlusconi, nei rispettivi Paesi alimenta la ricerca spasmodica di un capro espiatorio da presentare all’opinione pubblica per nascondere i problemi reali. I Rom e i Sinti sono il capro espiatorio ideale e siamo sicuri che nei prossimi mesi saremo colpiti sempre più duramente da azioni discriminatorie e razziste. Questo perché siamo estremamente deboli, si pensi che nessun quotidiano offre spazio alle nostre voci in questi giorni.
Ma siamo consapevoli, dopo aver letto le parole della Vice presidente Viviane Reding e le parole del Presidente Barroso che si è scontrato con il Presidente Sarkozy, che in Europa c’è chi ha la forza di condannare le discriminazioni e l’aperto razzismo che viene perpetrato contro di noi Sinti e Rom europei.

mercoledì 15 settembre 2010

Ue, scontro durissimo tra la Commissione europea e il Governo francese per le azioni di deportazione dei Rom rumeni

Viviane Reding, Vicepresidente della Commissione con delega per la Giustizia dei Diritti umani, annuncia l'avvio di una procedura di infrazione contro il governo francese e afferma: “E’ una vergogna! Sarò molto chiara: non c'è posto in Europa per la discriminazione basata sulle origini etniche o di razza. E' incompatibile con i valori su cui si fonda l'Unione europea. Le autorità nazionali che discriminano gruppi etnici violano anche la Carta europea dei diritti fondamentali, che tutti gli Stati membri, compresa la Francia, hanno firmato”. E rincara affermando: “il comportamento dei ministri francesi verso la Commissione europea è una disgrazia per l'Unione”
Risponde a stretto giro di posta il Presidente Nicolas Sarkozy che secondo quanto riferito da alcuni senatori, avrebbe reagito stizzito alle parole del commissario, suggerendole di accogliere i Rom nel suo Paese, il Lussemburgo.
Nel frattempo nel Governo francese regna una gran confusione per la circolare su base etnica emanata dal Ministro dell’Interno all’insaputa “sembra” dei suoi colleghi di governo (la circolare del 5 agosto e la circolare del 13 settembre).
Interviene il Governo tedesco e si schiera con Viviane Reding e ammonisce la Francia: “il diritto di circolazione all'interno dell'Ue è incondizionato e nessuna discriminazione è consentita nei confronti delle minoranze etniche”.
L’Italia rimane alla finestra con una dichiarazione di Frattini che denuncia la sua incapacità nel valutare quanto sta succedendo.
Interviene Barroso e difende Viviane Reding ma la bacchetta per aver paragonato le deportazioni che stanno avvenendo in Francia con le deportazioni subite dai Rom durante la II Guerra Mondiale.
Jean Asselborn, ministro degli Esteri del Lussemburgo, risponde a muso duro alle dichiarazioni di Sarkozy e afferma: "è in mala fede!"
Questa per sommi capi la sintesi di quello che è successo nelle ultime quarantotto ore. I lanci di agenzia sono continui e quindi consigliamo di seguire l’evolversi della situazione direttamente su Google News.
Sucar Drom ringrazia la Vice presidente della Commissione Viviane Reding (in foto) per la sua azione decisa nel rispetto dei diritti fondamentali che ogni Cittadino europeo dovrebbe godere e la Germania per essersi immediata schierata con la Commissione. Resta l’amaro in bocca per il comportamento del Governo italiano che di fatto sostiene la posizione francese.

martedì 14 settembre 2010

Il cattivo esempio dei cugini d’oltralpe

Questa volta è il turno della Francia. Dopo il crollo di consenso nelle elezioni regionali, la faida interna con l’ex-primo ministro de Villepin che prepara una scissione, e una serie di scandali più o meno seri – inclusa una scenata di gelosia sul set di Woody Allen – il presidente Sarkozy corre ai ripari.
Qualche anno fa, nel 2005, furono le auto bruciate nelle banlieue di Parigi, Lione, Marsiglia a fornire all’allora astro nascente della politica francese e ministro dell’Interno l’occasione per inscenare lo spettacolo del ‘law and order’.
È tempo di un remake, ma questa volta sono i rom a fornire la materia prima e l’Italia di Berlusconi e della Lega a metterci il canovaccio. E allora assistiamo di nuovo a rimpatri di massa, ai blitz dei poliziotti mandati nei campi rom alle cinque di mattina a spargere terrore tra donne, uomini e bambini insonnoliti, alle ruspe che li accompagnano e distruggono baracche di fortuna e con esse ricordi di famiglia, foto, pupazzi di pezza e giocattoli.
Tutte cose che abbiamo già visto nel passato recente e lontano, ma questo non diminuisce il disgusto e il senso di profondo orrore per una politica che cerca capri espiatori nei più deboli, in quelli che hanno meno risorse per difendersi. Il fatto che tra i rom ci siano anche alcuni che commettono reati, non mancherà qualche criminologo a ricordarcelo, non rende queste misure che colpiscono i rom tutti indistintamente in quanto gruppo etnico meno violente e oltraggiose. E se proprio si vuole parlare di crimini e reati, di giustizia, moralità e sicurezza, non si può che constatare l’assurdità e l’assenza di senso del ridicolo di politici corrotti e corruttori, inquisiti per reati gravi e a volte gravissimi che fanno la morale e si accaniscono contro delle persone che per sopravvivere talvolta rubicchiano una borsa, una pecora, dei pezzi di metallo, qualche volta un appartamento.

Il senso di oltraggio per queste misure è diffuso, a macchia di leopardo, in tutta Europa e oltre, ma con qualche assenza di rilievo. Mancano, come era già accaduto nel 2008 in Italia, le voci dei partiti socialdemocratici, di quelli che per calcolo elettorale non possono abbandonare le parole d’ordine della sicurezza, e che dovrebbero invece affrontare in maniera ben più complessa la questione dei pregiudizi razziali e la lotta alle discriminazioni.
Mancano, o sono comunque appena udibili, le parole dei politici romeni e bulgari sempre un po’ a disagio a dover prendere le difese dei rom e preoccupati piuttosto da eventuali ritorni di massa. E manca la voce della Commissione Europea in forte difficoltà a criticare uno degli assi portanti dell’Unione.
Ora aspettiamo con preoccupazione i risultati del vertice dei ministri dell’Interno dell’Unione Europea convocato dalla Francia. Maroni e il governo italiano non hanno mancato di esprimere soddisfazione per aver fornito al cugino francese un modello di intervento da seguire. Il rischio a questo punto è che il modello italiano di gestione dei migranti rom, con l’avvallo della Francia e di qualche altro governo in cerca di facile consenso, da eccezione diventi invece la norma. E che la ripetizione, il lento lavorio, i graduali slittamenti della soglia dell’accettabile e del tollerabile finiscano col produrre assuefazione e rendere normali le misure di esclusione razziale verso le comunità rom. di Nando Sigona, Refugee Studies Centre, Università di Oxford & OsservAzione

giovedì 9 settembre 2010

Francia e altri Stati membri devono sospendere immediatamente le espulsioni dei Rom

Il Parlamento esprime "viva preoccupazione" per le misure adottate dalle autorità francesi e sottolinea che le espulsioni di massa violano la legislazione europea in quanto rappresentano una discriminazione su base razziale. Nella risoluzione adottata giovedì, i deputati chiedono ai leader politici di evitare di adottare una retorica "provocatoria e discriminatoria" e criticano il Consiglio e la Commissione per la mancanza d'impegno sulla questione.
La risoluzione è stata adottata con 337 voti favorevoli, 245 contrari e 51 astensioni. Una risoluzione, presentata dai gruppi S&D, ALDE, Verdi/ALE e GUE/NGL chiede alla Francia di sospendere immediatamente tutte le espulsioni e sottolinea inoltre che la raccolta delle impronte digitali dei rom è illegale e contraria alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
Il Parlamento "respinge qualsiasi dichiarazione che associ le minoranze e l'immigrazione alla criminalità e crei stereotipi discriminatori" e deplora "la retorica provocatoria e apertamente discriminatoria che ha caratterizzato il discorso politico durante i rimpatri dei Rom, dando credibilità a dichiarazioni razziste e alle azioni di gruppi di estrema destra".
I deputati affermano che "limitazioni della libertà di circolazione e di soggiorno per motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza e di sanità pubblica possono essere imposte esclusivamente in relazione al comportamento personale" e mai secondo "considerazioni generali di prevenzione o all'origine etnica o nazionale".
La risoluzione menziona inoltre il fatto che "il ministro degli Interni italiano ha annunciato la sua intenzione di propugnare l'adozione di norme dell'UE più rigorose sull'immigrazione e la libertà di circolazione".
Il Parlamento esprime " profondo rammarico per il ritardo e la limitatezza con cui la Commissione" ha proceduto a "verificare la conformità delle azioni degli Stati membri al diritto primario e alla legislazione dell'Unione europea".La risoluzione "invita la Commissione a sostenere con determinazione i valori e i principi sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'UE e dai trattati e a reagire con rapidità" e chiede di portare a termine "un'analisi completa della situazione in Francia e in tutti gli Stati membri per quanto riguarda la conformità delle politiche relative ai Rom alla legislazione dell'UE".

Milano, ieri mattina hanno sgomberato il campo rom di via Rubattino

Come nel novembre dell’anno scorso, come papà e mamme dei compagni di classe di questi bambini eravamo presenti allo sgombero. Con noi le maestre dei nostri figli. Uno sgombero annunciato. Ci siamo trovati verso le sei circa, nella speranza di un falso allarme, ma purtroppo, così non è stato.
Verso le sette, la pioggia e il freddo hanno scortato le forze dell’ordine e le ruspe dentro il campo. Una storia che si ripete, la peggiore. Donne, uomini e bambini a cui non si offre nessuna speranza, nessun futuro, nessuna umanità. Tra cinque giorni, molti dei bambini presenti (29 ) avrebbero ripreso la scuola. L’unica possibilità per poter pensare ad un futuro diverso dai propri padri, dalle proprie madri. Negato. Bambini senza diritto di istruzione. Senza il diritto di sapere che si può vivere diversamente.
Ieri mattina, mentre ero nel campo, osservavo la barbarie di quella scena, donne uomini e bambini accampati tra la sporcizia, i topi, il freddo; e le Autorità che come unica soluzione, non riescono a fare altro che cacciarli, nella speranza che possano scomparire in altra sporcizia, convivere con altri topi, magari in un altro Comune. Tutto mi portava ad una considerazione: non è cambiato nulla.
Ora mentre scrivo mi accorgo che in realtà non è così. Grazie all’impegno in quest’ultimo anno da parte delle maestre, delle mamme di Rubattino e delle comunità che operano nell’assistenza, come la Comunità di S. Egidio, qualcosa è cambiato: si è creata una rete di solidarietà, di affetto, di contatti che con le proprie sole forze è riuscita a dare qualche speranza a qualcuna di queste famiglie. Qualche genitore Rom ha trovato lavoro, seppur temporaneo; qualche famiglia Rom è riuscita a trovare anche una casa.

Tutte le famiglie Rom hanno compreso l’importanza della scuola per i propri figli ed hanno messo in atto una grande determinazione e volontà nel far frequentare con continuità le lezioni, nonostante i continui disagi e incertezze a cui dovevano far fronte. Hanno capito che, attraverso la scuola, un processo di integrazione è possibile. I bambini Rom hanno festeggiato con i nostri figli i compleanni, partecipato alle feste della scuola.
La politica e le istituzioni hanno offerto solo sgomberi. Sgomberi che hanno comunque un costo molto alto, nella speranza di essere ripagati con la moneta elettorale. Ero al campo e la sola cosa che le istituzioni offrivano, senza peraltro grande convinzione, è lo smembramento delle famiglie. Allontanare gli uomini dalle donne e dai propri figli.
Alcune maestre e mamme del nostro circolo, con la Comunità di S. Egidio, avevano già iniziato in questi giorni, un pre-scuola con i bambini Rom. Sarà difficile, ma sono convinto che qualcosa cambierà ancora. Le maestre cercheranno ancora i propri alunni e i nostri figli inviteranno i loro compagni di classe ad una festa. L’Associazione Genitori della Scuola Munari sarà al loro fianco. di Domenico Protti

mercoledì 8 settembre 2010

Ue, istituita una task force per valutare i programmi a favore di Rom e Sinti

La Commissione europea ha istituito una Task Force per valutare l'utilizzo, da parte degli Stati Membri, dei fondi europei per l'integrazione di Sinti e Rom. E' quanto si legge in una nota dell'esecutivo.
La proposta fa parte di una analisi della situazione dei rom in Francia e in Europa condotta dal vice presidente Viviane Reding, commissaria Ue alla giustizia; Laszlo Andor, responsabile per gli Affari sociali e l'occupazione e Cecilia Malmstrom, commissario Ue agli Affari Interni.
La Task Force, che includerà alti funzionari provenienti da tutti i dipartimenti più importanti della commissione, analizzerà come i Ventisette si stanno comportando dopo la comunicazione del 7 aprile dell'esecutivo che chiedeva un programma concreto per l'integrazione dei rom.
La Task Force si occuperà inoltre di valutare l'utilizzo dei fondi da parte degli Stati membri e migliorare l'efficacia del loro impiego. I primi risultati della Task Force verranno sottoposti al collegio dei commissari entro la fine dell'anno.
''La commissione non mancherà di tener informato il Parlamento europeo e il Consiglio riguardo agli esiti della Task Force con regolarità'', assicura la nota.

Barroso: rispettare leggi Ue contro discriminazione

Ieri il presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso ha espresso oggi velate critiche nei confronti della Francia per l'espulsione degli immigrati rom, dicendo che i diritti dei cittadini devono essere rispettati in tutta l'Unione europea.
Barroso non ha menzionato esplicitamente la Francia ma ha detto che i governi europei sono obbligati a rispettare i diritti delle minoranze, come i cittadini europei devono rispettare la legge.
La Francia ha espulso oltre 1.000 rom lo scorso mese, portando a 8.000 il numero totale di persone espulse quest'anno. Le espulsioni hanno attirato critiche all'interno della Francia e all'estero.
"Tutti in Europa devono rispettare la legge, e i governi devono rispettare i diritti umani, inclusi quelli delle minoranze", ha detto Barroso in un discorso al Parlamento Europeo.
"Non c'è posto in Europa per il razzismo e la xenofobia. In questi campi delicati, quando c'è un problema, dobbiamo tutti agire responsabilmente", ha detto.
Decine di centinaia di rom, molti provenienti dalla Romania e dalla Bulgaria, si sono spostati in Europa sfruttando le leggi europee sulla libertà di circolazione dei cittadini.
Ma molti non hanno trovato lavoro e sono frequentemente oggetto di discriminazione. In Ungheria, per esempio, un partito di estrema destra ha detto che i rom sono una minaccia alla sicurezza pubblica e dovrebbero essere relegati in campi sottoposti a uno stretto controllo.
Le espulsioni francesi hanno attirato le critiche dei gruppi di tutela dei diritti umani, della Chiesa cattolica e di alcuni politici francesi.
Il presidente Nicolas Sarkozy ha detto che le espulsioni sono misure di sicurezza finalizzate a combattere il crimine, ma i critici sostengono che siano una mossa per aumentare la propria popolarità e deviare l'attenzione dalla riforma delle pensioni e dal taglio della spesa.
La Commissione europea ha chiesto alla Francia di provare che le espulsioni rispettino le leggi dell'Ue sulla libertà di circolazione delle persone e le leggi contro la discriminazione. da Reuters Italia

martedì 7 settembre 2010

Milano, ennesimo sgombero...

Dopo un anno nulla è cambiato: come nel novembre scorso, anche questa mattina ero presente allo sgombero di Rubattino. Il denaro dei cittadini, che avrebbe potuto essere investito in una buona politica di integrazione, è stato ancora una volta sprecato.
Stessa liturgia, fatta di ruspe, grande schieramento di forze dell'ordine e tante piccole cose perdute da chi ha già così poco.
Stessa litania da parte dei servizi sociali, che continuano ad offrire solo a donne e minori, soluzioni abitative provvisorie che smembrano le famiglie, privando i piccoli rom anche dell'affetto dei parenti, l'unica cosa che loro rimane.
In questo anno, è solo aumentata, nelle famiglie sgomberate, la percezione dell'importanza della scuola per i propri figli. L'altro giorno, durante una visita del campo, avevo ammirato la rete di solidarietà che si era creata intorno a queste famiglie e avevo visto i bambini impegnati in corsi preparatori alla scuola. Un diritto dovere all'istruzione faticosamente conquistato.
Purtroppo, mentre cittadini del quartiere e le associazioni di volontariato hanno lavorato e continuano a lavorare per costruire percorsi di inserimento e di legalità, all'amministrazione basta un solo giorno di pioggia per gettare tutto nel fango. di Ines Patrizia Quartieri, Consigliere comunale

Roma, 4 settembre: una "rivoluzione" che fa paura

Sabato 4 settembre, in contemporanea con le manifestazioni di altre città Europee, si è svolta a Roma, vicino l'ambasciata di Francia, una manifestazione civile e democratica di SOLIDARIETA' con i fratelli rom e sinti della Francia, di PROTESTA contro il governo italiano per l'assenza di una politica di integrazione culturale, di PROPOSTA POLITICA.
Alcuni hanno tentato di boicottare la manifestazione con la disinformazione, altri hanno approfittato per cercare visibilità mediatica con dichiarazioni false e strumentali.
Qualcuno malato di protagonismo e personalismo ha cercato di far passare il messaggio che la manifestazione è stata un flop, dimostrando ancora una volta sia una totale incompetenza delle questioni rom e sinte, sia la volontà di utilizzare strumentalmente rom e sinti per il proprio personale tornaconto.
Questi sono i numeri della manifestazione del 4 settembre 2010: hanno aderito circa 1800 persone, 120 associazioni rom, sinte e della società civile.
Durante la manifestazione del 4 settembre, dalle ore 16,00 alle ore 18,00, sono state raccolte 586 firme di persone presenti alla manifestazione, di cui 274 rom e sinti. Queste firme saranno portate al Presidente della Repubblica durante una prossima udienza.
Tanto per avere una idea di paragone: la campagna “non aver paura” promossa da 27 grandi organizzazioni italiane in sei mesi ha raccolto circa diecimila firme.
Ancora una volta tanta stampa italiana (per fortuna non ancora tutta) si è dimostrata incapace di raccontare i contenuti culturali e politici di una manifestazione della popolazione romanì, ma si è tanto impegnata nella ricerca di “stereotipi mentali” da raccontare ai propri lettori e nell'individuare tra i partecipanti chi era "zingaro" e chi no per quantificarne il numero. di Nazzareno Guarnieri, continua a leggere...

Roma, 4 settembre: un evento da non sottovalutare

Un evento da non sottovalutare quello del 4 settembre che ha dato voce e coraggio a tante persone e ha prodotto interessanti conseguenti. Voglio ringraziare tutti coloro i quali hanno aderito alla manifestazione di Campo dei Fiori a Roma vicino all'ambasciata francese per protestare civilmente contro le nuove forme di deportazione.
Un grande evento se si considera che Rom e Sinti, a proprie spese, e migliaia di amici son arrivati da ogni parte d'Italia per solidarizzare con la manifestazione che in contemporanea si svolgeva in Francia. Da considerare che ogni Rom e Sinto rappresenta circa 6000 italiani, l'evento è stato un grande successo sia dal punto di vista mediatico sia dal punto di vista morale: mai i Rom e Sinti son stati così consapevoli della loro reazione. Un grande gesto di solidarietà e di presa di coscienza.
I Rom e Sinti intervenuti sono persone libere e non ricattabili come invece lo sono i Rom di Roma, costretti loro malgrado a seguire le indicazioni delle autorità locali. Il delegato del sindaco Najo, un rom straniero, semianalfabeta e senza alcuna qualifica professionale è stato scelto come referente del sindaco Alemanno e come suo portavoce. Alemanno si è scelto una marionetta per interlocutore, facilmente ricattabile e privo di una visuale ampia delle problematiche legate al mondo dei Rom che non è solo quello della capitale ma ha una dimensione transnazionale che Najo non conosce affatto. I 7000 Rom che Najo dice di rappresentare vivono in condizioni difficili e di espedienti nella capitale ma allo stesso tempo dovrebbero rappresentare tutto il mondo dei Rom e Sinto, diversificato e paradigmatico, perché il sindaco Alemanno ha deciso che loro valgono più degli altri 100.000 Rom e Sinti che vivono in casa, cittadini italiani di antico insediamento che lavorano onestamente (pensate ai circensi e giostrai o ai rom italiani imprenditori, infermieri professionali, calciatori, commercianti, ristoratori e tutta la parte onesta dei Rom e Sinti) che però non hanno alcuna rappresentanza istituzionale.

Najo e Graziano hanno deciso di non manifestare solidarietà verso fratelli rom che in Francia vengono deportati, in realtà usati dal sindaco Alemanno come Kapò nei confronti degli altri fratelli rom che si sentono traditi dalla loro scelta di campo opportunistica e personale. Vedremo come miglioreranno le condizioni dei rom a Roma nelle prossime settimane grazie a questi interlocutori!!!!. Il Sindaco e le marionette-kapò si assumano la responsabilità di ciò che accadrà. Più volte abbiamo fatto presente a Najo della necessità di costituire una Consulta Romanì Nazionale Permanente, costituita da esperti qualificati, da intellettuali rom e sinti e dai rappresentanti delle Associazioni e federazioni di Rom e Sinti, in pratica una Kris alla mainiera rom e sinta per risolvere davvero i problemi che attanagliano il nostro popolo nell'interesse di tutti e non di qualcuno in particolare.
Come si può risolvere i problemi dei Rom e Sinti senza coinvolgere gli esperti, i portavoce liberamente scelti, i rappresentanti di associazioni legalmente costituite e senza che tutti siano realmente rappresentati?
Si può chiedere ad un ortolano di ristrutturare una edificio senza consultare un'ingegnere edile?
In realtà la scelta di Alemanno e la miopia di Najo rivela la volontà di non risolvere i problemi ma di acuirli senza una seria volontà di integrare i rom stranieri, che avevano le case nei territori della ex-Jugoslavia e in Romania, nel tessuto sociale italiano ma di tenerli ai margini e strumentalizzarli a piacimento a discapito di tutte le comunità di Rom e Sinti presenti sul territorio nazionale. Noi diciamo basta a questo scempio e chiediamo un incontro al più presto con il sindaco Alemanno visto che il suo portavoce non è neanche in grado di riferirgli i nostri intenti costruttivi e collaborativi.
Ancora una volta l' Opera Nomadi, costituito da un ristrettissimo manipolo di soggetti irresponsabili, ha agito male, cercando visibilità mediatica attaccando la nostra iniziativa, sottoscritta da centinaia e centinaia di associazioni e da migliaia di partecipanti. L'Opera Nomadi è la principale responsabile della proliferazione dei campi nomadi in Italia, facendo credere da anni (fin dal nome) all'opinione pubblica e agli enti pubblici che i rom e sinti sono nomadi e della conseguente necessità dei campi nomadi costosissimi alla collettività e del becero assistenzialismo di cui i Rom stranieri (che vivono nei campi) sono vittime.
Milioni di euro sperperati negli ultimi trent'anni in nome e per conto dei Rom e Sinti per creare assistenzialismo e campi di segregazione razziale con tutte le inevitabili conseguenze che oggi sono sotto gli occhi di tutti. L'Opera Nomadi quando renderà conto di tutto questo? Trenta anni son passati e pur questi soggetti stanno ancora prendendo in giro 70 milioni di italiani e 170 mila Rom e Sinti.
I milioni di euro sperperati potevano essere usati per le nuove forme abitative, per proposte lavorative serie e per la scolarizzazione. Nonostante milioni di euro son stati destinati alla scolarizzazione non un solo Rom o Sinto è arrivato all'università grazie all'Opera Nomadi. Un totale fallimento la loro politica miope e personalistica. Occorre smascherare questi falsi profeti e ancora una volta la Consulta Romanì si rivela una necessità nell'interesse della collettività sia italiana che romanì.
Facciamo circolare la denuncia in corso di Marcello Zuinisi di Sesto San Giovanni, ex Opera Nomadi della Toscana, contro l'Opera Nomadi in corso che svela a tutti tante cose.
But Baxt ta sastipé! di Santino Spinelli

Opera Nomadi, il teatrino dell'indecenza continua...

L’uno accusa l’altro di bilanci fasulli, frodi e una gestione dell’associazione fuori dalle regole. L’altro risponde affermando che chi lo accusa non è nemmeno socio. I protagonisti della disputa sono Marcello Zuinisi, a suo dire presidente di Opera nomadi Toscana, e Massimo Converso, eletto lo scorso 14 maggio presidente nazionale dell’ente morale. Marcello Zuinisi stamattina si è recato alla procura di Roma per depositare gli atti, da cui, secondo lui, emergerebbero frodi, una gestione illecita dei bilanci e abusi di potere rispetto a quanto sancito dallo statuto. “Noi di Opera nomadi Toscana chiediamo l’apertura dei libri contabili, che non abbiamo mai potuto visionare, e il commissariamento di Opera nomadi nazionale”, dichiara.
In una lettera spedita il 25 agosto a tutte le sezioni di Opera nomadi, Marcello Zuinisi denuncia: “È stato recentemente inoltrato un bilancio economico di Opera nomadi alle varie sezioni. Come da statuto il bilancio doveva essere presentato, discusso e votato dall’assemblea elettiva tenutasi a Roma il 14 maggio. Il bilancio che viene quindi fatto circolare è un falso. Tra l’altro sembra che vi sia un disavanzo di 40mila euro in negativo. Perché? Dove sono finiti questi soldi?”. A detta di Zuinisi, all’assemblea nazionale parteciparono 22 persone, in rappresentanza solo di sei realtà di Opera nomadi: tre già attive (Lazio, Toscana e Sicilia) e tre non ancora attive (Lecce, Bari e Foggia). Tuttavia, nel corso dell’assemblea si sarebbe data per certa l’esistenza di altre dieci sezioni, nonostante nessun rappresentante fosse presente. E di nuovo punta il dito contro Massimo Converso: “Fa eleggere persone che stiano ai suoi ordini e nel momento in cui qualcuno alza la voce, lo diffida”.

“Zuinisi è un millantatore, non è nemmeno socio di Opera nomadi”. Secca la smentita di Massimo Converso, che si stupisce che qualcuno possa dar credito alle accuse mosse da Zuinisi.“È stato solo un semplice collaboratore per qualche settimana. Lo quereleremo per le falsità che ha dichiarato e per i danni che ci ha arrecato”. Converso cita in proposito l’associazione 3 febbraio che, a suo dire, si sarebbe trovata a fronteggiare la stessa situazione subita da Opera nomadi: Zuinisi che si spaccia come presidente di una sezione inesistente, Zuinisi che convoca assemblee nazionali senza averne il diritto, Zuinisi che si lancia all’attacco del comitato nazionale. “È una persona disturbata – conclude Converso -. Più volte diffidato dalla Digos, dice di essere in contatto con istituzioni in Toscana, ma in realtà nessuno gli dà credito”.
Ma Zunisi non è il solo ad aver criticato la gestione di Massimo Converso. Maurizio Pagani (in foto), il presidente della sezione di Milano, tre anni fa ha deciso di staccarsi definitivamente dalla galassia di Opera nomadi nazionale e ha dato vita ad un’associazione indipendente. Lo stesso hanno fatto a Mantova e Padova. “Il problema di fondo – spiega – è che un ente centrale e nazionale non esiste”. A detta di Pagani, l’ente morale sopravvive grazie all’azione dei gruppi sul territorio, unite solo dal punto di vista formale a Roma. “Si tratta di una sorta di federazione, ma il gruppo di persone rimasto nel Lazio si è appropriato illecitamente della dirigenza nazionale”, chiosa Pagani. di Lorenzo Bagnoli

lunedì 6 settembre 2010

Intervista a Radames Gabrielli: «Maroni e Sarkozy istigano il razzismo contro rom e sinti»

Radames Gabrielli, 55 anni, presidente della «Federazione Rom e Sinti Insieme», tra i promotori della manifestazione di oggi (ndr sabato 4 settembre) a Roma, è un italiano sinto di Bolzano, con origini austriache nel Südtirol. Musicista di professione, muratore saltuariamente e in nero per necessità, vive da sempre in una roulotte, come i suoi figli e i suoi nipoti, e al contrario dei suoi fratelli e sorelle che vivono in case, da sempre.
Quando nel 2008 a Cecina presentaste la vostra neonata Federazione che raggruppava 22 associazioni presenti in 12 regioni italiane, avevate grandi progetti e un obiettivo: recuperare un pieno protagonismo dei rom e sinti abbattendo lo stigma che ha trasformato un intero popolo in un «monumento moderno della segregazione» per usare le vostre parole. Presentaste allora un programma di lavoro articolato in 12 punti per battere razzismo e assistenzialismo. Quanta strada avete fatto da allora?
Non molta, siamo ancora ai primi passi. Con la Lega Nord e il Pdl al governo, in realtà, invece di andare avanti siamo andati solo indietro perché abbiamo trovato solo porte chiuse, ostacoli e difficoltà. Due anni fa andammo da Fini che ci accolse con tante belle parole, e tanti «sì,sì», ma poi non ci ha più chiamato. E il razzismo invece di placarsi sta dilagando a vista d'occhio, propagandato com'è dal governo italiano.
Maroni in Italia ma anche Sarkozy in Francia agiscono, secondo lei, inseguendo il razzismo dilagante nei rispettivi paesi o sono peggiori delle popolazioni che governano?
Sono i politici che istigano le popolazioni per conquistare voti e potere, perché è rassicurante votare qualcuno che ti indica un capro espiatorio: gli «zingari» come colpevoli di tutto. Se a Livorno abbiamo visto tentativi di linciaggio di massa di due rom dopo una rissa, è perché Sarkozy e Maroni stanno istigando tutte le popolazioni europee.
C'è una parola inflazionata che è «integrazione». «Impossibile», per alcuni, con gli usi e i costumi delle genti rom e sinte.

Io preferisco infatti parlare di «interazione». La maggior parte di noi italiani rom e sinti lavora, solo che quasi tutti lo fanno in nero perché è praticamente impossibile trovare qualcuno disposto a fare un contratto a un rom o un sinto. Integrazione non significa annullare la nostra cultura, la lingua, la tradizione, i costumi, e infatti in tanti anni non ha mai funzionato.
E allora, la vostra proposta sui campi?
Devono essere smantellati e al loro posto devono sorgere micro aree familiari per chi vuole vivere in roulotte, e dare appartamenti agli altri. E invece Maroni fa un salto indietro concentrando tutti i rom e i sinti in campi grandissimi solo per poterli tenere sotto controllo. Ovviamente chi non è abituato a vivere in casa ha bisogno di essere accompagnato per imparare a limitare certe «libertà» eccessive per un condominio o in città. Nel nord Italia più che al sud, per fortuna, ci sono tantissimi sinti che oggi vivono in casa anche grazie all'aiuto dei vicini che li hanno capiti e li hanno seguiti nel processo di adeguamento.
A Cecina, come in altri rendez-vous delle vostre associazioni, si è sottolineata però anche la necessità di lavorare all'interno delle popolazioni rom e sinte per sradicare la cultura dell'illegalità.
I miei figli per certi versi vivono un razzismo più feroce di quello che ho vissuto io da bambino, quando avevamo le classi separate. Chi delinque deve essere punito personalmente, ma non ne può rispondere l'intera famiglia o l'intera etnia. Chi vive accerchiato nutre solo odio e non sente ragioni. Così non si costruiscono le condizioni per cambiare nulla. di Eleonora Martini

giovedì 2 settembre 2010

Sucar Drom: tutti uniti il 4 settembre!

Sucar Drom aderisce alle manifestazioni di Parigi e di Roma e alle manifestazioni che si terranno in contemporanea in tutta l’Europa, sabato 4 settembre 2010, dalle ore 14.30, davanti alle ambasciate francesi.
Le prese di posizioni del Governo francese e di seguito dal Governo italiano che stigmatizzano e colpiscono i Sinti e i Rom in nome di una presunta “sicurezza e ordine pubblico” hanno una matrice xenofoba che rigettiamo con forza.
Siamo indignati dalle affermazioni pubbliche del Presidente Sarkozy e del Ministro Maroni che tendono ad associare l’immigrazione dalla Romania di famiglie povere, appartenenti alla minoranza rom, con la criminalità.
E’ indicativo che in Europa siano solo i leader politici di Francia e Italia a lanciare campagne xenofobe contro i Rom e i Sinti. Sono infatti i due Paesi europei che meno si sono impegnati nel riconoscimento dei diritti delle popolazioni sinte e rom autoctone.
Chiediamo al Governo francese ed italiano ad impegnarsi seriamente nelle politiche di governo dell’immigrazione, senza cadere in azioni discriminatorie o in vere e proprie deportazioni di massa.
Chiediamo alla Commissione Europea di vigilare sulle politiche di questi due Paesi che tendono a negare i fondamenti dell’Unione europea a soli scopi propagandistici e populisti.
Chiediamo a tutti i Sinti e Rom d’Europa di partecipare alle manifestazioni che si terranno in Europa, in Italia l’appuntamento per tutti è

sabato 4 settembre 2010, alle ore 14.30

a Roma, in Piazza Campo dei Fiori

ENAR, il 4 settembre manifestazione anche a Bruxelles

A seguito dei recenti sviluppi in Francia che prendono di mira e stigmatizzano i migranti e in modo particolare i Rom e Sinti in nome di “sicurezza e ordine pubblico”, l’European Network Against Racism (ENAR) lancia una risposta coordinata per protestare contro le politiche xenofobe del Governo francese. ENAR e le organizzazioni antirazziste di molti Paesi dell’Ue sono indignate per questi sviluppi e organizzeranno Sabato 4 settembre manifestazioni davanti alle ambasciate francesi per protestare contro le politiche xenofobe messe in atto dal governo francese e per dimostrare la loro solidarietà con la manifestazione nazionale delle ONG antirazziste francesi che avrà luogo lo stesso giorno.
Una dimostrazione, promossa dal Comitato Nazionale Antidiscriminazione si terrà a Roma Sabato 4 settembre 2010 in Piazza Campo de’ Fiori (adiacente a Piazza Farnese, sede dell’ambasciata francese) a partire dalle 14,30. Anche a Bruxelles si terrà una manifestazione con inizio alle 14.00 di fronte all’ambasciata di Francia.
In questo modo ENAR intende esprimere la sua preoccupazione per la sistematica espulsione di Rom provenienti da Romania e Bulgaria e per le dichiarazioni tese a collegare l’immigrazione di Rom e Sinti con la criminalità. Il discorso populista e discriminatorio di membri dei governi francese e italiano costruisce una scandalosa omologazione tra Rom e Sinti, Camminanti, immigrati e crimini violenti. Questa retorica e le espulsioni rafforzano il pregiudizio contro un gruppo etnico che è già il più discriminato nell’Unione europea, al pari dell’insieme dei migranti.

La dimostrazione si tiene anche qualche giorno prima che la Francia ospiti un incontro dei ministri competenti per l’immigrazione di Italia, Germania, Regno Unito, Spagna, Grecia, Belgio e Canada il 6 settembre che discuterà di immigrazione irregolare. Sembra che l’incontro miri anche a legittimare la politica francese di raggruppamento ed espulsione di Rom e Sinti e a promuovere l’idea del governo italiano di espulsione automatica dei cittadini europei di altri Stati che non siano economicamente autosufficienti.
ENAR chiede all’Ue e ai paesi membri di assicurare una politica coordinata e inclusiva per l’integrazione di Rom e Sinti in tutta Europa. Una strategia complessiva dovrebbe garantire che Rom e Sinti siano protetti contro le discriminazioni, abbiano accesso in condizioni di uguaglianza a istruzione, occupazione, sanità e abitazione, e siano messi in condizione di partecipare pienamente alla vita civile ed economica del Paese in cui vivono.
Per maggiori informazioni sulla manifestazione in Italia: http://www.associazionethemromano.it/coordantidiscrquattrosettembre.htm
Per dettagli sulle manifestazioni a Bruxelles, Parigi e nelle altre città europee: http://www.enar-eu.org/Page_Generale.asp?DocID=25135&langue=EN
ENAR è una rete di ONG che combattono il razzismo in tutti gli Stati dell’Ue e a cui aderiscono oltre 700 organizzazioni in tutta l’Unione con l’obiettivo di lottare contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza e di promuovere l’uguaglianza di trattamento tra i cittadini europei e i cittadini di altri paesi residenti nell’Unione europea.

mercoledì 1 settembre 2010

Comunicazione del Coordinamento Nazionale Antidiscriminazione

Mobilitazione Nazionale, sabato 4 settembre 2010

Ore 14.30, Piazza Campo dei Fiori, Roma


Il Coordinamento Nazionale Antidiscriminazione, visto l’alto numero di adesioni, ha deciso di spostare la manifestazione di sabato 4 settembre 2010 in Piazza Campo dei Fiori (adiacente a piazza Farnese). La manifestazione di Roma è ufficialmente gemellata con la manifestazione che si terrà a Parigi in contemporanea. Si invitano tutte le associazioni e i singoli ad aderire inviando una mail a spithrom@webzone.it.
Il Coordinamento comunica:
Attenzione, sono in corso azioni di sabotaggio. La manifestazione è confermata per sabato 4 settembre. Non prendete in considerazione comunicati ed informazioni non provenienti dal comitato organizzatore, tutte le informazioni ufficiali vengono pubblicate sul sito ufficiale visionabile a questo indirizzo: http://www.associazionethemromano.it/coordantidiscrquattrosettembre.htm.

Civiltà o barbarie? Questo è il dilemma

Un bambino muore. Un bambino di soli tre anni muore a Roma, Caput Mundi, a poca distanza dal Vaticano, centro dell’Impero della Chiesa Cattolica Romana, nel cuore della cultura europea. E’ un bambino Rom che allunga un’interminabile lista di bambini rom morti per cause futili. Sembra un bollettino di guerra, eppure siamo in tempo di pace!
Il bambino è morto sotto lo sguardo indifferente di una società troppo egoista o troppo preoccupata di auto gratificarsi. Vittima del razzismo imperante, della mistificazione, della discriminazione e del degrado. Sulla sua anima prima che sul suo corpicino, innocente ed inerme pendeva una brutale mannaia ben congegnata da adulti senza scrupoli, arroganti e vittoriosi che lo ha stroncato. Pendeva sulla sua testa troppe colpe, prima fra tutte quella di essere nato Rom, anzi zingaro, come vuole la miglior tradizione dei civili acculturati, che di ignoranza e boria gonfiano il petto.
Lui figlio legittimo della discriminazione e della segregazione razziale, capro espiatorio di tutti i mali della società come poteva pensare di non pagare le sue colpe e di non essere usato come agnello sacrificale? Lode e gloria ai condottieri della civiltà che mostrano vilmente muscoli a donne, vecchi e bambini!!
Poche ore dopo sono arrivate puntuali le ruspe a rimuovere ciò che rimaneva del suo mondo e allo stesso tempo a rimuovere di fretta la colpa che appartiene a tutti, come se non fosse, ancora una volta accaduto nulla. Una gravissima e immensa sconfitta del mondo civile. I bambini appartengono al mondo e a tutta l’umanità!!! Come si fa a non capirlo? Occorre essere dei grandi geni o scienziati? Questa è la civiltà che abbiamo creato in mille e mille anni di storia e di progressi?
L’odio razziale, la xenofobia, la discriminazione, la segregazione razziale e l’apologia di reato sono la norma nella società odierna. Eroe oggi è chi difende i più elementare diritti umani e le persone più deboli! Ma è mai possibile? Ai disvalori si è opposta una sincera ed ferrea resistenza durante la seconda guerra mondiale che è costata oltre 50 milioni di morti di cui 500 mila Rom e Sinti barbaramente massacrati nei lager.
Oggi si vive un retaggio di quella cultura etnocentrica e razzista, con i campi di sterminio “moderni” (campi nomadi anche se i Rom non sono nomadi per cultura!!!) e le nuove forme di deportazioni “civili” e “democratiche” approvate in larga maggioranza dall’opinione pubblica teleguidata e frastornata dai pregiudizi. Ma che non ci sia l’alibi del “Io Non Sapevo”. La morte del bambino Rom, non il primo e ahimè, visto i tempi e le prospettive, neanche l’ultimo, è un omicidio collettivo e, allo stesso tempo, un suicidio di massa!!!!

Basta Pogrom!!
Stop al razzismo!!
No alla xenofobia!!
Stop alle mistificazioni!!!!

10 punti per migliorare la situazione dei Rom e Sinti in Italia

1) La sicurezza e la legalità vanno garantite a tutti. Rom e Sinti compresi. Nessuna voce autorevole ha condannato realmente l’episodio. Solo all’estero si sono resi conto della gravità della situazione dei Rom e Sintiin Italia.
2) Ristabilire la legalità riguardo la palese violazione dei più elementari diritti umani nei confronti delle diverse comunità Rom e Sinte in Italia, costrette a vivere in condizioni disumane e fortemente discriminate in netto contrasto con la Costituzione Italiana, con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e con le normative europee ed internazionali.
3) Smantellare i campi nomadi che sono pattumiere sociali degradanti e frustranti, centri di segregazione razziale permanente ed emblema della discriminazione. I Rom e Sinti non sono nomadi per cultura. La mobilità è sempre coatta e mai una scelta. Chi vive oggi nei campi nomadi ieri aveva le case in Romania o nella ex-Jugoslavia. Il 70% della popolazione romanì in Italia ha cittadinanza italiana e vive nelle case (l’arrivo risale al XV secolo).
4) Facilitare l’accesso alle case popolari con pari opportunità o sviluppare insediamenti urbanistici non ghettizzanti facilitando anche l’utilizzo dei servizi pubblici. Favorire il più possibile l’accesso alla scolarizzazione, al lavoro e all’assistenza sanitaria alle famiglie di Rom e Sinti più disagiate.
5) Promuovere l'integrazione anche attraverso i Fondi Europei con programmi specifici riguardanti la popolazione Romanì per evitare la facile strumentalizzazione di far credere che l'integrazione dei Rom e Sinti in Italia passa attraverso le tasche degli italiani.
6) Arrestare il processo di demonizzazione e di criminalizzazione di un intero popolo. Sono i singoli che hanno un nome e cognome a sbagliare e che devono essere puniti e non l’etnia di appartenenza.
7) Promuovere la conoscenza della storia, della cultura, dell’arte e della lingua dei Rom e Sinti per combattere gli stereotipi negativi e favorire l’integrazione. Attualmente si dà in 99% di spazio mediatico alla cronaca e l’1% di spazio agli eventi culturali che pur si organizzano sull’intero territorio nazionale (festival, concerti, mostre, esposizioni, convegni, rassegne cinematografiche, concorsi letterari, etc). E’ chiaro che questa disparità non può avere effetti positivi.
8) Prendere atto del palese fallimento dell’assistenzialismo delle associazioni di volontariato che si sono arrogate il diritto di rappresentare il popolo Rom. Si sperperano annualmente centinaia di migliaia di euro per progetti di scarso o nessun valore per i Rom e Sinti.
9) Creare una consulta in Italia di intellettuali Rom e Sinti e associazioni che abbiano una esperienza internazionale sulle problematiche concernenti la realtà delle comunità romanès che possa favorire la mediazione nella risoluzione dei problemi sociali e politici.
10) Favorire il più possibile il processo di integrazione positiva a coloro i quali dimostrano una chiara volontà di partecipazione sociale evitando di porre sullo stesso piano chi merita e chi delinque. I modelli positivi devono essere esaltati per essere una valida attrattiva per combattere l’esclusione sociale e l’emarginazione culturale.

Alexian Santino Spinelli
Musicista e Docente di Lingua e Cultura Romanì, presso l’Università di Chieti
Presidente dell’Associazione Nazionale Thèm Romano